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CORRETTA:


<Si, ho capito che l'abbiamo presa noi, ma non può restare qui, è una ragazza! Non durerebbe neanche mezza giornata!> Sento una voce in lontananza, ma come si permette?! Sarò anche una ragazza, ma sono una ladra. Sono una miledy.

<Vabbè, tanto sarà Peter a decidere, nel caso una ragazza non farebbe poi così tanto male...> ridacchia un'altra voce.

<Si, ma io ho una domanda, come mai stava nel dormitorio maschile?> un altro ancora parla dopo di che scoppiano tutti quanti a ridere.                    

E io che prendevo in giro quegli sbruffoni dei signori di Londra, loro erano degli sbruffoni balordi, ma loro sono degli idioti con i fiocchi...

Ma senti da che pulpito...

Bene, se mi prendo in giro da sola sono messa proprio male.... Solo ora mi accorgo che sono legata a testa in giù per le caviglie e le braccia a penzoloni, come i capelli d'altronde che mi ricadono sul viso; qualcuno mi continua a punzecchiare con un ramo.

<Ragazzi, ottimo lavo....ma cosa?! Perché c'è una ragazza che penzola a testa in giù da un ramo?!> A quel punto decido che è ora di alzarsi.

<In realtà me lo sto chiedendo anche io....> sbotto innervosita dalle occhiate che mi mandano tutti.

In men che non si dica qualcuno taglia la corda facendomi cadere e schiantare al suolo con un sonoro tonfo mentre tutti ridacchiano.

<Chi l'ha portata qui?> sempre quella voce che sembra appartenere al capo del gruppo. Tutti stanno zitti così decido di alzarmi, mi dondolo un po' per poi darmi una spintas verso l'alto e afferrando la corda con le mani tirandomi dritta... ma non l'avessi mai fatto. Mi ritrovo non so quanti paia di occhi a fissarmi: sono tutti quanti ragazzi, dai 10 anni ai 17 e tra questi ne noto molti che sembrano nuovi tra cui i bambini dell'orfanotrofio.

Quelle vecchie megere delle Suore sapevano tutto, ecco a che si riferiva quella vecchia scorbutica.... <Allora, è stato molto bello conoscervi, ma...dove diavolo siamo?!> L'aria mi scompiglia i capelli rendendoli ancora più mossi di quello che già non sono.

<Oh beh...> inizia quello che suppongo si chiami Peter .

<Questa è Neverland, l'isola che non c'è e loro sono i bimbi sperduti, mentre io...io beh sono Peter, Peter Pan. E tu? Chi sei?> Fa un salto e si avvicina volando a me. Nel suo tono scorgo qualosa, sento emozioni, è sempre stato un mio dono sin da piccola capire le persone, ma queste sue emozioni sono così contrastanti... Tutti quelli nuovi lo guardano come se fosse un Dio, ma io...beh diciamo che alle avventure delle favole, quelle che potevi solo sognare, ho sempre preferito il brivido di quelle vere.

<Io? Non ha importanza, ma se ci tieni tanto io sono Wendy Anna Moira Angela Darling.> annuncio fiera e lui mi guarda incuriosito con quegli occhi blu, azzurri come il mare e scuri come un cielo stellato dopo tanto tempo di nuvole; un piccolo sorrisetto furbo si fa spazio dalle sulle labbra.

Mi riscuoto dai miei pensieri scuotendo la testa e facendo sciogliere quella sottospecie di coda che avevo fatto la sera prima. Lui esce un piccolo pugnale e inizia a giocarci mentre si sente il leggero tintinnio della lama, fin quando non si blocca e rivolge ancora il suo sguardo sul mio, guardandomi fisso lancia il pugnale che colpisce in pieno la corda, rompendola e facendomi cadere a terra. L'aria manda in su i miei capelli e io atterro prontamente in piedi.

<Cosa?> chiedo io dopo che noto che si sono avvicinati tutti quando lui mi si trova a un palmo dal naso.

<Non sei spaventata? Sorpresa? Felice? Niente?> domanda quasi come se sapesse che in realtà so solo fingendo e che dentro tremo dalla paura.

Ladra di note || Peter PanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora