Alle due eravamo in piazza. Francesca era appollaiata su di un muretto a lato della strada. Tra le mani un libro. Valentina ed io eravamo appostati in un gazebo vicino alla locanda "sempre verde".
- Carina la piccola.
- Sì, ma mai bella quanto te, dolcezza.
Valentina sorrise ed arrossì. Un bacio mi sorprese trasportandomi ovunque tranne che lì. Le mie mani le percorsero la schiena, per poi stringersi attorno alla sua vita.
- E se noi andassimo a casa? A fare due chiacchiere sul letto?
- Mmm... invitante.
Red piombò alle spalle di Francesca e le donò un bacio sulla guancia. Lei saltò per lo spavento, ma subito dopo sorrise e gli baciò le labbra, lasciandolo senza parole.
- Che hai?
- Nulla. Sono senza fiato. Io...
- Tu? Red, sei così bello.
- E tu sei dolce e bella.
Francesca imbarazzata dal complimento divampò e lo accarezzò.
- Posso assaggiarti di nuovo?
Prima che potesse rispondere, Red si trovava davanti a lei. Le labbra incollate alle sue. Le lingue che si cercavano a vicenda. Le accarezzò le spalle e lei passò le sue mani tra i capelli di lui.
- Fra poco avranno bisogno di una stanza d'albergo!
Ridacchiai, ma Valentina sembrò non sentirmi. Lì fisso per un po', mentre le loro labbra si incontravano, poi mi guardò.
- E se la prendessimo noi una camera?
Con gli occhi alluse alla locanda dietro cui eravamo nascosti.
- Mi piace come ragioni.
La seguii su per le scale che portavano alla locanda "sempre verde". Chiesi una stanza a tempo indeterminato. Sulla strada che portava alla nostra camera, presi Valentina in braccio, rubandole una risata.
- Ti amo.
- Anche io, Night. Anche io.
La camera era grande e accogliente, composta da due stanze: bagno e camera da letto. Nella camera il letto era matrimoniale e dalla parte opposta un tavolo appoggiava al muro.
Valentina si lanciò sul letto, finendo al lato opposto.
- Vieni a prendermi.
- Con molto piacere cherie.
Mi avvicinai, mettendomi tra letto e muro, in modo da lasciarle libero solo un angolino. Valentina si adagiò perfettamente al muro e rimase lì a guardarmi, tra il divertito e l'imbarazzato.
- Sei mia!
Mi fece la linguaccia e non so come riuscì a scivolare via dalla mia presa. Si diresse al tavolo, dove però non ebbe più scampo. La immobilizzai e la girai, in modo che il suo viso fosse rivolto al muro.
Senza il bisogno di spogliarla e con il desiderio che ardeva dentro di me, le alzai la gonna e mi liberai dei pantaloni. In poco più di un minuto, ero già libero dai miei indumenti e pronto ad entrare in lei.
Tremava di eccitazione sotto di me. Teneva le braccia appoggiate al tavolo e quando entrai in lei emise un gemito mischiato ad un urlo di piacere.
Mi prese le gambe e le spinse verso di lei, in modo da avermi completamente lì, per il suo piacere.
- Prendimi, sono tua.
A quelle parole, qualcosa mi scattò dentro, ed iniziai ad entrare e uscire da lei con forza e violenza. I suoi gemiti riempivano la stanza e insieme a questi anche il mio respiro affannato.
Valentina riuscì ad evadere dalla mia presa ferrea, per poi sgusciare sul letto.
- Avvicinati, cucciolo.
Mi allontanai dal tavolo, notando una deformazione nel punto esatto in cui si trovava Valentina poco prima. La forma della sua mano era visibile come fosse un ricalco.
- Mi sa che questo dovremo rimborsarlo.
Indicai l'ammaccatura sul tavolo. Valentina emise un suono infastidito.
- A me piace. Sembra pittoresco. Sembra vivo.
- Sembra il residuo di una ragazza eccitata, semmai.
Mi mostrò la lingua e si lasciò cadere sul letto. Il suo corpo, anche se coperto dai vestiti, era molto invitante.
- Sarà che ho conosciuto molte donne, oppure che non le ho conosciute per niente, ma tu sei l'unica che mi fa palpitare il cuore.
- Night!
Valentina si sollevò a sedere sul bordo del letto, fissando il pavimento di legno sotto i suoi piedi.
- Tu... noi, non abbiamo un cuore.
Mi avvicinai a lei. Addio divertimento. Addio piacere. Il mio romanticismo aveva rovinato l'atmosfera di eccitazione palpabile poco prima.
- Vale, cosa dici?
I nostri occhi si incontrarono e lei accennò un sorriso triste.
- Se ci pensi è così. Non abbiamo un cuore. Siamo morti che camminano. Abbiamo sconfitto la morte, abbiamo ottenuto la vita eterna, ma comunque sia, non scorre più sangue nelle nostre vene. Non contiamo più battiti nel nostro cuore.
Si appoggiò una mano sul petto, come se volesse smentire le sue stesse parole.
- No. Niente. Non abbiamo nemmeno un cuore.
Pochi centimetri a separarci. Le presi le mani che teneva ancora sul petto. Cercava in tutti i modi di percepire un piccolo e fievole battito. Cercava un segno che il suo cuore esistesse ancora dentro di lei.
- L'ho fatto per te. Saresti morta se non ti avessi trasformata.
- Non è colpa tua. Ti ringrazio. Ti amo e cono certa che anche in altre vite avrei voluto essere qui con te ora.
- Esatto.
La guardai negli occhi.
- Noi abbiamo un cuore. Ci amiamo e questo dimostra che il cuore è ancora vivo all'interno del nostro corpo.
Valentina scoppiò in lacrime.

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Blood's passion
RomanceSTORIA COMPLETA. Un ragazzo che non sa amare. Una ragazza che vuole soltanto cantare. Due giovani che fuggono per stare insieme, forse sperando troppo nell'eternità, tanto da finire dannati. Questo è quello che potrebbe succedere se ti innamorassi d...