7. Non si giudica a prima vista ( può essere peggio)

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Cosa diamine mi è preso, offrirgli una cosa del genere. Ed io che volevo prepararmi una bella cenetta a base di pesce, ora dove lo trovo il pepe! E la pancetta? Dannazione! Mi affaccendai per la cucina, facendo incursione anche tra le sue provviste. Dopo tutto stavo cucinando anche per lui. Alla fine misi a fare gli spaghetti e apparecchiai la tavola per due. Prima i fiori, poi la cenetta, di questo passo... Mi raggelai. Questo non assomiglia troppo ad un appuntamento? Arrossì, chinandomi a prendere la forchetta che avevo lasciato cadere a terra. La sciacquai e la rimisi apposto. No, è solo una normale cena tra coinquilini! Non c'è nulla di strano, né di romantico! mi ripetei più volte, mentre scolavo la pasta e aggiungevo nella pentola il sugo della carbonara, composto da : pancetta soffritta, uova sbattute e parmigiano. Aggiunsi anche la pasta e mischiai il tutto con una buona dose di pepe nero. Preparai i piatti e li portai a tavola. Salì di sopra per chiamare Nate. Mi aspettavo di trovarlo addormentato sul divano, ma non era in soggiorno. Andai verso la sua stanza. Sentì il consueto ticchettio provenire dall'interno. Bussai alla porta.

<<Signor Ferraro? È pronto!>> lo chiamai, sentendomi come un cameriere o un maggiordomo.

Sentì dei rumori e arretrai verso il divano. Nate uscì dalla camera, chiudendosi la porta alle spalle. Non riuscì a sbirciarne l'interno.

<<Arrivo>> replicò lui, con voce stanca.

Indossava ancora la camicia verde ricamata con la quale era entrato in casa. I primi quattro bottoni lasciavano scoperto il petto abbronzato e muscoloso. Non l'ho mai visto andare a mare, probabilmente si farà le lampade pensai distrattamente, avviandomi al piano inferiore.

<<Oh, che carino! Hai preparato per un esercito?>> ridacchiò lui, vedendo la tavola preparata alla perfezione con piatti bianchi contenenti una montagnetta di pasta fumante, bicchieri di vetro e forchette posate su tovagliolini di carta.

Avevo messo a tavola sia vino, che birra, che acqua, non sapendo cosa lui preferisse.

<<Guarda che l'ho fatto solo perché mi sembri sul punto di svenire.>> replicai, stizzito. << Non ti ci abituare!>>.

Mi sedetti al tavolo e lui di fronte a me. Assaggiò una forchettata di pasta. Perché diavolo sono così teso? Chi se ne frega se non gli piace!

<<Non male!>> approvò infine lui, prendendo a mangiare con voracità.

Lo imitai.

<< Sai, non faccio un pasto decente da due mesi, probabilmente per questo mi sembra deliziosa.>> commenta.

Deve proprio rovinare l'atmosfera parlando? Non può apprezzare e tacere e basta? Ah, la prossima volta lo lascerò morire di fame!

<<Due mesi? Ma di cosa ti nutri allora?>>.

<<Panini, cibo surgelato, bibite energetiche e dolci.>> replicò tranquillamente lui.

<<Come mai? Non sai cucinare?>> nascosi un sorriso.

<<No, è il lavoro. Quando torno a casa sono sempre stanco.>>.

Percepì una leggera nota di malinconia nella sua voce, o forse me l'ero solo immaginata

<<Ora sarà diverso? Hai detto di aver concluso il ciclo...>>.

<<Lo spero. Ho un po' più tempo. Dovrei riuscire a tornare per le otto o nove ogni sera.>>.

<<Devi mangiare meglio, alla tua età dovresti saperti prendere cura di te stesso.>> lo stuzzicai.

Quell'uomo m'irritava parecchio.

Tu sei mio, arrenditi!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora