8. Le pene d'amore ( meglio guardarle dall'esterno)

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Il giorno dopo, dopo una pessima notte, tre tazze di caffè e latte e una lunga capatina in bagno, ero pronto per il lavoro. Erano appena le sette e trenta, ma ero deciso a provare ad evitare Nate. Senza un perché, solo m'imbarazzava vederlo... L'ultima volta che ero uscito dalla camera, del mio coinquilino non c'era traccia, quindi sarei dovuto tranquillamente arrivare alla porta senza intoppi, no? Ovviamente Mai Una Gioia! Scendendo dal secondo piano incrociai Nate in salotto. Aveva un sorriso stampato sul volto e indossava una camicia a fiori colorati aperta a mostrare il petto liscio e abbronzato e un pantalone bianco lungo, oltre a sandali marroni. Sembra un modello di una rivista per sole donne pensai alzando gl'occhi al pesante lampadario sul soffitto.

<<Buongiorno.>> mi salutò lui per primo, allegro, pimpante, riposato.

In una parola, irritante

<<Buongiorno. Non è troppo presto per un appuntamento galante?>> chiesi, prima di riuscire a fermarmi.

Perché mai gliel'ho chiesto? Cosa me ne frega? Non mi riguarda certo quanto tempo passa con qualcuno o cosa fa!

<<Si, ma necessario. Ci basterà appena tutta la giornata per recuperare il tempo perso.>> ridacchiò lui, facendomi l'occhiolino.

<<Ah, questi dettagli tieniteli per te!>> replicai, oltrepassandolo in fretta, diretto alla porta.

<<Quindi il tuo coinquilino passerà una bella giornata romantica e zuccherosa?>> mi chiese Valeria, mentre mi aiutava a mettere apposto dei volumi che una banda di liceali aveva fatto cadere.

Alla fine le avevo raccontato di come mi ero "auto sfrattato di casa per un giorno", anche perché non sapevo proprio come passare quella serata. Non avevo certo intenzione si ritornare prima di mezzanotte o l'una, per evitare di cogliere di sorpresa i due piccioncini. Normalmente sarei uscito con Ted, ma erano parecchi giorni che il mio migliore amico era sparito nel nulla. Non sapevo proprio come contattarlo, dato che non possedeva un cellulare e non volevo neanche presentarmi a casa dei suoi nonni così, di punto in bianco, o interferire col suo lavoro.

<<Magari la porterà in giro a fare shopping, o in spiaggia e le comprerà un regalino e dei fiori. Poi le cucinerà una cenetta romantica e si vedranno un film insieme, abbracciati l'uno all'altro sul divano per poi salire in camera...>> continuò lei, con aria sognante e tenendosi le mani sulle guance.

Mi stava facendo venire la nausea. Che io sappia non si sono visti da quasi un mese, quindi credo che rimarranno a casa a divertirsi per tutta la giornata. Pensai solo, ovviamente non lo dissi a Valeria. Perché stroncarle l'immagine da romanzo rosa che si era costruita?

<< Già ed io voglio essere lontano da quella casa.>> sospirai.

<< Hai dei programmi?>>.

<<Non ancora.>> mormorai, guardandola negl'occhi scuri.

<<Sai...anch'io ho voglia di uscire...stasera. Magari potrei farti compagnia?>> sussurrò lei, arrossendo.

<<Mi farebbe piacere.>> le sorrisi, sincero.

<< Ok, allora, dove vuoi andare?>> mi chiese, senza guardarmi.

<< Facciamoci un giro per il centro. Magari ci fermiamo in qualche bar o in pizzeria. Che ne pensi?>> riflettei.

<< Va bene tutto.>> mormorò lei.

<<Ottimo.>> sorrisi, pregustando una bella seratina in compagnia.

Valeria era una buon'amica e trovavo le conversazioni con lei davvero rilassanti.

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