Parte 20

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Eravamo giunti al giorno tanto atteso ma anche tanto temuto da ogni studente dell'ultimo anno, eravamo giunti al giorno del diploma. Solo allora mi resi conto di come il tempo vola, sembrava ieri quando la mamma mi preparava lo zaino con la merendina,mi faceva indossare la divisa per poi portarmi all'asilo. In questi anni di scuola ho avuto alti e bassi. Alla morte dei miei genitori ho rischiato anche di perdere l'anno, ma grazie a Lory ad Antony che in qualche modo hanno riempito il vuoto che avevo dentro mi sono rimessa a studiare ed era tornata la vecchia me.
Avevo passato un anno speciale a New York con la mia nuova famiglia, ma purtroppo dopo l'estate dovevo partire, dovevo inseguire il mio sogno di diventare medico e l'Università mi aspettava a ben tre ore di macchina. Decisi di godermi quel l'ultima estate prima del collega, dopo due giorni dal diploma dovevo partire per Miami con i miei amici per la vacanza regalata dai miei nuovi genitori, si li chiamavo genitori perché tali erano, dal primo momento che mi avevano accolto in casa mi riempirono d'amore, di attenzioni. L'ho capito quando li ho informati che ero stata accettata all'Università di medicina che loro ormai erano i miei genitori, da quella scintilla di orgoglio che si formò nei loro occhi, quella che tanto desideravo vedere apparire in quelli dei miei veri genitori.

Da quando è successo quello spiacevole evento con Daniel non ci parlavamo più, non ci guardavamo nemmeno, cercavamo sempre di evitarci, erano due settimane che mi svegliavo alle cinque del mattino per non vederlo. 

La notifica di un messaggio mi svegliò dai miei interminabili pensieri, il nome di Mat era illuminato sullo schermo.

Da Mat: stasera cosa indossi? Dobbiamo abbinare gli abiti?

A Mar: il mio vestito è bianco.

Da Mat: sarai il mio piccolo angelo XD

Mi annoiava andare al ballo, non avevo mai amato queste cosa ma ero stata costretta da Mary e Lory che insistevano dicendo che era un emozione che ogni studente doveva provare, quella sensazione di liberarsi da quelle tante odiate superiori, e poi dovevo assolutamente divertirmi a vedere quelle mummie dei professori ballare.

Lanciai uno sguardo veloce alla sveglia ed erano le sette e mezza, quella mattina avevo fatto tardi, mi ero persa nel pensare. Di corsa andai in bagno a prepararmi per poi scendere al piano di sotto per afferrare qualcosa di commestibile ed uscire di casa.  Una volta giunta al piano di sotto vidi la persona che tanto stavo evitando, in effetti non potevo evitarlo per sempre, vivevamo pur sempre sotto lo stesso tetto.
Daniel stava appoggiato al bancone con la testa tirata indietro e gli occhi chiusi ed alcuni gemiti uscivano dalle sue labbra, il bancone lo copriva dal l'ombelico in giù ma subito capii cosa le stava succedendo, non ci voleva un mago per capire che una delle sue tante puttanelle gli stava facendo un pompino. In quel momento mi sentii arrabbiata, provai le stesse sensazioni di quando vidi Jeson e Lucy, e ciò mi confuse parecchio.

<<fai talmente schifo da farlo anche in cucina, non mangerò mai più>> dissi schifata, Daniel prima sgranò gli occhi e poi fece un sorriso malizioso.

<<se eri tu al suo posto ah-mm non eri così schifata>> disse con voce impastata dal piacere.

<<mi fai schifo>> urlai per poi uscire di casa con lo stomaco in subbuglio. 

Mentre stavo passeggiando tra i corridoi della scuola vidi Daniel che infilava la lingua in gola a quella puttanelle di Shay, la teneva così stretta a se, le sue mani le stingevano i glutei e tutto ciò mi diede rabbia e dispiacere. Solo a pensare che qualche settimana prima lui desiderava me, i nostri corpi erano diventati uno solo, mi faceva vergognare di me stessa. Ero stata così stupida da non ragionare con il cervello ma come una ragazzina in calore.
Non appena Daniel incrociò il mio sguardo ,pieno di disgusto e rabbia, si spostò dalla ragazza, le sussurrò qualcosa all'orecchio e si diresse verso di me, di impulso presi a camminare nella direzione opposta ma Daniel mi afferrò una mano e mi trascinò nel bagno.

<<cosa ti succede piccola Alycia>> disse sorridendo

<<mi fai schifo, questo mi succede... Solo se ti guardo in faccia mi viene da vomitare>> sputai infuriata.

<<sei veramente ridicola, davvero credevi che dopo aver fatto sesso giocassimo alla coppietta felice>> parlò ridendo.

Gli diedi uno schiaffo che gli fece un  grosso segno rosso sulla guancia.
Guardai per un secondo i suoi occhi, erano inondati di lacrime, pensai di avergli fatto molto male e ne fui soddisfatta. Stavo per uscire dal bagno quando mi afferrò nuovamente la mano e a pochi centimetri dal mio viso disse

<<scusami, sono uno stronzo, ma lo faccio per il tuo bene>> detto ciò uscì di corsa dal bagno lasciandomi lì da sola con i miei pensieri. 
No riuscivo a non pensare a quella frase, in che senso lo faceva per il mio bene? Farmi arrabbiare e soffrire non mi faceva affatto bene, avevo sofferto già parecchio nella mia vita e volevo almeno sentirmi un po felice, proprio come quella mattina alla spiaggia. Daniel mi rendeva felice ma allo stesso tempo triste, il suo carattere mi faceva impazzire, un attimo primo dolce, l'attimo dopo un pezzo di merda. Nonostante avesse questo carattere difficile, ed era il mio fratellastro io provavo dei sentimenti molto forti per lui, si lo ammettevo Daniel non mi era affatto indifferente. Quando sentivo la sua voce, quando vedevo i suoi occhi, quando assaporavo le sue labbra il mio corpo andava in iper ventilazione, il mio cuore in tachicardia e il mio cervello in arresto.

Daniel
<<allora l'hai fatto? Ci sei riuscito?>> disse shay con il suo solito sorriso malefico.

<<secondo te esiste qualcuno che può resistere a questo>> dissi scherzando riferendomi al mio corpo.

<<pensavo che fosse più intelligente invece è anche lei una sgualdrina>> aggiunse con cattiveria.

Shay era l'unica persona che mi faceva provare delle sensazioni strane, qualche tempo fa credevo di essere innamorato di lei... Quando c'era lei non me ne fregava di nulla, poteva esserci anche la terza guerra mondiale che ci circondava ma con lei mi estraniavo da qualsiasi cosa.
La conosco dalla scuola elementare, è sempre stata la tipica ragazzina leder, quella che tutte le altre desideravano di essere come lei e la tenevano, quella che decideva chi trattare bene e chi no, quella che decideva chi si doveva sedere in compagnia e chi da solo.
Ero molto legato a lei, è stata la mia prima ragazza, il mio primo bacio, la mia prima volta. Mi ha sempre fatto un certo effetto, non riuscivo mai a dirle di no, comandava a bacchetta anche me, ero proprio il suo cagnolino fedele. Però negli ultimi tempi, o meglio da quel weekend passato con Alycia mi nacque un dubbio; quello era amore? Davvero volevo essere il suo cagnolino per una sveltina o un pompino? Quei sentimenti che credevo di provare erano reali o era semplicemente affezione?

AlyciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora