Due angeli custodi

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Il furgone era sempre più vicino.

Non potevo fare altro che continuare a camminare, ma ero me stessa solo in parte. Sentivo il mio corpo, i miei passi, la strada che metro dopo metro diventava sempre più pesante.
Il cervello che lavorava per conto proprio, come se fosse sospeso in una realtà parallela.

L'uomo continuava a camminare accanto a me. Non parlava più, mi restava addosso, vicino, vicinissimo.

Arrivammo al furgone. La pioggia non aveva ancora smesso di cadere.

Lui fece il giro e arrivò al lato del passeggero, quindi aprì la portiera.

Rimasi un istante immobile. Sapevo, dentro di me, che non sarei mai dovuta salire.

Sapevo che, se l'avessi fatto, non sarei più tornata indietro.

Pensai a Cecile e a Mitch, al coltello che toccava le loro gole, facendoli sanguinare.

Presi un respiro profondo, lasciai che la paura si liberasse attraverso tutto il mio corpo, quindi chiusi gli occhi per una frazione di secondo.

Li riaprii e appoggiai la mano alla portiera, pronta a salire.

In quel preciso istante, l'aria fu tagliata a metà da un forte boato.

Spostai gli occhi dal furgone all'uomo che mi aveva portata con sé, e lo sentii gridare dal dolore. Vidi il sangue uscire dal centro del suo petto, mentre lui si accasciava debolmente a terra.

Mi voltai e, dietro di me, vidi Cameron Dunn immobile con il fucile tra le mani e lo sguardo fisso su di noi.

Gli aveva sparato. E l'aveva centrato in pieno.

Lo Sconosciuto stava correndo verso di me.

Guardai il mio aggressore. Mi resi conto che per lui non c'era più niente da fare, perché non respirava più.

Lo Sconosciuto mi raggiunse e dopo qualche istante arrivò anche Cameron.

Stavo bene. Il controllo sulla mia mente era cessato.
Ero tornata ad essere me stessa.

<<Rose>> mi disse lo Sconosciuto.

Lo guardai negli occhi.

Tremavo.

<<Ci sono andata così vicina. Lui.. Lui mi ha ingannata, in qualche modo. Mi sembrava che avesse bisogno di aiuto, ma era una trappola.>>

<<Che cosa è successo?>> mi chiese.

<<Si è avvicinato all'automobile e... Sembrava che stesse male. Ho aperto la portiera e ho cercato di aiutarlo ma poi lui ha cominciato a parlare... Ha detto tante cose.. Ha parlato del lago.>>

Mi fermai, lo guardai negli occhi, poi guardai Cameron.

<<Il lago?>> chiese <<anche tua madre Melissa prima di morire aveva parlato di un lago. Diciotto anni fa. Ciò che vi stavo raccontando prima. Come diavolo....?>>

Scossi la testa, tornai a guardare lo Sconosciuto.

<<Ha detto che se l'avessi seguito, Mitch e Cecile si sarebbero salvati. Poi in qualche modo mi ha ipnotizzata. O qualcosa di simile. È come se avesse sfruttato la parte più emotiva di me per farmi fare ciò che voleva. Poi.. Poi ha parlato di un gruppo di persone. Ha detto che lui mi sta aspettando. Chi è lui? Che cosa voleva dire?>>

Ma non ebbi una risposta. Lo Sconosciuto sospirò, poi si voltò, senza dire nulla.

<<Dobbiamo sbrigarci, Rose. Mitch è in pericolo, e nessuno andrà a salvarlo. Parleremo dopo. Se non corriamo, lui morirà. Questo te lo posso garantire. >>

Aveva ragione. Io avevo bisogno di ottenere delle risposte, ma la priorità adesso erano Mitch e Cecile.

Pensai a Desmond. Mi chiesi dove fosse. Se l'avesse già trovata. Se stessero bene.

<<Andrà tutto bene, Rose>> disse Cameron, sorridendomi. <<Fino a che questo arnese sarà in grado di sparare in quel modo>> continuò, indicando il cadavere dell'uomo a terra <<nessun manipolatore di cervelli ti darà fastidio. Puoi starne certa.>>

Sorrisi, facendomi scivolare di dosso una piccola parte di tutta la tensione che si era accumulata in me.

<<Grazie per aver sparato>> gli dissi, appoggiandogli una mano su di una spalla <<non so davvero come sarebbe andata a finire.>>

Lui scosse la testa, quindi indicò lo Sconosciuto.

<<Non ringraziare me, ragazza. Ringrazia il tuo amico strano. Eravamo alla cassa, stavamo pagando e poi.. È sbiancato, di colpo, e poi ha pronunciato il tuo nome.
Si è voltato e ha cominciato a correre come un pazzo. Però devo dire che faccio ancora la mia dannata figura. Gli sono stato dietro e qualche istante dopo... BOOM! Addio rapitore. Anche se non volevo ucciderlo. Sarebbe stato meglio ferirlo ma che cosa ci vuoi fare. Comunque sia, deve tenere molto a te.>>

Sorrisi ancora.

Guardai lo Sconosciuto.

Camminava in silenzio davanti a noi, sotto la pioggia, verso la Ford.

<<Andiamo>> disse, una volta raggiunta l'auto <<Mitch ha bisogno di noi.>>

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora