Capitolo 12

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Dopo quella notte avrei visto Valentina solo nei miei sogni. Ero deciso a non vederla più, a nascondermi e dimenticarla nonostante ne fossi innamorato.

Ma per scordarla avevo bisogno di riprendere il mio lavoro di vampiro. Avrei, quindi, ricominciato a prolificare il più possibile.

Il cibo non mi mancava nel mio cupo e tenebroso bosco. Lepri, conigli e altri animali selvatici, mi davano le forze per continuare a cercare giovani da possedere.

Non entravo in città, preferivo aspettare che le ragazze si inoltrassero nel bosco. Una sera, due ragazze si avvicinano alla mia casa fantasma, ridendo e scherzando tra loro.

- Andiamo al lago a fare un bagno?

- Ma è buio, non si vede nulla...

- Fifona! Se hai paura torna indietro!

- Ok, vengo con te, ma solo per dimostrarti che non ho paura.

Così scompaiono tra gli alberi in direzione del bosco. Si spogliano e si immergono nelle acque del lago nero.

- Ma è fredda!

- Adesso si scalda, tranquilla...

Le due ragazze, una bionda e una rossa, si avvicinano e iniziano a schizzarsi acqua l'una in viso al'altra. Io le seguo e senza far rumore mi immergo nell'acqua.

I vampiri hanno un'ottima vista e non devono respirare sott'acqua. Le vedo che agitano le gambe bianche e ne seguo i lineamenti.

Mi dirigo verso la bionda, quella di sinistra e mi posiziono in modo poterla prendere. Afferro le sue gambe e di scatto la tiro giù, senza nemmeno permetterle di gridare o chiedere aiuto, così la sua amica non scappa.

Le entro dentro e inizio a muovermi, l'acqua rallenta i nostri movimenti e vedo che lei inizia a perdere i sensi per mancanza di ossigeno.

Continuando a muovermi guardo verso la superficie e vedo che la rossa si avvicina alla riva, forse per chiedere aiuto.

Aumento la velocità dei miei movimenti e vengo dentro di lei, poi la lascio, abbandonandola mentre fumo rosso si impossessa di lei.

Risalgo la superficie e prima che la rossa tocchi la riva con il piede destro, la trascino sott'acqua, sentendola mentre lancia un urlo strozzato.

Lei è più forte della prima. Apre gli occhi sott'acqua, nonostante sia complicato vedere cosa ci sia sotto le acque nere del lago. Nonostante questo riesce a vedermi e così inizia a scalciare.

Io le entro dentro, anche se con un po' di fatica cerco di tenerla ferma. All'improvviso si blocca e alcune bollicine escono veloci dalle sue labbra rosee.

È stanca e tenta di rimanere in apnea per non perdere i sensi, ma sono certo che già conosce la sua sorte.

Non uscirà da quelle acque. Non rivedrà nulla e nessuno. Inizio a muovermi con più insistenza, come con la bionda di prima e anche lei pian piano perde i sensi.

Nel momento in cui la lascio cadere nel fondale del lago, fumi rossastri la circondano e poco dopo, risalgono la superficie girandomi attorno.

"Trasformatevi e prolificate." Il mio pensiero li colpisce. "Certo, padre."

E sparendo nella notte, portano con loro le urla affogate della bionda e della rossa che hanno osato sfidare il buio del mio regno.

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