Novembre (1)

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<...O mia diletta Luna. E pur mi giova

la ricordanza e il noverar l'etate 

del mio dolor>>. 

Giacomo Leopardi

-CAPITOLO 15-

<<Sabri, vorrei portare tua mamma alle terme per due giorni per il suo compleanno. Tu cosa ne dici? Vuoi venire anche tu?>> mi chiede mio padre una fredda mattina di Novembre.
Non posso fare a meno di esultare per questa sua brillante idea:
<<Wow papi, geniale.. le terme..che bello! No no, dovreste andare da soli: e la casa è mia per 2 giorni! Olè>>. Ma vieni! Potrei organizzare un pigiama party invitando le altre e, magari, anche Riccardo. Film, chiacchiere e schifezze. Pizza. Una marea di pizza e cioccolato. Già sento il sapore della mozzarella filante.

<<Ehm.. Bri-Bri calmati, è proprio di questo che volevo parlarti. L'altro pomeriggio abbiamo incontrato l'Anna e il Fortu al supermercato. E tua madre gli accennato la nostra idea...>>.

Oh no..no no no!
<<E Anna ha insistito così tanto che non abbiamo saputo dirle di no. Quindi, ormai è deciso: il prossimo weekend lo passerai da loro>>.
<<Papà! No! Ho quasi 19 anni, lasciarmi a casa da sola per un weekend non è una tragedia>>.
Non possono rovinare così i miei piani.
<<Lo so, ma tua mamma già non era convinta di suo perché sai com'è lei. Poi Anna ha insistito tanto. Ormai è deciso. Dai tesoro, non sarà niente di tragico. Loro ti piacciono e li consideri come degli zii, quindi perché no? Non è una brutta idea se ci pensi e così noi potremmo stare più tranquilli. Sai, non vorremmo mai che tu dessi fuoco alla casa>>.

<<Non posso andare da un'amica? Si tratta di pochi giorni>>.

<<Se Anna non si fosse già offerta, sì potresti. Per tua sfortuna, non è così, quindi niente discussioni. La prossima volta, ok?>>, mi risponde con tono autoritario.

Il mio problema non è il dover andare dai Lancetti, ma il dover andare da loro, mentre Alan il pervertito è lì.

La settimana passa velocemente e io non ho nemmeno il tempo di pensare a una valida alternativa. Ho provato anche a chiamare Michela e Ricky per tentare di convincerli ad ospitarmi (o almeno fingere di farlo), ma entrambi mi hanno risposto che era meglio andare da "quello strafigo di Alan".
L'unico piano che riesco a elaborare è quello di portare lo stretto necessario così da avere una valida scusa per tornare a casa e restare un po' sola e, soprattutto, lontana da Alan.

Onestamente, considerato che non sono più una bambina e che mi sono sempre dimostrata responsabile non capisco per quale ragione i miei genitori facciano tante storie.

L'idea di passare del tempo con Alan mi deprime oltre a mettermi ansia. In montagna, mi era sembrato di stare sulle montagne russe per colpa sua. Mi aveva offesa, si era infilato nel mio letto, cosa proprio assurda se ci penso, poi mi aveva insegnato a surfare, aveva cucinato per me e infine, dopo avermi presa in giro nuovamente, mi aveva detto che noi due eravamo semplicemente due sconosciuti. Un weekend ricco di emozioni, fin troppo.

Mi sento l'incoerenza fatta persona: un momento odio Alan e il momento dopo lo considero quasi come un amico. Impazzirò senza dubbio.

Il giorno dopo i miei genitori mi accompagnano dai Lancetti, partendo subito dopo le solite frasi di circostanza della serie "Fai la brava". Non so cosa si aspettino da me perché è ovvio che non ho intenzione di organizzare un festino con spogliarellisti, alcool e droga. Pensavo più che altro a un junk food party.

Anna mi ha offerto subito da bere e mi ha detto che Alan era in biblioteca, a studiare.

<<Diligente!>>. Sarà sicuramente in giro con qualche ragazza, quel furbacchione.
<<Non l'avresti mai detto eh? Alan è proprio un bravo ragazzo>>. Sì certo, peccato per il suo ego abnorme.
Quando lo sento tornare, io ho già finito di sistemare le mie poche cose nella camera degli ospiti, adiacente alla sua.

La dura vita delle ragazze singleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora