Un raggio di sole e il canticchiare degli uccelli mi svegliò. Ero ancora abbracciata a Daniel, lo guardai era così bello, con il viso rilassato, la bocca socchiusa, dei ricci che gli ricadevano sul volto, ed una piccola ed adorabile ruga che si formava sul mento quando ispirava. Sorrisi nel guardarlo, e d'istinto spostai i capelli dal suo viso perfetto, Daniel disse qualcosa di incomprensibile per poi sorridere.<<buongiorno koala>> disse con voce più roca del solito. Arrossii di colpo
<<ti hanno mai detto che sei molto bella quando arrossisci?>> domandò accarezzando la mia guancia...dire che divenni come un peperone è a dir poco, e ciò causò una forte risata a Daniel.
<<se ti stacchi, andiamo a fare colazione e poi un bel bagno a mare>> aggiunse ridendo.
<<ehm... Si scusa>> dissi imbarazzata.
<<non ti devi scusare, adoro quando fai il koala>> ribadì ridendo con gusto.
<<smettila>> dissi dandogli un pugno sul petto.
Dopo pochi minuti ci ritrovammo in un bar a pochi chilometri da dove campeggiavamo.
Il bar era molto piccolo ed accogliente, poche persone occupavano il suo interno, ci sedemmo ad un tavolo vicino alla grande vetrata, la mia attenzione cadde subito su una graziosa bambina che correva sorridente e il padre la inseguiva facendo crederle che fosse più veloce. A quella vista vari ricordi si fecero spazio nella mia mente, ed una sensazione di angoscia mi invase.<<Aly tutto bene?>> chiese Daniel accarezzandomi la mano.
<<s-si>> balbettai con la voce impastata per la voglia di piangere.
Dolcemente Daniel avvicinò la sua sedia alla mia e mi abbracciò
<<non sai mentire>> disse poi guardandomi negli occhi.
<<quella bambina con il padre mi ricorda...>> non riuscii a completai la frase che le lacrime si fecero spazio lungo il mio viso, Daniel lo afferrò dolcemente tra le sue mani e mi guardò negli occhi, il suo sguardo era capace di farmi dimenticare tutto, mi persi nelle sue pozzanghere Blu, ero come ipnotizzata, ad un tratto le sue morbide labbra si poggiarono sulle mie e si scontrarono in un piccolo e tenero bacio.
<<cose vi posso portare?>> chiese un bel ragazzo sulla ventina, alto con un corpo tonico, capelli neri e occhi nocciola.
<<per me un cappuccino e un cornetto alla cioccolata>> ordinò Daniel.
<<per te tesoro?>> parlò il cameriere riferendosi a me.
<<ehm... Lo stesso>> dissi imbarazzata, Daniel come se dovesse marchiare il suo territorio, mi strinse a lui e mi diede un bacio a fior di labbra, il cameriere ci guardò con sguardo interrogativo per poi allontanarsi.
<<cosa ti è preso?>> chiesi con un velo di rabbia.
<<ci stava provando con te, e la cosa peggiore è che tu ci stavi>>disse come se nulla fosse.
<<Daniel stava prendendo solo un fottuto ordine>> risposi arrabbiata.
<<non ti staccava gli occhi dalle tette>> ribadì
<<sei geloso?>> chiesi.
<<no...solo mi dà fastidio che guardano ciò che è mio>>
<<io non sono tua>> lo zittii quasi urlando.
Gli ordini arrivarono e il cameriere mi porse anche un foglietto con su scritto il suo numero di cellulare, Daniel gli rivolse alcune occhiate assassine per poi dire
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Alycia
RomansaImmobile alla fermata dell'autobus guardo la città con gli occhi di una bambina. Travolta da questa grande città, dai profumi. Ammiro i colori, la musica, la gente. Credo che la vita inizi adesso. Ora che sono appena arrivata qui: New York. Il sogn...