Credere nell'impossibile

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Rimasi con il telefono tra le mani, immobile. Incapace di pensare o di fare qualunque cosa.

Lo Sconosciuto, in qualche modo, riuscì a sentire il terrore che mi era esploso dentro.

<<Rose>> disse, spalancando gli occhi.
Non risposi, ero come in trance.

<<Rose, dammi il telefono.>>

Si allungò verso di me e lo prese dalle mie mani.

Guardò i video.

<<Che cosa sta succedendo?>> chiese Cameron.

Mi guardai intorno.
C'era solo acqua.
Ovunque.

Sentii il cuore impazzire nel mio petto.

Provai qualcosa di impossibile da descrivere. Un'ansia viscerale, devastante.

Lo Sconosciuto si sedette accanto a me e poi disse a Cameron di approdare sulla riva.
Lui, che non riusciva a capire, non si fermò.

Poi la barca, da sola, cambiò direzione.
Stavamo raggiungendo davvero la riva, ma non grazie a Cameron, il quale si era voltato a guardarci sconvolto.

Guardai lo Sconosciuto, sconvolta anche io.
Stava facendo andare la barca dove voleva, senza muovere un dito.

Il suo sguardo era gelido.

Si portò, senza dire nulla, il telefono all'orecchio.

Rimasi in silenzio, mentre la riva del fiume era sempre più vicina.
Non sapevo cosa dire, cosa provare.
Avevo paura, ed era una paura ingestibile, incontenibile. Occupava ogni singola parte del mio corpo e annullava tutti i miei sensi, tutte le mie idee.

<<Desmond>> disse lo Sconosciuto, al telefono, con voce ferma, sicura.

Aveva telefonato a Desmond.
Pensai a quando la sera prima si erano parlati in treno.

Lo guardai, sempre più sconvolta.

<<Ho bisogno del tuo aiuto, Desmond. Adesso.>>

Esitai.
Cominciai a capire dove volesse arrivare. Mia madre era a Saint Claire e noi eravamo a tante miglia di distanza. E mio padre era qui.

<<Si tratta di Cecile. La madre di Rose. Ce l'hanno loro, Desmond. È in pericolo. Noi abbiamo un altro problema da risolvere qui, perché hanno preso anche suo padre.>>

Non riuscii a capire che cosa gli stesse rispondendo Desmond, ma lo Sconosciuto annuiva.

Aveva detto <<Ce l'hanno loro.>>

Chi erano loro?

C'erano così tante cose che non sapevo.
Lo Sconosciuto non mi aveva raccontato tutto, e non riuscivo a capire perché. Non si fidava di me, forse? Per proteggermi? Ma da cosa?

<<Ti do le coordinate, Desmond. Così riuscirai a trovarla subito.>>

Lo guardai sconvolta. Come poteva sapere dove tenessero Cecile?
Ci misi meno di un attimo a darmi la risposta. Ovviamente, una spiegazione non c'era.
Era lui, era così.

Pensai a Desmond, mentre la barca aveva ormai raggiunto la riva e ci apprestavamo a scendere a terra, nell'incredulità più totale di Cameron.

Avevo paura per Des.
Tanta.

Sentii lo Sconosciuto dargli delle informazioni per me incomprensibili e mi resi conto che quelle dovevano essere le coordinate della posizione in cui avrebbe trovato mia madre.

Pensai la visone che solo qualche istante prima avevo avuto: lui in quella casa, con quella persona legata alla sedia, che era Cecile. E ovini attorno a loro sangue e corpi mutilati.
La disperazione negli occhi di lei.

La visione si era interrotta e non ne conoscevo il finale.
Adesso ero certa che si sarebbe avverata. Ma se lo cose fossero andate male, avrei perso sia Cecile che Desmond, e li avrei persi per sempre.

<<Fai ciò che devi, Desmond. Ciò che hai imparato a fare>> disse infine lo Sconosciuto mantenendo sempre uno stesso identico gelo incredibile nel tono.

Lo guardai, lui mi guardò.

<<Passami il telefono, voglio parlare con lui!>> dissi, assalita all'improvviso da una nuova paura incontenibile.

La paura che non avrei mai più rivisto nemmeno Desmond e che anche lui sarebbe morto per me.

Ma lo Sconosciuto scosse la testa, senza restituirmi il telefono.

<<Ha attaccato, Rose. Lasciami il tuo telefono per le prossime ore. Potrebbe servirmi.>>

<<Volevo parlare con lui>> gridai, disperata, mentre miliardi di emozioni contrastanti mi annebbiavano la ragione.

<<Starà bene, Rose. Sa ciò che fa.>>

Esitai. C'era qualcosa di nuovo in me, adesso. Qualcosa che nella mia vita, fino a quel momento, non avevo mai provato.

Presi un lungo respiro, cercai di allontanare dal corpo tutta quell'incredibile tensione che si era accumulata in me.

Non vi riuscii.

<<Fidati di me, Rose. Desmond e Cecile staranno bene>> mi disse lo Sconosciuto, percependo ciò che stavi provando.

Fece un passo verso di me. Guardammo il fiume.
Cameron legò la barca e poi si avvicinò a noi.

Lo Sconosciuto mi prese le mani, ma io, incapace di provare alcunché, e devastata da tutto ciò che mi stava succedendo, mi scostai.

Mi guardò dritto negli occhi, con una luce strana che fino a quel momento, in lui, non avevo mai visto.

<<Riesci a fidarti di me, Rose?>>

Feci un passo indietro, sul punto di esplodere dentro.

<<Non lo so più.>>

E quelle poche parole furono tutto ciò che riuscii a rispondere.

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora