Salutai Desmond e ritornai a casa con tante, troppe domande senza risposta ed inquietudini che non riuscivo a controllare.
Pensai ai tubi.
Non avevo idea di che cosa potesse trattarsi. In realtà, in quel momento non erano il mio problema principale.
Lo Sconosciuto e il suo comportamento invece mi avevano completamente spiazzata.
Non trovavo spiegazioni né su quanto accaduto con Desmond né sul motivo per cui lui fosse scomparso in quel modo dopo avermi vista al lago.Ero triste, confusa, disorientata.
Tutto stava andando esattamente come non avrei voluto, e il fatto che avessi incominciato a provare qualcosa per lui rendeva ogni cosa più difficile da accettare.
Salii le scale, entrai nella mia stanza, mi distesi sul letto e mi addormentai, senza voler più pensare a nulla.
Fu mia madre a svegliarmi il mattino seguente.
Era il giorno della commemorazione, e l'ultimo che avrei trascorso a Saint Claire.
Preparò il caffè e me ne riempì una tazza. Poi si sedette accanto a me a tavola e per un po' rimanemmo in silenzio.
<<Rose>> disse, dopo alcuni minuti <<io... ho pensato di anticipare la tua partenza.>>
La guardai, senza capire.
<<Tra un po' ci sarà la commemorazione per Joey e Susan. Ci andremo, e subito dopo lo sceriffo O'Hara ti accompagnerà all'aeroporto di Montreal. Il tuo aereo partirà in tarda serata.>>
La guardai, senza riuscire a trovare le parole che stavo cercando. Sapevo che lo Sconosciuto si era comportato in modo diverso con me la sera precedente al lago, ma in fondo sentivo che un lato del mio cuore ancora sperava di riuscire in qualche modo a rivederlo, almeno un'altra volta.
Almeno per capire perché avesse fatto ciò che avevo visto.
<<Ma perché, mamma? Avevamo detto che sarei partita il giorno dopo la commemorazione. Domani.>>
<<Lo so, Rose. Ma non... non voglio rischiare più di quanto già non abbia fatto, in modo incosciente. Sono stata una stupida, perché ciò che è successo a loro sarebbe potuto succedere a te. Prima lasci questo posto, meglio è.>>Sapevo che aveva ragione, non ero una stupida. D'altronde era ciò che lo Sconosciuto mi aveva detto dal primo giorno in cui l'avevo incontrato.
Andarmene da lì.
Adesso ero certa che non l'avrei più rivisto. Non ne avevo il tempo, e dubitavo che sarebbe comparso alla cerimonia per Joey e Susan.
<<Mi dispiace tanto, Rose.>>
La guardai, mi guardai dentro.
C'erano cose che non si potevano cambiare.
C'erano sempre state, in realtà. Nella mia vita era sempre stato così. Capitava qualcosa e io mi adeguavo.
Non aveva importanza ciò che provassi, o il modo in cui davvero mi sentissi.
A Saint Claire avevo trovato una specie di scintilla nuova, qualcosa di forte che partiva da fuori e finiva dentro di me. Ma sapevo che gran parte di quella luce era dovuta allo Sconosciuto e a tutte le sensazioni nuove che lui mi aveva fatto scoprire. Adesso che le cose erano andate come erano andate, non potevo più essere sicura di nulla.Sapevo che, tornando a casa, mi sarei dovuta riadattare ala rassegnazione, ed era un pensiero così triste.
Finimmo di fare colazione, ci preparammo e ci dirigemmo verso il luogo in cui si sarebbe svolta la cerimonia.
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Rose e lo Sconosciuto
Mystery / ThrillerRose Dwight Anderson, diciotto anni e tante insicurezze, si trasferisce insieme alla madre nella piccola cittadina di Saint Claire: tremila abitanti, un grande bosco e un lago al confine tra Canada e Stati Uniti. Inizialmente felice e piena di sper...