Parte 11

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Passai la notte senza chiudere occhio, le parole di Daniel mi ritornavano in mente e la rabbia in me cresceva sempre di più.

Per calare la rabbia decisi di fare una passeggiata; la brezza mattutina mi accarezzava la pelle e tanti piccoli brividi si espansero per il mio corpo. Il sole splendeva nel cielo, e le rondini svolazzavano felici. Avevo sempre avuto la passione per gli uccelli, li vedevo così liberi,che da piccola il mio desiderio quando spegnevo le candeline era "voglio volare come un uccello" . Mi sentivo quasi come loro solo quando i miei genitori mi portavano al mare, quando nuotavo credevo di volare.
Senza nemmeno accorgermene mi ritrovai avvolta tra gli altissimi grattacieli; mi sentivo una formica, una parte della
mia infanzia l'ha passata in un quartiere molto tranquillo dove al posto dei grattacieli c'erano delle piccole villette  e tanti alberi. Guardavo la città con gli occhi di una bambina. Travolta dagli odori come quello dei fiori che emanava central park, Quello dei dolci appena  sfornati,del caffè di Starbucks, dai mille colori; dal giallo dei taxi che sfrecciavano ad una velocità elevata, dal rosso, blu arancione dei cartelloni, dal grigio dello asfalto; dal ritmo della musica che suonavano gli artisti di strada; la gente che andava di fretta per arrivare puntuale al lavoro.
Il ricordo dei miei genitori occupò di nuovo i miei pensieri, prima che venissero uccisi avevamo organizzato una vacanza, proprio qui a New York. Un velo di tristezza si espande pensando che ero lì da sola, senza di loro che desideravano tanto passeggiare per questa bellissima città dai mille colori e odori.
Mi allontanai troppo dal quartiere dove abitavo, decisi di prendere il bus, e mentre stavo aspettando alla fermata, una figura di una donna mi causò un colpo al cuore, tremavo dalla paura, non potevo
Crederci quella pazza era uscita dal carcere e ora stava lì ad osservarmi con un sorriso malefico. Incominciai a correrete più veloce che potevo, la testa mi girava e il cuore mi batteva a mille.

<<Da quanto tempo>> disse quella pazza

<<che vuoi>> risposi cercando di non far traspirare la mia paura

<<voglio te, anche tu devi morire come i tuoi genitori>> delle lacrima incominciarono ad irrigare il mio viso, avevo troppa paura e rabbia, non sapevo cosa fare, come reagire. Vedeva tutto nero, chiusi per un attimo le palpebre per poi riaprirle, la vista della mia camera mi tranquillizzò un po', anche se i singhiozzi non cessarono.

<<Alycia tutto bene ?>> domandò Daniel, e solo allora me ne accorsi della sua presenza, sempre più bello ogni giorno; aveva i capelli spettinati, gli occhi rossi a causa del sonno, la mia attenzione cadde sul suo fisico perfetto fasciato solamente da un box.

<<lei sta qui, è uscita dal carcere>> dissi singhiozzando, avevo troppa paura, lui si avvicinò e si sedette al mio fianco
<<Aly era solo un incubo, lei sta in carcere, e ci rimarrà per il resto della sua vita>> disse rassicurandomi, continuavo a singhiozzare e tremare come una foglia. Molto dolcemente Daniel mi abbracciò e mi diede un tenero bacio sulla fronte.
Ci sdraiammo sul mio letto, le sue braccio mi tenevano stretta a se, il calore del suo corpo mi dava calma e sicurezza. Mi accarezzò facendo cessare i singhiozzi. Mi addormentai tra le sue braccia.

La luce del sole che filtrava attraverso la tenda mi svegliò, il mio sguardo fu catturato dal viso di Daniel a pochi centimetri dal mio, era bellissimo, sembrava un angelo; il viso perfettamente rilassato, la bocca carnosa leggermente socchiusa, i capelli spettinati e qualche riccio ribelle ricadeva sui suoi occhi.
Avevo un grande bisogno di alzarmi da quel letto e correre in bagno a svuotare la vescica, ma la sua presa era troppo forte.
Dopo qualche minuto si allentò, e i suoi occhi si aprirono e un sorriso si formò sul suo volto.

<<buongiorno Aly>> disse lasciandomi un bacio sulla fronte. Non lo risposi, ero ancora arrabbiato con lui, mi faceva uscire di matto, un momento prima si comportava da stronzo un momento dopo no, non sopportavo più la sua bipolarità.
Corsi in bagno, la natura mi chiamava .

Quando ritornai in camera Daniel era steso sul mio letto con le mani dietro la nuca , un sorriso sulle labbra e lo sguardo fisso su di me.

<<fuori dalla mia camera>> dissi arrabbiata indicando la porta.

<<cosa ti prende?>> chiese confuso.

<<hai anche il coraggio di chiedere cosa mi prende? Mi hai definito una puttana>> urlai infuriata, lui scoppiò a ridere e si avvicinò.

<<non ti è bastato lo schiaffo me vuoi un altro ?>> domandai allontanandomi.

<<non lo pensavo davvero, l'ho detto solo perché ero arrabbiato>> rispose con quell'odioso sorrisetto.

<< mi sono stufata del tuo comportamento, un momento prima sei un amore e un attimo dopo uno stronzo. Non so se odiarti o ama...>> non terminai la frase che si alzò di scatto, afferrò il mio viso e appoggiò le sue labbra sulle mie, dandomi un timido bacio, all'inizio feci resistenza, non poteva baciarmi di nuovo per poi trattarmi uno schifo.
Mise una mano sotto la mia maglietta accarezzandomi il fianco, quel gesto mi fece scogliere e socchiusi leggermente le labbra, insinuò la sua lingua per poi approfondire il bacio, tutta la rabbia che avevo scomparve, continui brividi si esposero per tutta la colonna vertebrale, avevo la pelle d'oca.  Non riuscivo a fermarmi. Risentire di nuovo il suo sapore. Sentivo come se tutto il corpo mi andasse a fuoco. Portai le mie mani ai lembi della sua maglietta, si allontanò leggermente da me.

<<Aly>> soffiò sulle mie labbra facendole unire di nuovo con le sue.La mia mente non era più al comando, le sensazioni si erano impossessata del mio corpo. Daniel mi strinse più vicino a lui mentre si stende, senza mai far staccare le nostre labbra.
Appoggiai le mie mani sul suo petto ormai scoperto. La pelle era calda, il petto si muove su e giù e il suo cuore sembra un tamburo proprio come il mio.
Staccò le nostre bocche per poi poggiare la sua sul mio collo, afferrò i mei capelli per  tenermi la testa proprio sopra la sua mentre continua a lasciare teneri baci.
Non avevo mai baciato nessuno così, o meglio non avevo mai provato quelle sensazioni mentre baciavo qualcun altro. 
Ciò mi portò alla realtà, e mi spaventò, non potevo provare quei sentimenti per il mio fratellastro.

<<Daniel fermati>> dissi con voce bassa e rauca. Non si fermò, bensì spostò le sue mani accarezzandomi la clavicola fino ad afferrare i lembi della mia maglia per poi sfilarla.

<<Daniel>> dissi con voce più dura ed alta.
Lo guardai negli occhi, erano poi scuri ma anche più dolci del solito. Le sue labbra erano di un colore rosato e gonfie a causa del bacio.

<<non possiamo>> dissi, anche se volevo continuare ciò che avevamo iniziato. Si alzò di scatto, la dolcezza nei suoi occhi svanì, lasciando il posto alla rabbia. 

<<perché?>> domandò lui.

<<perché sei mio fratello>> risposi tenendo lo sguardo fisso sulle mie mani.

<<siamo fratellastri>> puntualizzò.

<<avresti voluto continuare?>> domandò facendomi rimanere senza parole.
Si espanse per pochi minuti un silenzio tra di noi. Daniel si sedette al mio fianco afferrandomi il mento.

<<guardami negli occhi e dimmi se avresti voluto continuare>>

<<si>> risposi senza nemmeno accorgermene. Un sorriso si espanse sul suo volto.

<<vuoi essere mia?>> domandò a pochi millimetri dalle mie labbra. A quella domanda il mio cervello si fuse e in un battere d'occhio le mie labbra erano sulle sue, facendole unire in un tenero bacio.

<<lo prendo per un si>> disse sorridendo.

Spazio autrice.
Mi anno minacciato di morte se non aggiornavo 😂😂 questo capitolo lo dedico a te (Noemi ) visto che hai detto di volermi uccidere se non aggiornavo

AlyciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora