Maggio (3)

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CAPITOLO 34

Quando Alan, a malincuore, è costretto ad andare via, io mi ritrovo in uno stato di trance.

Sperando non si sia trattato di un sogno, afferro il cellulare e comincio a scrivere all'impazzata alle mie amiche e a Ricky:
Non potete immaginare. Ho baciato Alan!!!

Nel giro di due secondi il mio cellulare comincia a squillare e, non appena rispondo, Michela comincia ad inondarmi di domande.
<<Voglio sapere tutto! Eravate da soli? A casa tua? E cos'è successo? L'hai baciato tu o ti ha baciata lui? Vi siete solo baciati? Oh mio Dio!>>, esclama eccitata.
<<Non lo so, non so come sia potuto accadere! E' piombato a casa mia dicendo che voleva parlarmi e, come puoi immaginare, non capivo cosa volesse. Poi a un certo punto ha iniziato ad avvicinarsi, ma l'ho respinto perché...>>.
<<Che cazzo vuol dire che l'hai respinto?>>, mi interrompe lei.
<<Avevo paura che mi stesse prendendo in giro come al solito! Comunque, ascolta. Ha iniziato a dire che mi trova sexy e che gli piaccio... e l'ho baciato! Io! Gli sono saltata addosso>>.
<<Oh brava! Finalmente>>, dice fieramente.
<<Lui però mi ha fermata e ha detto, testuali parole, che pensa di essersi innamorato di me! Capisci? Innamorato!>>, esclamo felice.
<<Wow! Sembra una scena da film. Wow>>, continua a ripetere.
<<Già! E ti ricordi di Clark Kent al mio compleanno? Era lui!>>, sono letteralmente su di giri.
<<No! Scherzi? Quel figone di un Superman>>, risponde.

Non appena riattacco sono costretta a scrivere tutto nei dettagli in un messaggio perché Riccardo, essendo al lavoro, non può permettersi di telefonarmi, ma vuole comunque sapere tutti i particolari. Mi sento molto importante.
Per la prima volta ho qualcosa di veramente emozionante da raccontare e mi piace ripeterlo per convincermi che non si tratti di un sogno.
A confermarlo è il messaggio che ricevo da parte di Alan:

Sabato sera sei mia. Pizza, ok? Ti passo a prendere alle 19.

Non posso fare a meno di avvampare, mentre gli rispondo che la pizza è sempre ok.

Honey, non vedo l'ora di vederti

Non dirlo a me, Alan. Da quando ci siamo baciati non riesco a smettere di pensare alle sue labbra morbide e calde.
Passo la settimana a chiedermi quanto sarebbe strano se mi presentassi dai Lancetti solo per baciarlo, ma, per fortuna, alla fine arriva anche il sabato.
Alle 19 Alan si fa trovare, puntualissimo fuori da casa mia, appoggiato alla macchina in una posa alla James Dean. Appena mi vede intreccia le sue dita con le mie e, prima di baciarmi, sussurra: <<Finalmente>>.
Mi porta in una pizzeria sul Lago Maggiore e, dopo la pizza, mi invita ad assaggiare il suo dessert al cioccolato dall'aria molto invitante. O mi conosce davvero bene oppure si è accorto che, davanti al suo dolce, mi è venuta la bava alla bocca.
Mi viene il sospetto che l'abbia ordinato apposta per me visto che lui non è un grande fan del cioccolato. Appena porto il cucchiaino alla bocca mi lascio andare in un sospiro godurioso al punto tale che Alan, con il suo solito sorrisetto, mi sussura: <<Sabrina, ti prego. Abbi pietà di me e non fare questa faccia e questi versi perché non so per quanto potrei resistere>>.
<<Davvero?>>, gli rispondo imbarazzata, ma felice perché, almeno per una volta, mi sento come se avessi il coltello dalla parte del manico.
<<Ma resisteró. Non voglio correre troppo perché ci tengo davvero a te>>, mi dice facendomi l'occhiolino.

Quando usciamo dal ristorante Alan mi avvolge le spalle con il suo braccio e io cingo la sua vita con il mio.
Mentre passeggiamo abbracciati gli ripeto che mi dispiace perché avrei voluto accorgermi prima dei miei sentimenti. Così avremmo avuto più tempo a nostra disposizione.
<<Ehi, ti devo citare Love Story? E poi sono io l'idiota che ha rischiato di rovinare tutto prima che potesse iniziare>>.
<<Alan...quando ti sei accorto di essere interessato a me?>>.
<<Risponderò solo se anche tu risponderai, d'accordo?>>.

Annuisco e lui sospira.

<<Non ti arrabbiare, ok? Da subito. All'inizio però era più che altro un gioco, stuzzicarti, prenderti in giro... hai sempre reazioni divertenti e me ne sono accorto già dalla prima sera>>.
<<Lo sapevo! Lo sapevo, idiota>>, gli dico staccanfomi da lui e puntandolo con il dito, <<sapevo che lo facevi apposta>>.

Lui scoppia a ridere e mi scocca un bacio sulla testa.

<<Un gioco che è sfuggito al mio controllo, honey. Forse, la situazione ha iniziato a sfuggirmi di mano quando eravamo in montagna. Appena mi sono accorto di aver ferito i tuoi sentimenti, ho realizzato che stavo esagerando. E mi sono sentito di merda. Poi, passando del tempo insieme, ho iniziato a provare un assurdo istinto di protezione nei tuoi confronti. Il resto lo sai>>.

<<In montagna sei stato proprio uno stronzo. Io, all'inizio, non potevo sopportarti e, ogni volta che credevo di essermi avvicinata a te, mi sentivo improvvisamente respinta>>.

<<Non dirlo a me che ti ho visto soffrire per degli idioti>>.

<<Anche tu mi trattavi male e ti ricordo che eri off-limits. Non ti innamorare di me>>, esclamo facendogli il verso e cercando di imitare il tono della sua voce quando, quella notte di settembre, aveva detto queste parole.

<<E alla fine quello che si è innamorato sono io>>, dice passandosi la mano tra i capelli. Mi rendo conto di essere veramente fortunata.

<<Lo sono anch'io>>, gli rispondo sorridendo.

<< La cosa mi spaventa, honey. È la prima volta che mi sento così, con la voglia di proteggerti, passare tutto il tempo con te, baciarti... ma anche con la paura di feriti o, peggio, perderti>>.
<<Già. Io ho paura perché sono troppo felice e una parte di me non può fare a meno di chiedersi cosa potrà rovinare questa felicità. Forse la tua partenza>>, gli dico malinconica.

<<Sarà dura, ma ti conosco abbastanza bene da essere sicuro che non ci lasceremo tanto facilmente. Anche perché, ti ricordo, qualcuno sta già progettando il nostro matrimonio da tempo>>.

Io scoppio a ridere pensando a mia mamma e Anna che, da mesi, cercano in ogni modo di farci avvicinare.

<<Vieni da me quest'estate. A Londra. Poi potremmo andare anche in Australia se ti va>>.

<<Australia? Il volo costa tantissimo!>>.

<<Forse non hai capito che i soldi non sono un problema. E prima che tu possa dire no>>, continua appoggiandomi un dito sulla bocca, <<pensa che non si tratta di un regalo per te, ma di un regalo per me. Per passare più tempo possibile con te>>.

<<Ci penserò, ma per Londra è assolutamente ok>>, gli dico baciandolo.
Alan mi stringe contro di sé al punto tale che non posso fare a meno di notare l'allegria dei suoi "paesi bassi".
Lo guardo scandalizzata e, puntando il dito verso il basso, sussurro: <<Non ti facevo così allupato>>.
<<Colpa tua, mi fai questo effetto. Già guardare senza toccare era difficile... figurati così! Ma, ripeto, non bruciamo le tappe>>, mi risponde con un occhiolino.

Se sapesse che effetto ha lui su di me... Se non fosse per la paura, gli sarei saltata addosso da tempo. Ma sono contenta che capisca che non voglio correre.

La dura vita delle ragazze singleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora