Ci vediamo, Rose

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Lo sceriffo se ne andò ed io salii in camera mia.
Mia madre era uscita per andare a comprare qualcosa, e per qualche ragione il fatto di essere sola in casa mi sembrò positivo.
Avevo poco tempo a disposizione e dovevo trovare il modo di non lasciare Saint Claire.
Sapevo che con lo sceriffo di mezzo non sarebbe stato facile.

Mi sedetti sul letto e mi ricordai di quanto le gambe, i piedi e la schiena mi facessero male. La testa sembrava esplodere tanti erano gli interrogativi che incessanti continuavano ad affollarla.
Mi distesi e rimasi immobile a fissare il soffitto per qualche minuto. Come se sopra di me ci fossero le risposte che stavo cercando.

Chiusi gli occhi, e il buio mi fece sentire un po' meglio.

Fu un momento che durò poco però, perché senza che lo volessi, la mia mente era tornata allo Sconosciuto.
La prospettiva di lasciarlo era atroce, perché c'era qualcosa, in profondità, che mi gridava di non farlo. Di non staccarmi da lui.

Guardai la porta della mia stanza e rividi in un flash il momento in cui mi aveva baciata per la prima volta.

Non avevo mai provato nulla di simile, mai.

Ripensai alle mie giornate in Carolina.
La scuola, i conoscenti, i falsi amici. Nessuna vera amica, nessun ragazzo. Nessun rapporto che fosse reale.

Come avrei potuto tornare in quel mondo?

Come avrei potuto dopo che avevo sentito per la prima volta il cuore battere? Io che non avevo mai avuto nemmeno una vaga idea di che cosa fosse davvero un battito del cuore.

Avrei dovuto lasciare qualcuno che di colpo era entrato nella mia vita e si era accorto realmente di me per tornare a camminare in mezzo a un esercito di zombie.

Risentii le mani dello Sconosciuto sulle mie, riascoltai la sua voce. Rividi i suoi occhi, le sue labbra. Ritrovai il battito del suo cuore. E quella voglia di starmi vicino, senza una ragione particolare. Quel suo volermi proteggere da quanto stava succedendo intorno a noi.

Pensai al modo in cui mi aveva salvata la prima sera, quando ero stata aggredita in mezzo alla strada. A come mi aveva riaccompagnata a casa. E tornai ancora ai suoi baci, al suo odore. A quel suo viso tanto perfetto quanto malinconico, triste, in un certo senso.
Risentii sulla pelle il modo in cui mi aveva tenuta stretta quando la voglia di scivolare nel lago si era fatta troppo intensa, incontrollabile, e poi ancora a come quella sera ci eravamo salutati.

Di colpo, mi rialzai e mi sedetti sul letto. Incrociai le gambe, ebbi un sussulto.
Riascoltai nella mia testa le sue parole quando, dopo esserci baciati per la seconda volta, ci eravamo salutati.

Ci vediamo, Rose.

Mi sembrò di sentirle pronunciare proprio da lui, come se fosse stato di fronte a me anche in quell'istante. E non fu il senso della frase ad inquietarmi all'improvviso, ma il modo in cui l'aveva sussurrata.

Sul momento, presa da tutte le emozioni che mi aveva trasmesso, non ci avevo fatto caso. Quando capii ciò che quelle parole mi avevano lasciato dentro, un brivido forte, violento attraversò il mio corpo.

Mi aveva salutata come si saluta qualcuno che si sa non tornerà più.

Come se lui fosse sicuro che me ne sarei andata da Saint Claire.

Ci vediamo, Rose.

Era un addio.

Mio padre mi aveva salutata in modo simile il giorno prima che lasciassi la Carolina. Era una circostanza diversa, ma anche lui sapeva che le cose tra di noi non sarebbero mai più state le stesse dopo la mia partenza.

Un vortice di sensazioni contrastanti mi invase cuore e cervello.

Mi alzai dal letto e di colpo mi dimenticai di tutto.
Del sonno, della stanchezza, di mia madre, dello sceriffo. Mi dimenticai delle ragazze che erano state rapite e che poi erano morte e mi dimenticai delle parole di Desmond e di quelle di Jackson.

Mi dimenticai anche di me e di quanto stessi rischiando a voler rimanere in quella città.

Lasciai la mia stanza e scesi di corsa le scale, poi uscii di casa.

Incominciai a correre, senza una direzione, senza una meta.

Tutto ciò che in quel momento volevo era rivederlo, non importava quale sarebbe stato il prezzo che avrei dovuto pagare.

Adesso che ero consapevole di non avere più tempo, sarei stata disposta ad arrivare ovunque.

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora