capitolo 16.

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Si era sentita morire.
Era uscita da quella dannata casa con le lacrime agli occhi e il cuore distrutto ancora una volta.
Perché la vita era così ingiusta con lei?
Aveva perso suo nonno all'età di nove anni per uno stupido errore dei medici.
Aveva perso suo padre perché l'Italia era un paese tremendo che non aiuta i disoccupati.
Era stata abbandonata da sua madre perché quest'ultima voleva una nuova vita, perché l'aveva sempre considerata un errore, un ostacolo.
E ora stava perdendo lui.
L'unica persona in grado di farla stare bene.
Quando c'era lui non sentiva il bisogno di tagliarsi o di fumare troppo.
Non le serviva bere.
Aveva smesso persino di fare incubi, quelli che la facevano svegliare nel cuore della notte, quelli che le ricordavano la cosa più brutta che avesse visto: suo padre morto.

*Flashback*

-Papà, papà!- una ragazzina di dodici anni era appena tornata da una partita di pallavolo entusiasta di aver vinto.
Non vedeva l'ora di dare la buona notizia al suo papà, l'unico in quella casa che la faceva sentire importante.
-Papà? Dove sei?-
Nessuna risposta.
-Papà dai rispondi! Ho una notizia da darti!- immaginava già la scena in cui suo padre l'avrebbe abbracciata orgoglioso.
In quella casa però, c'era silenzio, troppo.
La piccola Angela iniziò ad aprire tutte le stanze, ma suo padre non era in nessuna di esse.
-Papà? Sei qui?- chiese bussando alla porta del bagno, ma non ricevendo alcuna risposta la spalancò.
Angela cadde a terra in ginocchio, urlando.
Suo padre era lì, appeso ad una corda, immobile e con gli occhi serrati.
Sotto di lui uno sgabello rovesciato.
Si era impiccato.
Angela pianse, ormai non c'era più nulla da fare.
Con le poche forze che le rimanevano chiamò la madre e poi raccolse un foglio da terra e lo aprì: era una lettera.

Una voce interruppe i ricordi che le stavano riaffiorando in mente.
-Angela aspetta, non andare- Kristian la stava supplicando col fiatone.
Dopo due minuti a fissare la porta aveva deciso di seguirla e fermarla prima di perderla.
-No, Kristian. Me ne vado.-
-Ti prego Angela, io..-
-Tu niente okay?! Non sono più disposta a sopportare i tuoi sbalzi di umore! Io davvero non so cosa ti pre..- prima che potesse completare la frase venne interrotta dalle labbra del ragazzo che si erano fiondate sulle sue.

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