9. Un appuntamento a tre (a quattro o cinque o sei)

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Arrivammo davanti al negozio, puntualissimi. Valeria era in ritardo e Luigi era così nervoso che non riusciva a stare fermo. Continuava a passeggiare avanti e indietro. Il culmine lo toccò quando si mise a girare in tondo, descrivendo la circonferenza di un cerchio pressoché perfetto, come un cane che si rincorreva la coda.

<<Ma quanti anni hai?>> chiesi, infastidito, appoggiandomi al muro accanto al negozio.

<<Ventitré, perché me lo chiedi?>> sussurrò lui, senza fermarsi.

<<E non sei mai uscito con qualcuna?>>.

<<Si, però...>>.

<<Cosa?>>.

<<Lei è speciale.>> mormorò, immobilizzandosi davanti a me.

<<In che senso è speciale?>>.

<<Quando vedo il suo sorriso o sento i suoi passi o osservo la sua coda di cavallo che oscilla, io mi agito. Non riesco più a pensare lucidamente. Vorrei solo starle accanto. Poi, quando quella volta mi urtò per sbaglio, sentì per tutta la giornata la mia schiena bruciare. La sensazione non se ne andava. Poi mi irrito ogni volta che parla con qualcuno, con te, con il vostro direttore. Io tengo davvero molto a lei. Ma, se oggi non andasse bene? Se l'annoiassi? Se non s'interessasse neanche a me? Se iniziasse a odiarmi? Se...>>.

<<Basta!>> lo interruppi, afferrandogli i gomiti.

Lo fissai negl'occhi.

<<Andrà tutto bene, fidati di me.>> affermai, convinto.

Lui annuì, seppur riprendendo a camminare. Io ho mai provato simili sensazioni per qualcuna? Incrociai le braccia al petto, incupendomi. No, non mi pare. L'unica persona a cui mi sono mai affezionato tanto è Ted, ma è diverso. Siamo migliori amici dall'infanzia. È assolutamente normale proteggersi a vicenda e sentire l'uno la mancanza dell'altro. Di sicuro non avrò mai questo rapporto con Nate. Chissà che cosa starà facendo...Veramente avevo un'idea piuttosto precisa su cosa stesse facendo il mio coinquilino ed ero sicuro che quell'attività non prevedesse vestiti addosso. Il pensiero mi faceva agitare parecchio e sentivo risalirmi in gola il riso, se così lo si poteva chiamare, del pranzo. Pensare a Nate in compagnia di ragazze come quella Bea della prima sera m'infastidiva parecchio, anche se non capivo perché. Era così e basta. Non è forse quel che ha detto di provare Luigi quando Valeria parla con me? a quel pensiero del tutto fuori posto, il mio volto si arroventò. Rabbrividendo, mi girai velocemente verso il muro per nascondere la mia confusione, ma inciampai e sbattei la testa contro le mattonelle grigie. Ahi! Come se il mio cervello non fosse danneggiato abbastanza, cavolo!

<<Cosa fai? >> si allarmò Luigi, sgranando gli occhi.

<<Niente.>> borbottai, imprecando a bassa voce.

La fronte mi faceva davvero male. Bene! Me lo merito! Un pensiero del genere...sono un idiota, uno stupido!

<<Ehi!>> sentì Valeria urlare.

La vidi correre verso di noi, agitando la mano e sorridendo. Mi staccai dal muro e le sorrisi, invece Luigi s'immobilizzò di schiena. Le sue orecchie erano rosse.

<<Sei in ritardo.>> l'accusai, in tono leggero.

<<Ehi, io non arrivo in ritardo, io creo suspense.>> mi fece la linguaccia lei.

Ridacchiai a quella vecchia battuta, squadrandola. Per l'occasione si era lasciata i capelli sciolti, che le ricadevano come un telo nero di seta oltre le spalle e si era truccata gli occhi castani scuri di un rosa tenue abbinato al top rosa scollato e alla gonna pieghettata nera che le arrivava a mezza coscia. Inoltre indossava delle zeppe bianche a fiori rosa e smalto perla sia sui piedi che sulle mani. Le labbra erano di un rosa leggermente più carico del top. Ok, è sexy approvai. Mi girai e presi Luigi per un gomito. Lo costrinsi a girarsi difronte a lei.

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