Pensare al futuro

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Guardai Desmond e sentii una scarica di adrenalina improvvisa crescere e poi esplodere dentro di me.
Ovviamente non potevo avere certezze di nessun tipo, perché tutto durante quelle ultime ore era stato assolutamente imprevedibile e inspiegabile. Ma l'idea che per la seconda volta Desmond si trovasse nel bosco in quelle circostanze mi tolse il respiro.
Mi allontanai dallo Sconosciuto e senza riflettere mi diressi verso di lui.

<<Perché sei qui, Desmond? Che cosa stavi facendo?>> gli chiesi, aggredendolo.

Ancora una volta, mi stupii di me stessa.
Ma lui non mi rispose. Mi ignorò e raggiunse lo Sconosciuto.

Si guardarono in silenzio per alcuni secondi che a me sembrarono infiniti.

<<Voglio delle risposte da te, e le voglio adesso>> gli disse, portandosi di fronte a lui.
Lo Sconosciuto lo guardò negli occhi, ma non parlò. Desmond però non si arrese.
<<Cosa è successo a Joey e a Susan? Io so che sei diverso>> gli disse, facendo un altro passo in avanti.
Ancora non ottenne risposta. Guardai le ragazze che, un po' per volta, stavano tornando alla normalità.
<<Se non vuoi parlare con me, allora parlerai con lo sceriffo. Ti sta cercando, lo sai?>>
Lo Sconosciuto, continuando a non rispondere, si avvicinò ad una delle ragazze.
<<Dammi il telefono>> le disse.
Lei, in stato confusionale, lo fece e lui lo porse a Desmond.
<<Chiamalo. Digli di venire con tre automobili. Le ragazze gli racconteranno ciò che è successo e si faranno riaccompagnare a casa.>>
Desmond lo guardò, con gli occhi colmi d'ira. Ma lo Sconosciuto si era già allontanato da lui e adesso stava tornando verso di me.
<<Andiamo, Rose>> mi disse <<ti riaccompagno a casa.>>
<<Non lo farai>> disse Desmond, mettendosi all'improvviso tra noi due.

<<Rose, non farti ingannare da lui. C'è qualcosa di pericoloso qui. E c'è qualcosa di pericoloso in lui>> aggiunse rivolgendosi a me.
Stavo per rispondere, ma lo Sconosciuto mi precedette.
Fece un passo verso Desmond e lo guardò dritto negli occhi.
<<Rose deciderà da sola ciò che è meglio per lei. Se preferirà, resterà qui con te ad aspettare l'arrivo dello sceriffo. Ma lascia che ti dica una cosa, Desmond. Non mi importa che cosa che tu pensi di avere visto o sentito, o che cosa credi di avere scoperto su di me. Non mi interessa. Non provare più a dirmi cosa devo o non devo fare.>>
Il suo sguardo era divenuto improvvisamene gelido.
Il suo tono era serio in un modo che non avevo mai sentito prima di quel momento. E la sua fronte, adesso, era a pochi centimetri da quella di Desmond.
Si guardarono così per qualche altro istante, poi Desmond fece un passo indietro e si rivolse nuovamente a me.
<<Resta qui con me, Rose. Ti devo parlare. C'è qualcosa in questo posto.. Qualcuno.. E lui... Ne fa parte, in qualche modo. Devi credermi, Rose. Devi restargli lontana.>>

Rimasi immobile per qualche secondo, poi guardai lo Sconosciuto, quindi Desmond.
Sapevo ciò che volevo, sapevo che cosa avrei fatto.

Non avevo dubbi.

Mi avvicinai allo Sconosciuto e gli presi la mano, quindi mi rivolsi a Desmond: <<Perché sei qui?>>
Lui scosse la testa, mi guardò e poi guardò lo Sconosciuto.
<<Tanto non capiresti, Rose. Spero che tornerai a casa sana e salva>> disse, quindi ci voltò le spalle e compose sul telefono il numero dello sceriffo.

<<Andiamo, Rose. È l'alba ormai>> mi disse lo Sconosciuto.

Guardai ancora una volta Desmond, quindi mi voltai anche io e ci apprestammo a tornare indietro.

<<Come fai a sapere che le ragazze adesso staranno bene?>> chiesi allo Sconosciuto.
<<Lo so, Rose. Andrà tutto bene.>>

Non gli risposi, mi guardai intorno. La prima luce del mattino stava colorando gli alberi che ci circondavano.

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora