Capitolo 5

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Sento le sue labbra sulle mie e ricambio un bacio che è dolce come il caramello.

Mi sembra di sognarlo, ma al mio risveglio, mi rendo conto che Valentina mi ha donato una parte di lei.

Il suo rossetto dipinge le mie labbra, che solitamente sono bianche. Lei non è più qui. Ha lasciato un foglio.

"TORNA DA ME ALLA LOCANDA QUESTA SERA.

TUA VALENTINA"

Vuole rivedermi. Io devo finire ciò che ho iniziato ieri. Va bene questa sera la vedrò. Sarà mia.

Apro il mio grande armadio. Cerco degli abiti adatti per il nostro incontro di stasera. Nulla di eccellente.

Ho fame. Così esco nel bosco e casualmente in quel momento una lepre mi passa vicino.

È troppo lenta, la afferro e la divoro.

Mi dirigo in città. Ho bisogno della sarta. Mi serve un vestito nuovo.

La luce del sole mi investe nell'istante preciso in cui metto piede fuori dal bosco. Brucia sulla mia pelle sensibile.

Non ci faccio caso. Mi aggiro in città e finalmente trovo la mia sartoria. BACIO DI SETA.

Entro e la sarta si scaraventa al bancone.

- Scusi, aspetta da molto?

- Oh no. Sono appena arrivato.

La preoccupazione che le dipingeva il volto, si trasforma in un'immagine rasserenata.

Un sorriso si espande sul suo volto, scoprendone dei denti gialli e neri.

La lepre sembra voler tornare in vita, dentro il mio stomaco. Le concedo un timido sorriso. Forse troppo incerto, perché la sarta mi guarda cupa e il suo sorriso si spegne.

- Cercava qualcosa in particolare signor Nigth?

- No Lady Franny. Vorrei un vestito.

- Certo. Quando le serve?

- Stasera a dire il vero. Mi scuso per l'imprevisto.

- Cerco di liberare un po' di impegni. Attenda lì dietro.

- Grazie mille Lady Franny. Non so come...

- No... non ringrazi me. Chiamo mia figlia, la aiuterà lei con il vestito. Io farò le cose che le avevo assegnato.

- D'accordo. Dove la attendo?

Franny indica con un movimento della testa, una porta dietro il bancone. La saluto con un lieve inchino del capo e mi dirigo alla porta.

La apro ed attraversandola, mi ritrovo in una stanzetta calda. Bel, la figlia di Franny, mi si para davanti.

Sorride ed il suo sorriso non appartiene per niente a quello di Franny visto poco fa. Il suo sorriso è dolce.

Mi chiede che colore e che misure desidero. Le rispondo cortese. Con il mio solito sorriso.

Bel, mentre mi cuce l'abito, mi sfiora il collo con le dita, facendomi rabbrividire di piacere.

Sono tentato di possederla qui. Ora. Ma si capirebbe chi fa sparire le ragazze.

- Senti, non è che più tardi, magari dopo avermi finito il vestito, vuoi uscire con me?

- Sì!

I suoi occhi emanano felicità. Sicuramente ora velocizzerà il lavoro del mio vestito. Corre qua e là, non si ferma un attimo.

Il mio vestito è carino. Nuovo e ormai pronto. Si affretta a cambiarsi. Quando è pronta, mi sveste e mette il mio abito in una sacca che uscendo porge alla madre.

Franny è sbalordita.

- Bel! Hai già terminato il vestito del signor Nigth?

- Sì... Ah è così che ti chiami. Nigth!

Mi sorride maliziosa e mi da una gomitata leggera.

- Ma'... noi usciamo. Torniamo tra un po'.

Usciamo dal negozio e ci dirigiamo nel bosco, su richiesta della fanciulla.

Si distende sull'erba e mi tira giù con lei. Potrei farla mia ora. Ma la madre capirebbe, quindi dovrò attendere che queste mie ossessioni per il suo corpo, non si manifestino troppo.

Mi guarda e la sua fronte si corruga.

- A che pensi?

- A quanto sei bella!

Sorride estasiata e allungandosi su di me, mi bacia. Non sento niente. Ne rimango sconvolto.

- Perché l'hai fatto?

- Hai presente "l'amore a prima vista", credo che sia appena avvenuto con te.

La guardo, sempre più preoccupato. Il sudore bagna la mia fronte e le mie mani diventano scivolose.

- Forse è meglio che ti porti a casa.

- Perché? Non è nemmeno passata un'ora!

Sposto lo sguardo su tre formiche che camminano in fila indiana. Il bosco è silenzioso e queste si inoltrano all'interno dell'albero dietro di noi. Non sapevo che lì ci fosse un formicaio!

- Allora?

Ora osservo Bel, la sua pelle liscia e bianca ricorda una bambolina di porcellana e i suoi capelli le ricadono sulla fronte evidenziandone i suoi splendidi occhi blu.

- Scusami,ma ti riaccompagno a casa, perché mi sono appena ricordato di dover fare una cosa. Mi spiace

È tutto ciò che riesco a dirle. Sembra però, che la mia risposta l'abbia convinta. La vedo alzarsi in piedi e attendere un mio movimento.

Mi alzo di conseguenza e prima di tornare a Londra,la nostra civiltà oltre questo bosco, mi volto verso l'albero, casa delle formiche, sorridendo a me stesso. Non sono l'unico a cui piace il buio.

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