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La mattina seguente mi alzai frastornata, avevo la testa che mi scoppiava.
Con Shay eravamo andate in un locale e avevamo bevuto un sacco, non ricordavo assolutamente nulla se non noi due che bevevamo e ballavamo in modo parecchio provocante.
Appena mi alzai, infatti dovetti correre in bagno a vomitare nuovamente.
Sentii dei passi avvicinarsi a me -hai bevuto un Po' troppo ieri mi sa signorina- disse mia madre fissandomi.
-Tu credi?- ironizzai alzandomi e lavandomi la faccia -mi scoppia la testa non vado a scuola- dissi poggiandomi al lavabo.
-No tesoro, ti sei voluta ubriacare? Ora andrai a scuola, la prossima volta vedrai che ci penserai due volte- sbraitò e uscì fuori sbattendo la porta.
Che palle.
Feci una doccia veloce e dopo aver messo degli skinny e una maglietta qualsiasi scesi sotto. Non mi ero neanche truccata e avevo lasciato i capelli in un crocca disordinata.
-Andiamo- disse duramente mia madre. Doveva essere seriamente incazzata. Ma perché?
La guardai male e dopo aver preso il mio solito cornetto salì in macchina.
-So che ho bevuto e ho sbagliato mamma, ma c'è bisogno che stai così incazzata con me?- le chiesi masticando con la bocca aperta.
Lei mi guardò un momento male e poi tornò a guardare la strada.
-Non ti ho cresciuta così, sei tornata alle 4 e neanche mi riconoscevi, mi sono spaventata- ammise deglutendo.
-Non accadrà più- le dissi solamente accarezzandole il braccio -promesso- la rassicurai dandole un bacio e scendendo dalla macchina.
Andai verso il mio armadietto con la testa ancora che mi scoppiava quando vidi una mano porgermi qualcosa.
-Fa miracoli per una brutta sbronza- rise. Caleb.
-Grazie- sussurrai prendendo e ingoiando la pillola.
-Dovevi proprio essere andata ieri- continuò a ridere guardandomi.
-Ho bevuto più del solito, non ricordo nulla- ammisi mentre ci addendravamo nei corridoi.
-L'ho notato dalla tua chiamata- rise passandosi una mano sul volto.
-Ti ho chiamato?- chiesi fermandomi sul posto e guardandolo.
-Si dicevi cose senza senso- disse semplicemente scrollando le spalle. Ma non mi stava dicendo tutto. Ne ero sicuro. Io sono letteralmente un'idiota.
-Cosa ti ho detto?- chiesi piano.
Ma suonò la campanella e lui si limitò ad accarezzarmi una guancia.
-All'uscita ti porto in un posto, aspettami -disse per poi sparire tra la massa di gente.
Cosa gli avevo potuto dire? Non volevo neanche immaginarlo. Da ubriachi si dicono tante cose.
Oggi Shay non era neanche presente a scuola, mamma mia io e quella ragazza in un locale sole MAI PIÙ.
Fortunatamente la medicina cominciava a fare effetto e non fu impossibile seguire tutte le ore, non uscii dalla classe neanche un minuto.
Al suono della campanella che segnava la fine della giornata corsi subito fuori dalla classe, volevo sapere cosa avevo detto a Caleb. Ah e poi dove doveva portarmi?
Correndo per i corridoi scrutai Sean.
-Megan, si chiama Megan quella ragazza- dissi velocemente senza neanche fermarmi.
Al cancello Caleb già mi aspettava.
-Allora?- dissi retoricamente.
-Andiamo in macchin- sorrise e mi fece strada.
-Ti fidi di me?- chiese appena entrammo in macchina.
-Dovrei?- chiesi inarcando un sopracciglio.
Lui rise scuotendo la test -metti solo questa- disse passandomi una fascia.
-Perché dovrei mettere un fascia?- chiesi prendendola e guardandola. Non capivo nulla.
-Copriti gli occhi, ti voglio portare in un posto, ma una sorpresa- mi spiegò sorridendo.
Un sorriso, che per la prima volta mi scaldava il cuore.
Guardai titubante la fascia -fidati- mi disse ridendo e dopo uno sbuffo usai la faccia per coprirmi gli occhi.
-Non metterci molto, odio il buio- mi limitai a dirgli mentre lui partiva.
Il viaggio fu silenzioso e anche il posto dove eravamo arrivati era silenzioso, Si sentiva solo il vento soffiare.
Venne ad aprirmi la portiera e mi aiutò a scendere tenendomi per mano.
-Posso fidarmi tranquillamente vero?- chiesi flebilmente mentre facevamo i primi passi.
-Sta tranquilla- si limitò a dire ridacchiando.
Dopo un piccolo tratto lo sentì fermarsi.
-Siamo arrivati?- chiesi e senza neanche rispondere mi stava slegando la benda.
Non potevo credere ai miei occhi.
-Perché?- chiesi semplicemente senza neanche guardarlo.
-Credevo ne avessi bisogno- si limitò a dire accennando un sorriso.
Mi aveva portato al cimitero. Da mio padre.
Eravamo lì davanti alla sua lapide.
Mi inginocchiai accarezzando la sua foto, era così bello.
Non ero mai venuta a trovarlo dopo il funerale, non ne avevo avuto la forza eppure ora ero lì con Caleb, e stavo bene.
-Grazie- sussurrai sedendomi a terra.
-Nulla- disse sedendosi accanto a me -sai anche io avrei voluto fare il militare- mi disse sorridendo mentre guardava la lapide -ho sempre trovato molto valorioso questo mestiere..- continuò senza muoversi -tuo padre doveva essere una persona fantastica- sussurrò guardandomi dolcemente.
-Lo era- sorrisi guardando prima la foto di mio padre e subito dopo Caleb - non smetterò mai di ringraziarti sappilo- sussurrai.
- Non devi ringraziarmi, è stato un piacere- disse stringendomi leggermente la coscia.
Gli sorrisi e mi venne spontaneo abbracciarlo forte appoggiando la mia testa sul suo petto.
In un primo momento sembrò sorpreso, poi lo sentì sorridere e stringermi a sua volta.
-Andiamo,a casa saranno preoccupati- disse dolcemente staccandosi dall'abbraccio.
Vero, Non avevo neanche avvertito mia madre che avrei fatto tardi.
Mi alzai insieme a lui e andammo in macchina.
Durante il viaggio nessuno disse più una parola fino a quando parcheggiò davanti casa mia.
-Sembra un dejavu- dissi ridendo - ma grazie di tutto, sul serio- abbozzai un sorriso.
-Smettila di ringraziarmi per favore- ridacchiò lui -l'ho fatto con piacere davvero- sussurrò accarezzandomi la guancia.
Le sue mani.
Erano così morbide e calde.
I nostri sguardi si incontrarono e in quel momento sapevo che stavamo aspettando entrambi la stessa cosa e senza pensarci due volte, mi gettai sulle sue labbra.
Erano morbide e secche e subito le schiuse facendo incontrare le nostre lingue in un caldo bacio.
Un bacio dolce, sentito e pieno di ogni tipo di emozione. Sentivo la pelle d'oca in tutto il corpo e in quel momento mi spaventava. Cosa mi stava succedendo?
Mi staccai lentamente dalle sue labbra e lo guardai leggermente sorpreso dai miei movimenti.
-Meglio che entri- dissi schiarendomi la voce -a presto- dissi e aprendo lo sportello uscii ed entrai velocemente dentro casa.
-Tesoro sei tu?- urlò mia madre dalla cucina. La raggiunsi e le sorrisi.
-Chi ti ha accompagnato a casa?- chiese guardandomi -quello era Caleb?- chiese subito dopo facendomi l'occhiolino.
Oh mio Dio no, odio questi discorsi con mia madre.
-Mamma- la rimproverai imbarazzata.
-Dai dove sei stata?- chiese scuotendo la testa.
-Sono andata a trovare papà- dissi con la voce piena di gioia.
Lei si voltò a guardarmi e mi strinse in un abbraccio.
Ecco, invece amavo questi momenti con mia madre.

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