3.Alla ricerca dell'appartamento perfetto (ma economico)

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L'indomani mi svegliai di buon'ora, feci colazione con latte e caffè. Per l'occasione desiderai apparire come un "rispettabile uomo d'affari", quindi indossai un pantalone beige leggero e una camicia a lunghe maniche bianca. I capelli si erano asciugati più ricci di come pensavo, ma andavano bene ugualmente. Scesi di casa indossando converse bianche e mi avviai verso la piazza grande che si trovava poco distante dal mio luogo di lavoro. Era una bella piazza rotonda con molti bar e negozi costosi dove non avevo mai messo piede. Dato che erano le vacanze estive, sentivo persone dagli accenti più disparati e dalle diverse lingue conversare tra loro anche a gesti per capirsi. Per poco un uomo di mezz'età non m'infilzò in un occhio con la canna da pesca che gli spuntava da una spalla. Bambini in costume e pareo correvano verso il Lungomare e i genitori urlavano loro di fermarsi, tra una boccata di sigaretta e un sorso di tè a limone con ghiaccio. Insomma, era Estate e si sentiva nell'aria. Odore di salsedine e fragole e lozioni abbronzanti. Schiamazzi e risate che si alternavano al rumore poco lontano delle onde. Ed io non ero diretto al mare! Che ingiustizia!

Entrai all'agenzia immobiliare della cugina di Valeria. Era piuttosto caotica, con telefoni che squillano e un condizionatore che ronzava a piena potenza. L'agenzia era divisa in cubicoli, ognuno con una scrivania bianca, due comode poltroncine verdi ai lati opposti di essa e un computer.

<<Ah, tu devi essere Luca.>> mi salutò una giovane donna dall'aria efficiente, venendomi incontro.

Indossava un tailleur azzurro e dei tacchi alti beige. Aveva i capelli castani legati in una treccia sulla spalla e gli occhiali dalla montatura sottile grigia che coprivano grandi occhi verdi. Era alta quanto me con quelle scarpe di vernice chiare.

<<Sono Marissa Chermi, la cugina di Valeria.>> disse, porgendomi la mano.

<<Luca Torre.>> mi presentai io, stringendola.

<<Valeria mi ha parlato di lei.>>.

<<Spero cose buone.>>.

<<Si, certo. Lei è un gran lavoratore ed ha una situazione difficile alle spalle.>>.

<< Si.>> confermai.

<<Capito, farò il possibile per aiutarla. Mi segua.>>.

Mi condusse nel terzo cubicolo e ci sedemmo. Ero un po' nervoso. Lei premette qualche tasto di fronte al suo computer. La scrivania era ordinatissima, a parte alcune riviste accantonate in un angolo.

<<Uhm, sa già la cifra che vorrebbe spendere?>>.

<<Si.>>.

Gliela dissi.

<<Capisco, dovrebbe andar bene.>>.

Digitò qualcosa al computer e la stampante iniziò a ronzare e cacciare fogli.

<<Ok, ho una lista di case da mostrarle. Possiamo andare anche adesso.>> disse lei dopo aver esaminato alcuni documenti.

Uscimmo nel caldo afoso del mattino. Usando la macchina aziendale, una cinquecento bianca, visitammo più case in ogni parte della città. Una si rivelò essere troppo vicina alla stazione.

<<Il rumore del treno è assordante.>> mi lamentai.

<<Ma i treni passano solo ogni venti minuti, non se ne accorgerà più dopo un po'.>> cercò di convincermi lei.

Un'altra aveva una strana disposizione. Ogni finestra era chiusa ed era sistemata a tre metri d'altezza. L'appartamento aveva un soffitto molto alto. Ma è costruito per i giganti?

Tu sei mio, arrenditi!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora