22. Il Karma colpirà ( ma nell'attesa, ci penso io)

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Mi girai a pancia sotto, affondando la testa nel cuscino. Feci del mio meglio per rilassarmi. Non avevo certo dimenticato che dall'altro lato del pianerottolo abitava il padre di Nate. Più che altro avevo chiuso a chiave quell'incontro imbarazzante in uno scrigno nella mia mente, che poi avrei riaperto appena sarei stato pronto a vagliarne il contenuto. L'avevo solo rimandato a domani. O magari a dopodomani. Forse avrei dovuto buttare via la chiave. Inoltre Nate aveva detto che se ne sarebbe occupato lui, quindi sarebbe sicuramente andato tutto bene. Sii, come no!.

Sentì una mano accarezzarmi il fianco, lentamente, su e giù. Spalancai gl'occhi. Era buio intorno a me. Devo essermi addormentato pensai. Alle mie spalle c'era Nate. Ne ero sicuro per il calore che avvertivo, per la forma del suo petto, ormai così familiare a me, per la morbidezza e durezza della sua pelle e delle sue mani da scrittore. La sua lingua guizzò lungo il mio orecchio. Il suo profumo di sapone e sigaretta m'inebriava. Smetterò mai di provare queste sensazioni? Smetterò di provare questi sentimenti, ogni volta che lo vedo, che lo sento, che lo tocco? Mi girai e incuneai la testa sul suo collo. Lui mi alzò il mento. I nostri sguardi s'incontrarono.

<<Scusa se ti ho svegliato.>> mormorò.

Il suo sorriso era così candido e aperto che riuscivo a distinguerne i contorni anche nell'oscurità.

<<Che ore sono?>> gracchiai con voce bassa.

<<Le tre.>>.

<<Dannazione, cos'ha questo orario di tanto speciale per te?>>.

<<Nulla, coincidenza. Mi mancavi.>> sussurrò lui, ponendo le labbra sulle mie.

Lo respinsi gentilmente, con una mano sulla sua guancia. La barba mi solleticò il palmo.

<<Nate? Domani ho Università. Giornata piena.>>.

<<Lo so, scusa. Voglio solo tenerti accanto. Posso?>>.

<<Certo.>> sospirai, girandomi nel suo abbraccio e aderendo con la schiena al suo ampio torace nudo.

<<Non potevi indossare una canotta?>>.

<<Troppo caldo.>> rispose lui, aderendo anche con le gambe alla curva delle mie natiche.

Almeno indossa i pantaloni.

<<Questa posizione non va bene!>> dichiarò lui.

In effetti ero anch'io dello stesso avviso. Mi distanziai un po', ma lui mi riprende, stringendomi a se.

<<Nate!>>.

<<Voglio abbracciarti.>>.

Sbuffando mi girai fino ad incrociare gl'occhi con i suoi.

<<No, non va bene neanche questa.>> annunciò lui, prima di baciarmi con passione e salire a cavalcioni su di me.

<<Nate! Per favore...>> mormorai, appena mi consentì di respirare.

Lui mi passò le mani sul torace e lo sentì rabbrividire.

<<Scusa.>>.

Scese dalle mie gambe e si voltò su un fianco, bloccandomi in posizione supina con un braccio sul mio stomaco.

<<Ora va bene?>> ridacchiai.

<<No...>> sbottò lui, scendendo con la mano a toccarmi tra le gambe.

Le sue labbra scesero sul mio petto.

<<Ah, Nate!>>.

Il giorno dopo arrivai in ritardo e assonnato all'università...

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