Capitolo 1

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Il sole ha lasciato spazio alla luna che stasera è piena. Morirà un'altra vittima stanotte. Un'altra forza oscura prenderà vita.

Mi avvicino alla BOTTEGA DEL VINO. Entrando, attiro l'attenzione di tutti i presenti.

Le donne sognano ad occhi aperti e gli uomini sbuffano e girano lo sguardo altrove.

- Buonasera Night...

In coro le donne mi rivolgono un saluto.

Mi siedo al bancone. Ordino due bicchieri, uno di birra e uno di vino.

Una cameriera si avvicina e io la squadro dalla testa ai piedi.

Capelli neri come la pece. Occhi castani color del miele e labbra carnose e rosse come il sangue. Il suo vestitino quasi totalmente trasparente, mi provoca un sorriso malizioso.

Anche lei è attratta da me. Ovviamente. L'effetto è prodotto dalla mia tenebrosa essenza.

- Night, che fai alle sette?

- Semplice, attendo che tu finisca di lavorare.

Un sorriso le si dipinge in volto. Mima un a dopo e sparisce nel retro della cucina.

Bevo la mia birra e ordino al barista una bottiglia di vino, il più pregiato.

Lo aprirò alle sette.

Ogni volta che esce, la giovane cameriera, mi causa brividi alla schiena. Voglio possederla. Mancano pochi minuti alle sette. Sarà mia. Senza via di scampo.

Spesso si gira a guardarmi e io le mostro la bottiglia di vino. Lei arrossisce. 

L'orologio della chiesa batte le sette. Il bar viene sgombrato.

Le donne tornano a casa ad accudire il marito e i figli o semplicemente rientrano a casa dai genitori.

Gli uomini escono: chi ubriaco, chi sobrio e fanno ritorno dalle loro famiglie. Il bar chiude. Le luci vengono abbassate.

Il barista se n'è andato e il direttore è già sparito.

Rimango io, solo, illuminato dalle luci offuscate.

Una melodia inizia a confondersi nell'aria ed il palco illumina la cameriera.

Il suo vestito colpito dalla luce, lascia intravedere il suo corpo.

Le mie fantasie prendono il sopravvento e la mia essenza demoniaca inizia a ribollire dentro questo mio giovane corpo.

Vuole uscire allo scoperto.

Non ancora.

Salgo sul palco, con fare disinvolto.

Lei sorride ignara del fatto che questa resterà la sua ultima sera.

Le prendo le braccia, la avvicino a me e la bacio. Lei senza pensarci due volte, si libera dalla mia presa e con la mano destra entra nei miei pantaloni.

- Sei audace...

Sorride e inizia a muovere la mano procurandomi un lieve sollievo e un gran piacere.

Con l'altra mano si slega il bustino bianco e piccolissimo, scoprendone un petto abbondante.

Mi prende la mano sinistra e me la appoggia sul suo petto, poi mi guarda, dicendomi con gli occhi, di eccitarla.

Considerandolo come ultimo desiderio la accontento.

Avvicino il mio viso al suo seno e ne mordo la punta per poi assaggiarne il sapore. Lei lancia un urletto che rimane piacevolmente sospeso nel vuoto.

Mi toglie i pantaloni e stringendo il mio membro nella mano, mi tira verso il bancone, giù dal palco.

Si siede e si toglie la gonnellina e le mutandine. Mi avvicina e da sola mi fa entrare dentro di lei, gemendo.

Mi muovo avanti e indietro aumentando la velocità ogni volta sempre più.

I suoi gemiti diventano urla, mi dice di fermarmi, ma ora non posso.

Ora è troppo tardi. Ho bisogno della mia stirpe, ho bisogno di venirle dentro.

Come se lei potesse leggere nella mia mente cerca di fermarmi.

- Fermati! Sono troppo giovane per avere un figlio.

- Sei anche troppo giovane per morire, ma ormai è deciso.

I suoi occhi si spalancano, diventano enormi e spaventati. Il mio sorriso diventa una smorfia piena di malvagità.

- Mo...ri...re...?

Non riesce nemmeno a dirlo, poverina.

Ma in quell'istante vengo e lei lancia un urlo di terrore.

- Non avrai un figlio.

Esco da lei e mi rivesto tranquillo. Prendo il vino e ne riempio due bicchieri. Beviamo e sembra riprendersi dalla paura.

Ad un certo punto un rumore di qualcosa che si lacera, risuona nel botteghino, insieme all'urlo disumano della cameriera.

Capisco. Stanno per ingrandirsi. Devo trovare qualcosa per eliminarla prima che il dolore la faccia impazzire.

- Ne avrai quattro. Arrivederci.

Le pianto un coltello nella gola. 

Smette di respirare. 

Morta.

Le provoco un taglietto poco sotto la pancia che pian piano si allarga.

Tre creature simili a scie rosse, ne escono rabbiose. Una quarta tira fuori la testa e inizia a divorare la carne morbida e rosea della ragazza, riversa a terra, scomposta come un guscio vuoto.

Dopo il loro spuntino li colpisco con un incantesimo e così facendo li trasformo in quattro ragazzi giovani e belli quanto il sottoscritto.

Ricordate: LA PROLE È PIÙ IMPORTANTE DI OGNI ALTRA VITA. Non lo dico ad alta voce, ma conduco il pensiero alle loro giovani menti.

 I quattro giovani annuiscono con un netto spostamento del capo e spariscono nella notte buia di Londra.

Blood's passionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora