<<Ora ti sei riposato, vero?>> domandò lui, facendomi sedere.
<<Si, un po'.>>.
<<Ed hai anche recuperato un giorno intero di digiuno.>> continuò, mettendo le ginocchia ai lati delle mie gambe.
Indietreggiai. Non mi piace il suo sguardo.
<<Si, cena squisita, complimenti.>>.
<<Grazie. Allora...veniamo alle cose serie.>> mormorò, seguendo i miei movimenti.
Mi sedetti sui cuscini e Nate si accovacciò davanti a me.
<<Cose serie? In che senso?>>.
Nate mi prese un braccio e mi tirò verso di se.
<<No...ehi, stavamo parlando.>> mi lamentai.
Lui mi fece distendere a pancia in giù con uno spintone e mi torse un braccio dietro la schiena, salendo su di me. Mi aveva immobilizzato in pochi secondi. Passò la lingua sulla mia nuca, provocandomi brividi in tutto il corpo.
<< Sai, sono molto arrabbiato con te.>>.
<<Cosa? Arrabbiato? Perché?>>.
Mi passò la mano sotto la canotta, sollevandola. Mi mordicchiò la schiena, seguendo l'arcata della colonna vertebrale, scendendo sempre più giù.
<<Osi anche chiederlo?>> domandò in un roco sussurro.
Merda, la sua voce si è già abbassata.
<<Ecco, non abbiamo chiarito?...Cioè... questo non dovrebbe essere il momento di pace e gentilezza?>> lo esortai io.
<< Luca...sei stato lontano da me per nove ore filate.>>.
Mi diede uno strattone al pantalone.
<<Non mi hai chiamato...>>.
Mi calò i calzoni fino alle ginocchia.
<<...non hai risposto ai miei tentativi di contattarti...>>
Mi sfilò i pantaloni e li buttò a terra.
<<...sei andato ad una festa con un certo Marvin conosciuto da un giorno...>> continuò, obbligandomi ad alzare le braccia.
<<Ah, fa male!>> sbottai.
<<... ho trovato le tue chiavi di casa abbandonate sul pianerottolo...>> continuò.
Mi tolse la maglia.
<< ... non sapevo dove fossi, né con chi fossi, né se fossi stato rapito o altro...>>.
Sentì il fruscio dei suoi vestiti mentre li toglieva, sempre mantenendo una ferrea presa sui miei polsi con una mano.
<<...inoltre torni a casa con la puzza d'erba sulla pelle...>>.
Caspita ma in questo palazzo hanno tutti l'olfatto di cani da tartufo?!
<<A...aspetta...cioè...>> ansimai, quando sentì la pelle del suo torace a contatto con la mia schiena nuda.
<<...oh, e quel che è peggio, parli al telefono di un certo Ted appena ti degni di richiamarmi.>> sussurrò dolcemente, mentre mi pizzicava le costole, scendendo con le mani sempre più in basso.
<<No...vedi...è solo un amico.>> balbettai.
Cercai di gattonare in avanti, ma lui mi bloccò contro di se, stringendomi dolorosamente ai fianchi e togliendomi quel po' di respiro che mi rimaneva.
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Tu sei mio, arrenditi!
RomanceSalve a tutti! Ho deciso di cimentarmi in questo nuovo genere ( storia d'amore gay). Spero che vi piaccia. Commenti bene accetti. Sinossi: Luca Torre si ritrova a convivere col bizzarro e misterioso Nate Ferraro, uomo dagli interessi particolar...