Novembre (2)

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-CAPITOLO 16-

La mattina seguente passa velocemente e, dopo pranzo, decido di mettere in atto il mio piano (che ho denominato Missione Libertà). 

Non appena dico ad Anna che ho bisogno di tornare a casa per prendere dei vestiti e il caricabatterie del cellulare, lei mi mette il bastone tra le ruote sventando il mio piano:  <<Alan caro, puoi accompagnarla tu con la macchina?>>.

<<Certamente>>.

No, no, no! Mi oppongo. J'accuse j'accuse!

<<Vuoi andare ora?>> mi chiede.
<<Sì, ma prenderò il pullman o andrò a piedi.Non c'è bisogno che ti disturbi>>.
<<Sabrina, non dirlo neanche per scherzo>> mi interrompe Anna con un tono che non accetta repliche. Mi sento in prigione e non riesco mai ad oppormi. 

Dopo 10 minuti sono sulla macchina di Anna, con Alan al volante. Il mio piano è fallito miseramente.

<<Mi raccomando, guida nel verso giusto>>, esclamo preoccupata pensando a come gli inglesi guidino nel senso opposto.
<<Fidati, anche se per me questo è il senso sbagliato>>, risponde sghignazzando. 

Viaggiamo in un silenzio interrotto solo dalle mie sporadiche indicazioni. Sono troppo concentrata a fare il navigatore, non posso distrarmi o parlare d'altro. 

<<Speravo di potermi fare la doccia qua, ma mi sa che a sto punto tanto vale farla da Anna>> gli dico prendendo in mano le chiavi di casa.
<<Se fai in fretta ti aspetto in macchina>>.
<<No no, entra pure. Devo prendere dei vestiti, controllare le mail. Sì insomma, una cosa un po' lunga. Per questo volevo venire in pullman>>.
<<Non potevi controllarle dal mio PC? Avevi paura a chiedermelo?>>.
<<Non è per quello>>, gli rispondo incerta in cerca di una scusa valida e convincente.
<<Fammi indovinare, questo era un modo per stare da sola e godere di un po' di indipendenza? Fai pure, fingi che io non sia qui>>, mi dice accomodandosi sul divano.
<<Grazie>>, urlo correndo in camera mia alla ricerca di vestiti puliti. Soprattutto per stasera, così se Alan esce coi suoi amici, seguo l'esempio e chiamo Giorgia e Ricky, altrimenti, starò a casa anch'io.

Accendo il PC e controllo le e-mail. Facebook, Twitter, Pubblicità, Pubblicità, Manuele, Pinterest, Pubblicità. No, aspetta: Manuele! Ho aperto l'e-mail con il cuore che batte così forte da farmi pulsare le orecchie. Ma chi è che manda le e-mail in risposta agli SMS? Cavolo, solo lui. 

"Cara Sabrina, scusami se sono sparito cosi. Stavo cercando di dimenticarti in fretta. So che ti avevo detto il contrario, ma diciamocelo.. tra noi sarebbe impossibile. Mi sono trovato bene con te, ma so che non sono in grado di sopportare la distanza. Forse avrei dovuto dirtelo prima, ma non sapevo come fare...mi sento una merda perché mi sembra di ferirti! Ho conosciuto una ragazza... Abita vicino a casa mia. Abbiamo iniziato ad uscire insieme e mi piace. Non è come te, ma mi va bene comunque. Non ti ho più risposto agli SMS per poter fare chiarezza sui miei sentimenti, ero molto confuso.

Ti chiedo ancora scusa per essere sparito. Non sapevo come comportarmi, cosa dirti. Spero che da ora potremo tenerci in contatto. Non sapevo se dirti queste cose, ma sicuramente è stato meglio cosi. Perlomeno possiamo restare amici. Ti voglio bene e spero che sia abbastanza.

Manuele".

Ti voglio bene e spero che sia abbastanza. Ma che cavolo. Sono impietrita, non so nemmeno io da quanto tempo: sono stata scaricata dalla mia cotta ancora prima di poter cominciare una vera storia.

<<Scusa, mi chiedevo se fosse tutto a posto, ci stai mettendo tantissimo. Ti ho detto di fingere che io non sia qui, ma essendo passata più di un'ora iniziavo a pensare fossi scappata dalla finestra>>. La voce di Alan, apparso alle mie spalle, interrompe i miei pensieri. 

La dura vita delle ragazze singleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora