Entrai nella locanda mentre il vecchio signore mi faceva strada. Forse non avrei dovuto accettare il suo invito, ma erano troppe le domande che si rincorrevano nella mia testa, e speravo che parlando con lui avrei fatto luce almeno su qualcosa.
Era un locale molto antico e ovunque intorno a noi si sentiva l'odore intenso del legno. Arrivammo in quella che doveva essere una specie di hall, e vidi un paio di signori anziani seduti su un piccolo divano intenti a guardare qualcosa in tv. Altre due persone un po' più giovani erano sedute a un tavolo e bevevano qualcosa giocando a carte. Mi chiesi se fossero turisti.
Il vecchio signore mi fece accomodare, poi andò a preparare due tazze di caffè. Tornò poco dopo da me e me ne porse una, quindi mi si sedette vicino.
<<Come ti chiami?>> mi domandò. Aveva una voce bassa e rauca e lo sguardo malinconico, e modi di fare gentili. Mi domandai se fosse stato sempre così, anche da giovane.
<<Rose>> risposi.
Lui annuì poi incominciò a bere il caffè. Io feci lo stesso.
<<E così sei nuova di qui>> mi disse, puntando gli occhi fuori dal locale verso la strada.
<<Sì. Io e mia madre siamo arrivate oggi dalla Carolina. Lei mi ha detto che conosce tutti, a Saint Claire. È davvero così?>>
Il vecchio annuì senza dire nulla. Io lo guardai attentamente e pensai alle storie che dovevano nascondersi dietro tutte quelle rughe. A quanta vita avesse avuto da raccontare.
<<Com'è questo posto? Saint Claire, voglio dire>> domandai, indecisa se chiedergli subito qualcosa riguardo a quanto avevo sentito dire dal gruppo di ragazzi prima di entrare nella locanda.
<<Un tempo Saint Claire era una cittadina tranquilla. Ci ho trascorso tutta la vita. Ho visto la gente nascere e crescere, sposarsi, avere dei figli e poi morire. Oggi... i tempi sono cambiati, amica mia.>>
Mi aveva chiamata "amica". Era strano, era la prima persona che conoscessi ad averlo fatto. Per qualche ragione ne fui felice. Anche se più che un mio amico avrebbe potuto essere il mio trisnonno.
<<Com'è, oggi?>> gli chiesi, curiosa.
Lui posò gli occhi nei miei e improvvisamente si avvicinò a me.
<<Oggi è tutto diverso>> rispose in un sussurro, la voce sempre più roca << oggi nulla è più sicuro, qui. La gente... la gente scompare. Siamo a due in due settimane.>>
Provai una sensazione di sconforto. Ripensai alle parole dello Sconosciuto, a come mi avesse detto di andarmene.
<<Due?>>
<<Proprio così, Rose. Ragazze. Due ragazze. Scomparse così, da un giorno all'altro. Senza lasciare tracce. Te lo dico perchè loro... loro...>>
Lo guardai. I suoi occhi azzurri erano diventati lucidi.
<<Loro cosa?>> chiesi, presa dallo sconforto.
<<Loro assomigliavano a te. Ti assomigliavano così tanto, Rose.>>
Rabbrividii. Le mie mani erano gelide.
Guardai fuori dalla locanda. Il gruppo di ragazzi non c'era più, e il cielo era diventato scuro e nuvoloso. Sembrava che si stesse preparando un temporale.
<<Perchè mi sta dicendo questo?>> chiesi al vecchio, con la voce che mi tremava.
Lui impiegò po' di tempo a rispondere, ma poi lo fece.
<<Te lo sto dicendo perché non vorrei che succedesse ancora. Non vorrei che succedesse anche a te, Rose.>>
<<E che cosa dovrei fare?>>
Scosse la testa, dubbioso.
<<Non lo so. Forse dovresti restare in casa e chiuderti dentro. Chiudere tutte le porte, tutte le finestre, e aspettare l'arrivo di giorni migliori. >>
<<Ma non posso. Ho solo diciotto anni. C'è tutto un mondo fuori... che non conosco. Magari è un caso>> gli dissi <<se sono scomparse due ragazze... non significa nulla. Magari sono scappate. Magari... magari torneranno.>>
Lui si incupì e si avvicinò ancora un po' a me.
<<Non torneranno, Rose. Non torneranno mai più.>>
Adesso la paura che provavo era ancora più intensa.
<<E lei come lo sa?>> sbottai, quasi irritata.
<<Ho sangue Navajo nelle vene, amica mia. Certe cose le sento. E spesso, anche se non sempre, si avverano.>>
<<Come si chiamava la prima ragazza scomparsa?>> gli chiesi <<la conosceva?>>
Lui scosse la testa, con aria seria.
<<Certo, ci ho parlato qualche volta, anche se non ricordo il suo nome. Come ti ho detto, non c'è nessuno che vive a Saint Claire che io non conosca. Aveva all'incirca la tua età.>>
Avrei voluto chiedergli qualcosa in più, porgli tante altre domande. Mi resi conto in quel momento che non conoscevo neanche il suo nome. Poi d'un tratto ripensai allo Sconosciuto. Se il vecchio conosceva tutti a Saint Claire, come diceva, allora doveva conoscere anche lui.
<<Le vorrei chiedere una cosa>> dissi, a voce bassa << C'è una persona, un ragazzo qui... a Saint Claire... che ho appena incontrato e... mi chiedevo se...>>
<<Se?>> mi incalzò, curioso.
Ma io mi fermai. Come se tutti i miei sensi si fossero bloccati all'improvviso. La pioggia aveva iniziato a cadere violenta, preceduta da un forte tuono. E immobile davanti alla finestra dall'altro lato della locanda, sotto l'acqua che veniva giù a dirotto, lo Sconosciuto mi fissava.
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Rose e lo Sconosciuto
Misteri / ThrillerRose Dwight Anderson, diciotto anni e tante insicurezze, si trasferisce insieme alla madre nella piccola cittadina di Saint Claire: tremila abitanti, un grande bosco e un lago al confine tra Canada e Stati Uniti. Inizialmente felice e piena di sper...