capitolo 9.

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-Sai, sei stata la prima ragazza che ho portato al bar sulla spiaggia- affermò Kristian mentre erano sdraiati a terra dopo quattro birre ciascuno e una bella pizza.
-Ah sì? E come mai?-
-Non lo so. Da quando ho scoperto quel posto ci vado sempre quando voglio pensare. Amo osservare il mare, le onde che si infrangono sulle rocce.
Forse volevo mostrarti qualcosa di me-.
Silenzio.
-Non so cosa mi stai facendo cazzo, è tutto così confuso- continuò passandosi le mani sul volto.
Ormai l'alcol parlava per lui.
-Non affezionarti a me. Sarebbe un gran casino-.
-I casini non mi intimoriscono ormai.
Raccontami qualcosa di te- disse poggiando il suo peso sui gomiti e osservandola con interesse e speranza.
-Non c'è molto da dire-.
-Tutto ciò che ti passa per la mente, perfavore-
-Okay ehm.. Sono di Napoli, mi sono trasferita qui a Milano quando avevo appena quattro anni perché lì mio padre non trovava lavoro e da allora la mia vita è degenerata.
Papà dopo vari licenziamenti si suicidò lasciando me e mia madre sole, poi lei si è trasferita non so dove un anno fa, il giorno dopo del mio diciottesimo compleanno dicendomi che voleva ricostruirsi una nuova vita, da allora non ho sue notizie ma ogni mese mi manda un po' di soldi per mantenermi e finire quest'ultimo anno di ragioneria.
Riguardo me posso dirti che amo i libri, che sfogo i miei dolori con l'alcol, i tagli e il fumo, che spesso mangio troppo e per questo sono una balena.
Ho provato più volte a smetterla ma senza risultati.
Inoltre non ho mai avuto nessuno che si interessasse a me e andava bene così fin quando sei arrivato tu.
Stai sconvolgendo tutto, ci conosciamo appena da due giorni, uno di questi passato a litigare, e già ci tengo a te.
Oggi non ho neanche sentito il bisogno di fare cazzate e non so come ringraziarti-.
-Mio padre e mia madre sono due sporchi ricconi invece. Tutto ciò che è sempre importato ad entrambi erano i soldi, nient'altro.
Quando ho compiuto vent'anni ho preso Thomas e insieme siamo andati a vivere in un altra casa, viviamo solo noi due ma quando non sono in casa chiamo una badante che conosco da sempre per tenerlo d'occhio e lui è felice anche se ogni tanto sente la mancanza dei miei.
Amo la musica, la pizza, ho sempre vissuto qui a Milano, anch'io vivo con i soldi dei miei ma tra due anni, quando Thomas ne compirà dieci mi metterò a lavorare per essere indipendente. Ho due migliori amici, Davide e Marco, sono davvero simpatici e potrei presentarteli ma in cambio devi fare una cosa per me-.
-Cosa?-
-Devi promettermi che la smetterai con le cazzate, ci sono qui io con te. Mi hai detto di non affezionarmi ma ormai è troppo tardi. Provo uno strano interesse per te, è come se ti conoscessi da sempre.-
-Non posso promettertelo..-
-D'accordo. Facciamo una cosa. Ci tieni a me?-
-Sì, ma rimani sempre un arrogante- rispose ironicamente.
-Bene.- disse solo, per poi prendere un pennarello indelebile dalla tasca dei pantaloni.
-Ma hai sempre un pennarello con te?- gli chiese ridendo Angela.
-Eh già- rise anche lui.
Poi fece una cosa che Angela non si sarebbe mai aspettata: le alzò le maniche del maglione che portava e disegnò su ogni polso un omino.
-Questo sono io. Se tu ti farai del male, sappi che farai del male anche a me. Anche quando si sarà cancellato io sarò sempre lì, perché l'inchiostro sarà assorbito dalla tua pelle. Non dimenticarlo-.

N/A:
Questo capitolo è un tantino più lungo dei precedenti.
Abbiamo scoperto le storie dei nostri protagonisti e Kristian ha fatto rimanere a bocca aperta Angela.
Cosa ne pensate?

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