14.Le mie difficoltà (mentali)

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Portandomi una mano sul cuore, lo sentì battere all'impazzata. Presi dei respiri profondi e scesi dal divano con un saltello. Sparecchiai la tavola e lavai i piatti, poi scesi per fare la spesa e il bucato. Sia mentre mi dirigevo al supermercato, che alla lavanderia, non feci che pensare a Nate. Cosa starà facendo? Dove sarà? Con chi sarà? Non riuscì a concentrarmi per bene neanche sullo studio. Più passava il tempo e più ero in ansia, aspettando di rivederlo. Cosa succederà stasera? Faremo le stesse cose? Poi, il pensiero di quanto bramassi il contatto con un altro uomo mi depresse non poco. Certo che, quando lo dirò a Ted ne rimarrà di stucco. Ted, il mio amico. Chissà che fine ha fatto. Avrei così tanto voluto parlare con lui di ciò che mi era accaduto, ogni cosa. Ne sentivo così tanto la mancanza. Salì al secondo piano e mi sedetti sul divanetto. Il mio cuore sembrava non volersi tranquillizzare e non faceva altro che scaldare il mio corpo. Sentivo lo scorrere del sangue nelle mie vene. Dannazione! Forse ho la febbre? Spero di avere la febbre. Quella si può curare. Invece...queste sensazioni...? mi chiesi, girandomi su un fianco e stringendo un cuscino al petto. Erano appena le sei del pomeriggio. Avrei dovuto usare questo tempo per studiare per il test di economia. Invece eccomi lì, accasciato scompostamente sul divano come una casalinga disperata, in preda a sentimenti, emozioni e sensazioni degne del più scarso romanzo rosa che uno scrittore di thriller potrebbe mai provare a scrivere. Come aveva fatto la mia vita a prendere una simile piega. Perché avevo lasciato che Nate facesse di me quello che voleva? Sono... innamorato? È questo l'amore? Oppure la mia è solo un'infatuazione momentanea? Magari sono solo attratto da lui perché mi ha fatto aprire gli occhi sulla mia sessualità. Insomma, può essere che Nate sia solo la mia novità, il mio moto di ribellione giovanile o cazzate del genere. Oh, merda, quanto mi sento patetico! Chissà se le ragazze con cui sono stato si tormentavano così per me. E Valeria? È questa indecisione, frustrazione e confusione che lei prova quando la ignoro o non le do segnali chiari? Nate non mi ha chiesto di mettermi con lui e non so cosa siamo. E poi i gay si fidanzano? In cosa dovrebbe consistere essenzialmente il fidanzamento tra omosessuali? Insomma... è una relazione che non porterà da nessuna parte... non è fine alla procreazione quantomeno. Anche se mi pare che ora si possano adottare figli e BZZZZZZZ cosa mi salta in mente! Basta così, stop! Non posso pensare già a questo! Ahhhh è tutta colpa di Nate! E pensare che non avevo proprio intenzione di fidanzarmi perché volevo dedicarmi allo studio! Mi ero sempre detto di non avere il tempo per simili futilità, al fine di rimandarle a quando avessi stabilizzato la mia vita. Cosa faccio se non passo perché mi sono fatto rimbecillire da una semplice relazione? Relazione? Che tipo di relazione abbiamo io e Nate? Lui è dolce e sembra che io gli piaccia. Anche lui mi piace? Sicuramente è un bell'uomo, però... mi sento andare a fuoco ogni volta che mi tocca. Questo non è un male? E poi, quelle cose...che mi ha fatto... Ricordai la sensazione dei suoi baci sulla pelle e del suo tocco deciso, ma delicato. Mi alzai in piedi e scagliai il cuscino verso le scale.

<<Adesso basta! Non ho tempo per queste cose! È inutile pensarci ora. Prendiamo le cose come vengono!>> gridai, rivolto a me stesso e arruffandomi con forza i capelli.

Mi diressi nella mia camera e posai il cellulare sulla scrivania, accanto al libro sui test di economia.

<<Ok, ora studio!>> esclamai, aprendo il libro e provando a leggere qualche riga.

Lui è stato uno dei migliori studenti della Bocconi. Forse potrei chiedergli aiuto riflettei, ancor prima di finire di leggere un paragrafo. Sbattei più volte le palpebre, No, no...meglio di no! m'ingiunsi con foga. Sentivo lo stomaco in subbuglio e non facevo altro che guardare l'ora.

Verso le otto chiusi i libri e mi alzai per dirigermi in cucina e preparare la cena. Sentivo un'ansia mai provata prima al pensiero che Nate, di lì a poco, sarebbe tornato a casa. Non sono sicuro che sia un bene per me, rivederlo. D'altronde non sono neanche riuscito a far chiarezza nei miei pensieri. Cosa potremmo mai essere l'uno per l'altro? Amanti al massimo. Non certo fidanzati, vero? Insomma, siamo entrambi uomini... Mi distrassi e sbattei la testa contro la libreria. Un libro cadde dal suo scaffale e mi colpì, finendo poi per terra.

Tu sei mio, arrenditi!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora