Capitolo 19

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Red frequentava casa nostra molto spesso. Rimaneva a cena e a volte anche a dormire. Diceva che "la casa degli orfani" dove alloggiava lui insieme agli altri bambini che si trovavano nella sua situazione, glielo permetteva.

Spesso parlava di una ragazza che incontrava in paese, ma non faceva mai il suo nome.

- Come si chiama?

- Ecco... non glielo ho mai chiesto.

- Come? Ci parli e non le chiedi il nome?

- Non le ho mai rivolto la parola.

Le guance di Red esplosero d'imbarazzo. Un sorriso dolce nacque sulle sue labbra.

- È bella. I suoi capelli sono castani striati di biondo e lisci. I suoi occhi sono azzurri.

- Sembra proprio carina.

- Già.

Il suo sguardo perso nel vuoto, i suoi occhi sognanti e le sue labbra schiuse nel primo sorriso che scorgevo da quando lo avevo conosciuto, mi raccontavano l'amore che provava per quella giovane ragazzina.

- Chi è "proprio carina"?

- Una giovane donzella adocchiata dal nostro Red.

- E quale sarebbe il suo nome?

- Oh, non ha nome. È una donna misteriosa.

- Un po' come te Night.

- Ma io non sono una donna!

Valentina mi accarezzò la guancia ed un bacio si nascose fra i miei capelli.

- Ce la farai conoscere?

- Ma certo Valentina!

La colazione era ormai sulla tavola, che era ornata con fiorellini di campo che Valentina aveva raccolto per deliziarci con il loro profumo dolce.

- Mi piacerebbe parlarle, ma non saprei cosa dirle.

- Potresti portarle dei fiori per cominciare, poi ti presenti e cerchi di scoprire come si chiama e dove abita.

- Sì, sarebbe un ottimo inizio, Red.

La nostra colazione a base di uova, latte e pane, abbondava sul tavolo. Se qualcuno, sconosciuto ai nostri "riti", fosse entrato in cucina, si sarebbe subito chiesto quanti abitavano questo luogo.

In realtà quel cibo, ciò che rimaneva dopo la mia parte e quella di Valentina, spettava all'affamatissimo stomaco di Red, che sembrava non aver mai ricevuto nulla.

- Cosa farai oggi?

- Non so. Credo che andrò in piazza a farmi un giro.

- Più tardi passo al mercato, se vuoi poi torniamo qui insieme.

- Va bene, grazie Night. Ciao Valentina, ci vediamo più tardi.

Red cresceva. ormai erano passati due anni dal nostro primo incontro. Passava da noi molto tempo. Ma ancora non sapeva che entro la fine del mese, lo avremmo adottato ufficialmente, con tanto di firma e con la copia del documento.

Sembrava felice qui con noi. Mangiava, dormiva, cantava e imparava l'arte di difesa e combattimento insegnatagli personalmente da me.

- Quando gli dirai dell'adozione?

- Non ce n'è bisogno, è come se fosse già nostro.

- Devi stare attento.

- Perche?

- Lui pensa che noi staremo insieme per l'eternità, è ovvio che non sarà così, ma tu glielo hai promesso! Arriverà il giorno in cui capirà la nostra natura. Lei invecchierà, noi rimarremo giovani per sempre.

- A tempo debito gli rivelerò ogni cosa, amore mio.

- E se decidesse di ucciderci? Se pensasse che nella notte buia potremmo dissanguarlo? Non credo che rimarrà contento di ciò che scoprirò.

- Sei troppo negativa. Non gli abbiamo mai fatto del male, non è possibile che da un momento all'altro. Inizi a dubitare di noi e del bene che gli vogliamo.

- Non combinare pasticci, vampiro.

Valentina mi schioccò un bacio sulle labbra e poi sparì nel bosco. Nonostante avesse mangiato a colazione, il cibo umano non le riempiva lo stomaco e aveva bisogno di animali e di sangue tra le labbra per sentirsi la pancia piena.

Io decisi di andare al paese, senza uno scopo preciso.

La piazza era affollata come al solito. Bambini di ogni età vagavano tra le bancarelle e giocavano con gli amici. Scorsi un indumento a me familiare e scoprii che Red tenatva di impressionare una giovane donna dall'aspetto affascinante.

Duellava con un ragazzo. Due bastoni al posto delle solite spade. Era molto in gamba. Dopo qualche "toc toc", il bastone dell'avversario cadde facendolo scivolare a terra, gambe all'aria.

Red incombeva su di lui con il bastone ad un soffio dalla gola. Poi sorrise.

- Complimenti.

Una voce sconosciuta lodava Red per la sua audacia.

- Sei davvero bravo ed elegante quando combatti.

- Grazie lady...

- Francesca. E tu sei?

- Red. Molto piacere lady Francesca. Un nome straordinario, degno della bellissima donna che mi sta di fronte.

Le guance della giovane, divamparono. Wow Red, sei anche meglio di me nei complimenti.

- Cosa fai? Mi dai del lei? Non sono né una regina né una principessa.

- Questo è un tuo pensiero. Forse non sei né l'una né l'altra, ma sei ufficialmente la padrona del mio cuore.

- Misericordia, Red! Quando torni a casa mi dovrai insegnare queste tue frasi poetiche.

Sbucai da dietro una bancarella e lo salutai con una pacca sulla spalla.

- Questa dev'essere la giovane di cui parli.

- Francesca.

- Io sono Night, my lady. Red non sta affatto scherzando riguardo il suo cuore.

Francesca fissò Red e sorrise dolcemente. In seguito arrossì.

- Spero proprio che non scherzi.

Gli occhi di Red si illuminarono a quelle parole. Nemmeno cinque minuti ed erano già diventati due piccioncini. Rimanemmo ancora un po' a parlare e a conoscere Francesca, poi tornammo al nostro bosco. A casa nostra.

- Indovina. Red dovrebbe chiamarsi Don Giovanni. È più bravo di me con le donne!

Valentina si posizionò di fronte a Red con il broncio e le mani sui fianchi.

- E tu saresti quello vergognoso?

Scoppiò in una fragorosa risata, seguita da Red e da me.

- Domani la voglio conoscere.

- Certamente Valentina!

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