20. Conoscenza col vicino ( perché tutti a me i casi clinici?!)

1.1K 35 10
                                    

<<Ora ti sei riposato, vero?>> domandò lui, facendomi sedere.

<<Si, un po'.>>.

<<Ed hai anche recuperato un giorno intero di digiuno.>> continuò, mettendo le ginocchia ai lati delle mie gambe.

Indietreggiai. Non mi piace il suo sguardo.

<<Si, cena squisita, complimenti.>>.

<<Grazie. Allora...veniamo alle cose serie.>> mormorò, seguendo i miei movimenti.

Mi sedetti sui cuscini e Nate si accovacciò davanti a me.

<<Cose serie? In che senso?>>.

Nate mi prese un braccio e mi tirò verso di se.

<<No...ehi, stavamo parlando.>> mi lamentai.

Lui mi fece distendere a pancia in giù con uno spintone e mi torse un braccio dietro la schiena, salendo su di me. Mi aveva immobilizzato in pochi secondi. Passò la lingua sulla mia nuca, provocandomi brividi in tutto il corpo.

<< Sai, sono molto arrabbiato con te.>>.

<<Cosa? Arrabbiato? Perché?>>.

Mi passò la mano sotto la canotta, sollevandola. Mi mordicchiò la schiena, seguendo l'arcata della colonna vertebrale, scendendo sempre più giù.

<<Osi anche chiederlo?>> domandò in un roco sussurro.

Merda, la sua voce si è già abbassata.

<<Ecco, non abbiamo chiarito?...Cioè... questo non dovrebbe essere il momento di pace e gentilezza?>> lo esortai io.

<< Luca...sei stato lontano da me per nove ore filate.>>.

Mi diede uno strattone al pantalone.

<<Non mi hai chiamato...>>.

Mi calò i calzoni fino alle ginocchia.

<<...non hai risposto ai miei tentativi di contattarti...>>

Mi sfilò i pantaloni e li buttò a terra.

<<...sei andato ad una festa con un certo Marvin conosciuto da un giorno...>> continuò, obbligandomi ad alzare le braccia.

<<Ah, fa male!>> sbottai.

<<... ho trovato le tue chiavi di casa abbandonate sul pianerottolo...>> continuò.

Mi tolse la maglia.

<< ... non sapevo dove fossi, né con chi fossi, né se fossi stato rapito o altro...>>.

Sentì il fruscio dei suoi vestiti mentre li toglieva, sempre mantenendo una ferrea presa sui miei polsi con una mano.

<<...inoltre torni a casa con la puzza d'erba sulla pelle...>>.

Caspita ma in questo palazzo hanno tutti l'olfatto di cani da tartufo?!

<<A...aspetta...cioè...>> ansimai, quando sentì la pelle del suo torace a contatto con la mia schiena nuda.

<<...oh, e quel che è peggio, parli al telefono di un certo Ted appena ti degni di richiamarmi.>> sussurrò dolcemente, mentre mi pizzicava le costole, scendendo con le mani sempre più in basso.

<<No...vedi...è solo un amico.>> balbettai.

Cercai di gattonare in avanti, ma lui mi bloccò contro di se, stringendomi dolorosamente ai fianchi e togliendomi quel po' di respiro che mi rimaneva.

Tu sei mio, arrenditi!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora