Blood's passion

Capitolo 11

- Come hai detto?

I suoi occhi brillavano sotto le stelle, ma nonostante sembrasse stupita, sapevo che era spaventata.

- V...vampiro?

- Si, vampiro.

- Uccidi le persone!

- No, sono stereotipi.

- Allora cosa fai? Cosa fa un vampiro?

- Beh dipende da vampiro a vampiro, io mi nutro di animali, possiedo corpi di persone non più in vita, così da evitare inutili spargimenti di sangue.

- Sei sincero?

- Si, non ti mentirei mai.

- Perché?

- Perché ti amo!

I suoi occhi esplosero di gioia.

- Non avrei mai dovuto dirtelo.

- Come?

- È così. Non potremmo mai stare insieme. Siamo troppo diversi per aver qualcosa che si avvicini anche solo lontanamente ad una storia.

Scoppiai a piangere. Quel giorno avevo scoperto che anche un vampiro poteva piangere, ed era già la terza volta che lo facevo.

Mi voltai per correre lontano da ciò che amavo più della mia stessa esistenza ma le sue mani si posarono attorno alla mia vita e mi trascinarono vicino al suo petto, come fossi un orsetto di pezza.

- Non andartene. Non fuggire lontano da me, non sopporterei di perderti.

- Ma...

- Trasformami! Anche io ti amo. Sono perdutamente innamorata di te. Voglio stare con te per il resto della mia vita.

- Diventeresti un essere dimenticato da Dio.

- Tutto pur di passare l'eternità con te.

Spostai lo sguardo altrove, verso le campane incastonate nel campanile. Così lontano eppure così imponente da sembrare piantato nella terra a pochi passi da me.

I rintocchi della mezzanotte erano ormai solo un ricordo, eppure ne sentivo ancora l'eco nelle orecchie.

- Per quale motivo vorresti morire?

Mi stavo rivolgendo nuovamente a Valentina, ma senza guardarla.

- Per risorgere al tuo fianco.

- Ma...

- Smettila di dire "ma".

Le sue mani mi afferrarono il viso e mi portarono dinnanzi ai suoi occhi, a quello sguardo che diceva tutto e niente.

Dentro vi leggevo l'amore sincero che provava per me, ma anche la rabbia che ricadeva sulla sua scelta di scegliere i sentimenti alla logica e alla ragione.

- Allora?

- Non posso lasciartelo fare. Ti stai cacciando in un brutto guaio.

- Perché me lo dici?

- Perché potresti pentirti e non voglio che ti succeda una cosa simile, non vorrei mai che tu soffrissi per il resto della vita per aver fatto una scelta senza conoscere i lati negativi.

- Ti giuro che non me ne pentirò.

- Non giurarlo a me, giuralo a te stessa.

Il suo sguardo si spense, come se, fino a quell'istante, fosse stata soggetta ad un incantesimo.

- Pensaci. Non voglio che tu stia male per il semplice motivo che TU non ci abbia riflettuto seriamente.

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