Capitolo 8

628 31 0
                                    

Era passata mezzanotte e Valentina era sull'uscio della locanda inzuppata e nervosa.

La distanza fra noi era di pochi metri eppure lei si accorse di me solo quando la raggiunsi.

- Sparisci!

- Ma perché?

- Non voglio più avere a che fare con te.

Si voltò e corse via, ma io la raggiunsi in pochi secondi e la trattenni per il braccio. Lei si voltò per protestare ma in quel momento le mie labbra incontrarono le sue.

Qualcosa dentro di me annunciò un terremoto ed il mio cuore minacciò di scoppiare.

Il suo sapore mi trasportava lontano in terre sconosciute.

Nell'istante in cui ci dividemmo la mia anima urlò disperata.

AVEVO UN'ANIMA?

Il suo viso riprese a splendere, ma il suo sguardo era tra il perso e lo sbalordito.

- Ma cosa?..

- Ora ci credi che sono dispiaciuto per il mio ritardo?

- ...io...

Le strinsi le mani e chiesi venia con gli occhi. Lei mi fissò per alcuni minuti, intanto la pioggia ci aveva resi suoi schiavi.

- Perché mi hai baciata?

- Perché...

Non trovavo una risposta alla sua domanda eppure c'era un motivo. Il mio cuore mi aveva chiesto di farlo. Le mie labbra la volevano. I miei occhi si erano infatuati della sua fantastica bocca.

- Non lo so.

I suoi occhi caddero nel vuoto. Sotto di noi una pozzanghera voleva travolgerci.

- Ho bisogno di rifletterci, ora non so darti un motivo.

- Certo.

Ora mi odiava, ma nel suo cuore oltre all'odio c'era anche tristezza. Era triste perché non avevo un motivo.

- Volevo baciarti.

- Come?

- Volevo baciarti dal primo istante in cui ti ho visto.

In realtà volevo convincermi soprattutto del fatto che quella mattina le mie labbra l'avessero toccata sul serio.

Le sue mani erano ancora nelle mie e così iniziai a correre trascinandomela dietro.

- Aspetta! Dove mi porti?!

- Ora vedrai...

Il bosco ci inghiottì e lei iniziò a correre al mio fianco. Un sorriso le attraversò il volto. Era contenta di questa fuga, lontano da problemi, lontano da casa.

Rallentai e lei con me. Mi distesi a terra e lei seguì tutti i miei movimenti. Ci trovammo fianco a fianco a contemplare l'infinito e i segreti delle stelle.

- Le stelle mi hanno chiesto di non portarti qui...

- Perché?

- Perché la tua bellezza avrebbe abbagliato tutto intorno e loro sarebbero state nascoste.

- Doveva essere un complimento? Ti è riuscito male.

Iniziò a ridere e poi si sporse su di me e mi baciò appena. Fece per rialzarsi ma io la trattenni e questa volta il nostro bacio risvegliò ogni mio senso.

Sentivo la felicità sopraffarmi.

Ci dividemmo e tornammo al cielo.

- Ti desidero.

Doveva essere un pensiero, invece era proprio uscito dalle mie labbra e la cosa mi spaventò.

Non credevo fosse possibile, ma il mio viso iniziò a scaldarsi come se poco a poco prendesse fuoco.

IMBARAZZO.

Valentina iniziò a ridere come una pazza.

- Cosa c'è da ridere?

- Sei così buffo...

Le sue mani accarezzarono la mia pelle bianca.

- Buffo e bello.

- Davvero?

- Si, davvero.

Quella notte Valentina rimase a casa mia di nuovo e si accoccolò al mio petto come fosse un cucciolo di cane recentemente abbandonato.

Forse era così, forse Valentina era stata abbandonata, forse era padrona di un oscuro passato.

Ciò che mi preoccupava maggiormente, però, era che io iniziavo a sentire un bruciore alla bocca dello stomaco, una cosa mai provata.

Questo succedeva solo se ero con lei.

Possibile che fosse AMORE?

Blood's passionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora