Dicembre (3)

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CAPITOLO 19 

Sarà merito del Natale e delle giornate passate a cercare i regali giusti, ma penso molto meno a Manuele. E non ho quasi mai pensato al tipo della festa in maschera. 

Adoro questo periodo dell'anno: le luci natalizie, il freddo, le persone tutte un po' più gentili.
Mia mamma, da settimane, non fa che ripetermi di comprare un regalo anche per Alan: mi raccomando! Non fare l'egoista. Il povero Alan non passerà nemmeno il Natale con la sua famiglia, e bla bla bla. 

In realtà, anche se non avesse giocato questa carta, gli avrei comunque comprato qualcosa perché in questo periodo mi sento più buona e vorrei abbracciare il mondo. 

La mattina di Natale, dopo aver scartato tutti regali, aiuto i miei genitori a preparare il tutto prima dell'arrivo dei miei parenti, saltellando avanti e indietro, mentre canticchio Christmas Wrapping dei Waitresses. Il resto del mio giorno preferito lo trascorro divisa tra la tavola e il divano, sul quale mi lancio ogni volta come un sacco di patate. Le mie cuginette più piccole sono delle pesti, ma tutto sommato sono divertenti. 

Il giorno di Santo Stefano, invece, andiamo dai Lancetti. 
La prima cosa che noto entrando in casa loro è che Alan indossa il cardigan blu che gli ho regalato, aperto sopra una camicia grigia. Ci scommetto: c'è lo zampino di Anna.
Anche mamma ci ha provato prima di uscire <<Mettiti la sciarpa, il cappellino e i guanti che ti ha regalato Alan. Hai capito?>>.
<<Sì sì mamma>>. Papà mi ha fatto l'occhiolino e ha scosso la testa ridendo quando mi ha vista salire in macchina senza né sciarpa, né guanti, né cappellino. Sono belli, certo, ma mamma non può averla sempre vinta. 

Sinceramente, la situazione è anche parecchio imbarazzante: Ilaria ha regalato un maglione al suo ragazzo, non a un amico.
Per il resto la giornata è piacevole, malgrado gli svariati tentativi di Anna e mia mamma di lasciarmi sola con Alan. Perlomeno papà non ci casca e non si sgancia dalla sua sedia.

Le due signore non si arrendono facilmente e di nonchalance ne hanno ben poca: il loro piano è più che evidente. Sono molto furbe. Troppo furbe anche per me. Infatti, a metà pomeriggio Anna esclama rivolta a mia madre: <<Oh Clara, sono proprio curiosa di vedere quel dépliant di quell'hotel di cui mi avevi parlato>>.
<<Ma certo, hai ragione! Quello della promozione di Capodanno. Penso di averlo dimenticato a casa... Sabrina perché non vai a casa a prenderlo? Prendi pure la macchina, ci vorrà pochissimo>>.
<<E' indispensabile? Non ci può andare papà?>>, dico sperando di non dover andare a casa per uno stupido foglietto.
<<Cara, papà ha bevuto un po' di vino. La polizia non chiuderebbe di certo un occhio solo perché è S. Stefano. Poi dai, lo sai che Anna ci tiene>>, ribatte lei.
<<Ma mamma...>>, provo a protestare.
<<Sabrina>>, dice in un tono di rimprovero. 
<<Mamma dai, ma ti serve davvero?>>.
<<Sabrina, fammi questo favore>>, insiste guardandomi minacciosamente.
<<Va bene>>, borbotto uscendo sconfitta da questo duello.
In quel momento Anna aggiunge: <<Alan perché non le fai un po' di compagnia?>>.
Guardale, tutte e due con quel sorriso sornione.

Ho cercato di controbattere bofonchiando che non era necessario, ma nessuno mi ha ascoltata e ora mi ritrovo in macchina da sola con Alan, pronta per andare a caccia di un dépliant inutile. Insomma, è ovvio che non ce n'è davvero bisogno.

<<Certo che Anna e mamma sono proprio testarde. Il loro intento è palese>>, dico al mio passeggero non appena accendo la macchina. 
<<Ah sì? E quale sarebbe il loro intento?>>, mi chiede sorridendo. 
Questa volta non ci casco caro Alan. 
<<Grazie per la sciarpa e i guanti>>, gli rispondo cambiando discorso. 
<<Prego, spero ti siano piaciuti. Oggi ho addosso il tuo cardigan. Mi sta bene, vero?>>.
Eccola qua, una delle sue solite trappole. Se gli dico che gli sta bene, gli faccio un complimento che equivarrebbe a un "sei molto carino con quel cardigan", ma se gli dico che gli sta male insulterei il mio gusto in fatto di regali e lui ne approfitterebbe per prendermi in giro. Sono intrappolata da uno dei suoi soliti scherzetti, ma questa volta ho intenzione di deludere le tue aspettative, caro Alan.
<<Sì ti sta davvero benissimo!>> esclamo con un sorriso. Beccati questa Alan Leery. E taci.

La dura vita delle ragazze singleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora