<<Desmond>> dissi, in un sussurro.
<<Rose.>>
Ci fu un attimo di silenzio tra di noi, che a me sembrò eterno. Guardai lo Sconosciuto, lui ricambiò. Non riuscii a decifrare la sua espressione.
<<Des... Come stai?>>
<<Sto bene. Avevo voglia di parlare un po' con te. Di sentirti.>>
La sua voce era calda, morbida, roca.<<Io... Grazie, Des. Anche io avrei voluto telefonarti, ma poi..>> mi fermai, cercando di trovare le parole giuste. <<Sono successe tante cose, Des, qui in in Carolina. Così non sono più riuscita a chiamare. Come state voi? E tu... Sei sicuro di stare bene? Dove ti trovi in questo istante?>>
Desmond rimase qualche secondo in silenzio, e nel frattempo lo Sconosciuto mi guardò ancora, ma con aria curiosa adesso.
<<Io sto bene, Rose. Perché? Sono alla locanda.>>
Trassi un sospiro di sollievo.
<<Bene. Sei stato al lago in questi giorni? Com'è la situazione a Saint Claire?>>
Non mi rispose subito, e per un attimo ebbi un presentimento negativo.
Ripensai al sogno di poco prima. Lui che veniva sollevato verso l'alto per poi trovarsi sul punto di cadere giù. Un impatto che, dentro di me, sapevo sarebbe stato letale.
<<Non va bene, Rose. Continuano a succedere cose strane. Inspiegabili. Il lago è sorvegliato giorno e notte, ma gli agenti della città non sono così tanti e spesso serve che diano una mano anche altrove, quindi ci sono alcuni momenti in cui la sorveglianza sul lago è più debole. Io però sto continuando a cercare di scoprire qualcosa, Rose.>>
Provai una sensazione di inquietudine sentendo quelle parole. Guardai lo Sconosciuto, poi fuori dal finestrino. Il treno continuava a correre veloce e fuori la notte era sempre più scura.
<<Des, ascoltami. Devi stare attento. Lascia che a condurre le indagini sia lo Sceriffo. Non è il tuo mestiere. Dico sul serio.>>
<<Sto attento, Rose. Non è il caso che ti preoccupi così tanto. Ma devo capire. Voglio che venga alla luce la verità su quel maledetto lago. Quello che è successo a Joey non può e non deve essere dimenticato.>>
Sapevo che aveva ragione. Riuscivo anche a comprendere il suo stato d'animo e il suo punto di vista. Ma avrei dovuto parlargli del mio sogno. Spesso -quasi sempre - sogni e visioni che avevo avuto si erano avverate. Ciò poteva significare una sola cosa: Desmond, a breve, si sarebbe trovato in pericolo. Di morte. Non ero riuscita a vedere la fine del sogno, ma la sensazione che mi ero portata dietro al risveglio non era per nulla positiva.
<<Ho fatto un sogno, Des>> dissi, in un sussurro. Incrociai ancora gli occhi dello Sconosciuto, spalancati. Appoggiai la mano sul finestrino e mi voltai nuovamente verso il mondo che ci correva accanto.
<<Ti ho sognato. Un attimo prima che tu mi telefonassi.>>
<<Che cosa hai visto?>> mi chiese lui dopo una pausa lunga, pesante.
<<Eri al lago. Da solo. In realtà venivi trascinato verso l'alto da una forza immensa sotto di te. Salivi tanto, tantissimo, per poi rimanere qualche istante sospeso nel vuoto. Poi, all'improvviso, ti ritrovavi sul punto di precipitare verso il basso. Non ho visto quella scena, perché mi sono svegliata. Ma la sensazione che ho provato una volta riaperti gli occhi è stata terrificante, Des. Terrificante e priva di speranza. Per te.>>
Lo Sconosciuto si avvicinò a me il più possibile, mi sfiorò una gamba, cercando in qualche modo di tranquillizzarmi.
<<Rose, io... grazie per avermi avvertito>> disse piano, con un tono di voce che mi sembrava piatto, privo di emozioni.
<<Des, devi restare lontano da quel lago. Ti prego, non ci tornare.>>
<<Ma non posso. Mi hai sognato, Rose. Ed è vero che i tuoi sogni spesso si avverano. Ma devo andare avanti. Devo scoprire cosa è successo. Lo devo a Joey, a Susan e alle loro famiglie.>>
<<Tu non devi nulla a nessuno, Des. Non è colpa tua se è successo ciò che è successo. Voglio dire che è stupendo che tu voglia scoprire la verità, ma non puoi mettere in gioco tutto. Non sai cosa ti aspetta, non sai nulla. Ed io mi sono risvegliata con il cuore a mille e con le mani paralizzate. Vorrà dire qualcosa, Des. Ne sono sicura. Non tornare al lago, per favore>> feci una pausa, mi guardai le mani <<Fallo per tuo nonno Jackson. Fallo anche per me.>>
Lui non rispose, ed io rimasi senza parole. Mi stupii di ciò che gli avevo appena detto, ma non volevo che morisse. Per qualche ragione tenevo tanto, tantissimo a Desmond. Sapere che avrebbe rischiato la vita mi dilaniava dall'interno. E non sapere come finiva il sogno era peggio di qualunque altra sensazione.
Lo Sconosciuto mi guardò, e temetti che potesse reagire male a ciò che avevo detto a Desmond. Che potesse fraintendere le mie parole. E invece annuì, come a dirmi che avevo appena fatto la cosa giusta a metterlo in guardia.
<<Rose, vorrei ascoltarti. Ma non posso. Ci sono delle cose che devi sapere su Saint Claire. Cose che ho scoperto di recente e...>>
La sua voce si interruppe, come se il telefono non ricevesse più bene il segnale.
<<Des, non sento. Cosa stai dicendo? Cosa hai scoperto?>>
<<La ricezione è pessima, Rose. Non ti sento più>> disse lui alzando la voce.
<<Dimmi cosa hai scoperto, cosa è successo?>>
<<Ho trovato... >> ma la sua voce si interruppe ancora.
<<Des, non capisco. Ripeti, per favore.>>
Guardai fuori, eravamo in una galleria. Sapevo che continuare a parlare con lui sarebbe stato impossibile.Disse ancora qualcosa che non riuscii a capire; però le ultime parole che pronunciò suonarono limpide, chiare al telefono e mi congelarono il sangue nelle vene.
<<È scomparsa un'altra ragazza, Rose.>>
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Rose e lo Sconosciuto
Mistério / SuspenseRose Dwight Anderson, diciotto anni e tante insicurezze, si trasferisce insieme alla madre nella piccola cittadina di Saint Claire: tremila abitanti, un grande bosco e un lago al confine tra Canada e Stati Uniti. Inizialmente felice e piena di sper...