Capitolo 15

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Uno sparo esplose nel silenzio della mattina. Uscii di corsa e al termine del bosco, vidi Clarisse a terra e, sopra di lei, c'era Valentina.

- Non potrai mai più avvicinarti a lui d'ora in poi TROIA!

In quel momento due agenti la trascinarono in una carrozza e la portarono via. Sapevo dov'era diretta. L'avrei seguita. Prima però sarei passato per il bosco. Trovai così Clarisse a terra con della polvere da sparo sparsa addosso.

ARGENTO. Mi allontanai da lei all'istante. Ero disgustato. Poi mi diressi nelle gattabuie londinesi.

Il carcere si trovava nei sotterranei della chiesa. Chiunque venisse fuori da Londra e, per viaggio, vi passasse, non si sarebbe mai reso conto della presenza di un carcere sotto ai loro piedi.

Io invece, lo conoscevo. Sotto la chiesa vi erano piccole finestre ovali scavate tra muro e terreno.

Dall'altra parte, si trovavano killer assetati di sangue, ladri per sopravvivere e anche donne che si procurano il cibo con il proprio corpo e tanti altri.

I sotterranei erano poco controllati, quindi non avrei avuto problemi ad entrare. Il problema era uscire senza essere beccati. Avrei comunque provato.

Nonostante Valentina fosse in pericolo stando insieme a me, avevo deciso di sospendere la mia scelta di dimenticarla. L'avrei salvata dalla gattabuia, il luogo dove l'avevano rinchiusa.

Mi infiltrai nel condotto fognario. L'odore di putrefazione mi penetrò le narici. Orribile! Con un fazzoletto sul naso per cancellare l'odore straziante, mi diressi verso i sotterranei del carcere.

Emersi in un corridoio lungo e sdrucciolevole. Pozzanghere di acqua stagnante si erano formate da chissà quanto tempo.

Avanzai fino ad arrivare all'ingresso del carcere e proseguendo nei corridoi a labirinto, arrivai ad una fila di sbarre in ferro arrugginito, che separavano il bene dal male.

Iniziai ad osservare stanza per stanza. L'ultima era la sua. Valentina era raggomitolata in un angolo, avvolta in una coperta.

- Psss...

- Night!

- Shh... non parlare così forte. Ora ti libero e ti porto via di qui.

Appoggiai le mani su due sbarre e iniziai a spingere allargandole e distanziandole l'una dall'altra, così da aprire un largo passaggio per permettere a Valentina di scappare.

La voragine è pronta per essere attraversata e Valentina fa un cenno con la testa quasi impercettibile, ma io so che equivale ad un sì.

Un passo dopo l'altro. Un piede, poi l'altro. Sembra tutto apposto,ma ad un certo punto un detenuto inizia ad urlare, poi un altro.

Tutti i delinquenti di quell'area, iniziarono a strillare come fossero maiali prossimi allo sgozzamento, forse è così.

- La prigioniera!

- L'assassina!

- Fugge, fugge!

Valentina si ferma, il suo cuore con lei. Ha paura. Le afferro le mani e sembra tornare lucida, almeno più di prima.

- Sanno che fuggi, tenteranno di riprenderti, ma se ci tieni a vivere corri via qualunque cosa accada, ok?

- Perché dici così?

- Perché è così. Ascoltami!

Un po' titubante acconsente di nuovo.

- Corriamo!

Attraversammo i corridoi che ho usato per arrivare a lei. Sento i cani dietro di noi.

Le persone che li seguono. Sono vicini. Usciamo all'aperto e corriamo, corriamo veloce. Non basta. Uno sparo riecheggia nelle vie londinesi.

Un corpo a terra trema, ma pian piano tenta di rialzarsi. Non le riesce. Valentina è stata colpita.

Blood's passionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora