capitolo 12.

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"Dai, fatti forza. È venerdì e domani inizieranno le vacanze di Natale" pensò Angela sospirando e entrando a scuola.
Era stata una settimana di merda, lo studio la stava opprimendo e l'aveva costretta a dare buca più volte a Kristian, il quale si era arrabbiato ed era andato via dicendole che se non voleva vederlo bastava dirlo invece di inventare scuse.
Dopo allora Angela aveva ripreso a tagliarsi, a fumare ogni cinque minuti, a volte ricorreva anche all'alcol che in casa sua non era mai mancato.
Ormai a nessuno sarebbe dispiaciuto se lo avesse fatto. L'unica persona a cui era interessato davvero ora era andata via e non si faceva rivedere più.
Kristian era l'unico amico che era riuscito a farsi da quando si era trasferita a Milano e averlo perso dopo solo tre giorni di amicizia per una sciocchezza la faceva sentire un errore, perché in fondo la colpa era stata solo sua.
Quel giorno però avrebbe provato a rimediare.
Sarebbe andata a casa sua e gli avrebbe chiesto se la voleva ancora nella sua vita.

-Prof, posso andare in bagno? Netedu non torna più- chiese al professore di italiano, tanto ormai era da un pezzo che non seguiva la lezione.
-Vada pure Smith, e dica alla compagna di tornare se non vuole un rapporto-.
Compagna, certo.
Angela annuì e si recò verso il bagno, ma appena aprì la porta una secchiata di acqua gelida le arrivò addosso.
-Ben ti sta, sotuttoio-.
Lidia.
Angela avrebbe voluto piangere per il nervoso, ma non gliel'avrebbe data vinta, quindi sorrise.
-Stavo giusto cercando una scusa per tornare a casa, grazie puttanella- disse facendo diventare Lidia rossa in viso per la rabbia.
Poi andò in segreteria, firmò un permesso per uscire e tornò in classe sotto lo sguardo di tutti per prendere lo zaino, e uscì da quella scuola.
La visita a Kristian si sarebbe anticipata, non le importava se bagnata o meno.

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