<<Il nuovo amore getti via l'antico>>.
-Francesco GucciniCAPITOLO 32
39 di febbre. Mi sento una moribonda. Maggio non poteva iniziare meglio di così.
Non sono in forma da qualche giorno, ma ho l'impressione che l'aver girato per casa con i capelli bagnati abbia aggravato la situazione.
Papà aveva ragione a dirmi che non era ancora abbastanza caldo e così, adesso sono costretta in casa, weekend compreso, per rimettermi con tanto riposo e spremute.Ho tanto tempo per pensare e rivedermi la scena di me che dico ad Alan "sai non mi dispiaci" e lui che mi risponde schifato. Fosse il mio primo due di picche forse non sarei così sconfortata, ma è possibile che, nella mia breve esistenza, sino ad ora io abbia ricevuto solo rifiuti?
Sin dalla mia prima cotta, all'età di 11 anni, non c'è mai stato nessun ragazzo che mi abbia detto "Ok, Sabrina, mettiamoci insieme" e lo intendesse sul serio.
E che palle! Non ho bisogno di un fidanzato, ma vorrei sentirmi amata sul serio.
Questa ricerca dell'amore mi ha proprio stufata: basta, basta, basta.
Da ora in poi mi concentrerò su quanto segue: lo studio, il mio futuro, la mia famiglia, i miei amici, divertirmi e, infine, me stessa.Quando Giorgia viene a casa mia, mi trova avvolta nella coperta come in un bozzolo, immersa nei miei film mentali.
<<Sei proprio una scema!>> dice senza nemmeno salutarmi, <<ma stai bene vero?>>.
<<Ehi non è colpa mia. Trattami bene, sono ammalata. Ho la febbre. E il raffreddore. Sono uno straccio. Come se il rifiuto di Alan non bastasse>>, mugolo.
<<Eppure c'è qualcosa di strano. Pensavo gli piacessi. Da come parlava di te e da quello che mi hai raccontato tu...ne ero certa>>.
Scuoto la testa e lei continua: <<Allora perché ha provato a baciarti in montagna? Non capisco!>>.
<<Gio, dovresti sapere meglio di me che a volte i baci si danno senza sentimento. Vedi Michela. E poi non mi ha nemmeno baciata, si è fermato! Della serie che mi ha guardata meglio e ha pensato "ops, hell no">>.
<<Non capisco. Comunque, lo sa che sai malata? Potrei dirgli che sei a casa tuuuuutta sola. Sola e ammalata>>.
<<Nooo! Non farlo... guardami! E poi lo sai che a breve torneranno i miei>>, rantolo con la mia voce rauca.
Giorgia scoppia a ridere dicendo che stava scherzando, ma io sono seria: probabilmente, se Alan mi vedesse in questo stato pietoso, si complimenterebbe con sé stesso per la scelta fatta.Passo il resto della giornata a riposarmi e alle 20.30, dopo un orrido brodino caldo, sono già a letto. Di solito sopporto bene la febbre, ma questa volta mi sento proprio a terra.
Mezz'ora dopo mi risveglio di soprassalto al suono del citofono. Probabilmente saranno Anna e Fortunato. E' sabato sera e spesso, quando non si ritrovano in qualche ristorante, passano di qua a bere il caffè con i miei.
Richiudo gli occhi e cerco di addormentarmi nuovamente, quando sento dei passi salire le scale seguiti, poco dopo, da un lieve bussare.
Non ci posso credere: Alan apre lentamente la porta della mia camera, mi saluta e si siede sul mio letto.
Dopo un istante di confusione, mi metto a sedere con uno scatto così rapido da farmi girare la testa.<<Allora... sei malata?>> esordisce, vagamente imbarazzato.
<<Che ci fai qui?>>.
<<Giorg... Non avevo altro da fare!>>.
<<Di sabato sera? Ma questa non è la voce di Anna?>>.
<<Ero stanco, ma se non mi vuoi me ne vado. Anna e Fortunato stavano venendo per bere un caffè dai tuoi, così mi sono aggregato>>.
<<Hai detto che eri stanco>>, replico confusa.
<<Stanco per uscire e fare serata. Non fare la polemica, dai>> mi risponde sornione.
<<Oh, beh...grazie, credo. Ti va di bere qualcosa? Possiamo scendere>> esclamo agitata alzandomi in piedi, sperando di sfuggire da questa situazione imbarazzante.
<<Bel pigiama>>, Alan mi prende per il braccio e mi fa sedere nuovamente.Perché diamine devo sempre comprare dei pigiami ridicoli da bambina di 3 anni? Questo ha su un coniglietto stilizzato con una carota tra le zampe: sex-appeal zero.
<<Dunque hai la febbre?>> dice appoggiando delicatamente la sua mano fresca sulla mia fronte calda. Al suo tocco, rabbrividisco e sento una stretta insopportabile alla bocca dello stomaco.
<<Alan... Se... Se fai così, mi confondi>>.
Lui ritrae la mano di scatto, come se si fosse scottato, e cambia, abilmente, discorso cominciando a parlare della mia camera e borbottando sul fatto che sono l'unica persona che conosce che potrebbe avere appeso sopra il letto un poster dei Beatles con la scritta Kiss your favourite.
<<Bello il poster di Indiana Jones però>>, dice puntando un dito verso la parete. Continua a guardarsi intorno, analizzando tutte le cose imbarazzanti che ho in camera.
I suoi occhi si posano poi sul pacchetto regalo che c'è sulla mia scrivania.
<<L'avevo preso per il tuo compleanno>>, gli dico anticipandolo.
<<Mi hai comprato un regalo? Non ho nemmeno fatto la festa>>, mi risponde stupito mentre si passa la mano tra i capelli, come fa sempre quando è a disagio.
<<Puoi prenderlo! Se ti va>>.
<<Se mi va?! Perché non dovrebbe andarmi? Grazie>>, dice prima di aprire il pacchetto.
<<Alan, perché sei qui? Dopo quello che...>>, inizio a chiedergli in maniera confusa. Ma non ho il tempo di finire perché mio padre entra in camera mia con uno sguardo poco amichevole.
Per un istante, ho temuto tirasse fuori una mazza da baseball e cominciasse a brandirla urlando "Tu e la mia bambina qui da soli, nella sua camera" o qualcosa del genere, ma invece ha detto: <<Perché non scendete a bere qualcosa? Bri- Bri, vieni a salutare Anna e Fortunato se ce la fai>>. Fulmina Alan con lo sguardo ed esce lasciando la porta aperta alle sue spalle.
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La dura vita delle ragazze single
ChickLitAvete mai immaginato come sarebbe stata Bridget Jones se avesse avuto 18 anni? Sabrina si sente come lei: una ragazza normalissima, impacciata e divertente, con una voglia folle di innamorarsi come qualsiasi ragazza della sua età. Quando, durante...