'It's all okay'.

capitolo 4.

Angela si era presentata a quella specie di appuntamento forzato.
Non lo fece perché si sentiva obbligata, ma perché la curiosità l'aveva uccisa per tutta la giornata anche se infondo sapeva che alla fine l'incontro si sarebbe rivelato una presa in giro.
-Ehy signorina acidità-, ecco appunto pensò Angela.
-Eccoti la tua catenina, a mai più- gli disse facendo per andarsene, ma venne bloccata dolcemente per una spalla.
-Perfavore resta, conosciamoci un po'- la supplicò lui con uno sguardo speranzoso che fece arrendere Angela, convincendola a restare e a lasciarsi andare per una volta.
I due cominciarono quindi a camminare per quel parco che tanto piaceva a tutti gli abitanti di quella città, grandi e piccoli.
-Bene, ehm.. Sono Kristian Parker piacere,- si presentò lui, porgendole la mano che prontamente ignorò.
-Angela Smith.-
-Mi spieghi perché mi tratti di merda? Cosa ho sbagliato con te?-
-Niente, oltre ad essere un tantino arrogante.-
-Sto simpatico a tutti, sto sul cazzo solo a te e neanche mi conosci.-
-Appunto, non ti conosco, quindi spiegami perché siamo qui.-
-Per rimediare,- ripose senza esitazione, facendole un occhiolino sfacciato.
-Io penso che tu provi solo pena per ciò che sai di me, ed io non ho bisogno della compassione di nessuno-.
Kristian alzò le maniche del maglione che indossava e mostrò le braccia ad Angela.
-Contenta? Voglio conoscerti perché ci sto passando anch'io, perché appena il mio sguardo ha incrociato il tuo per qualche assurda ragione ho pensato che insieme saremmo stati in grado di salvarci.-
-A me sembri solo un esibizionista del cazzo.-
Kristian abbassò le maniche, estrasse un pennarello indelebile dalla tasca dei jeans e, dopo aver alzato le maniche di Angela, le scrisse sul braccio un numero di telefono.
-Piccoletta, non starò qui a farmi insultare quindi, nel caso cambiassi idea sul mio conto, chiama-.
E si allontanò, lasciandola lì, immobile.

N/A:
Mi scuso per eventuali errori.