In prima linea

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"Come già sapete la paziente ha superato l'incidente in auto di pochi mesi fa miracolosamente"afferma il dottore con un tono troppo serio"Ma l'impatto con la scatola cranica non ha lasciato illesa vostra figlia"
"Cosa vuole dire?"chiede mamma con gli occhi lucidi,
"Significa che le convulsioni che Katrine ha avuto non sono niente di buono e potrebbero essere il sintomo di qualcosa di ben più grave,se non si cura la situazione peggiorerà"
"Ma come?"insiste papà,
"Con una terapia"il dottore incrocia le mani e mi guarda con un'espressione di pietà.
La peggiore espressione che un dottore può rivolgerti.
"Le convulsioni causate da un'incidente sono le più complicate da gestire,infatti per queste non bastano dei medicinali"
Qualcosa mi dice che qualcosa cambierà definitivamente e non sono sicura sarà positiva.
"Fortunatamente qui in Inghilterra disponiamo di grandi centri specializzati che possono curare in modo definitivo Katrine"conferma,
"Significa che mi chiuderete in un'manicomio?"spalanco gli occhi,
"Ma quale manicomio"nega mamma"Sono ospedali come tanti altri"
"No signora non sono ospedali,sono molto più di semplici ospedali e non sono nemmeno manicomi"replica il medico,
"E la scuola?"chiede mamma,
"Sicuramente alla paziente non mancherebbe un insegnante,sarebbe seguita giorno dopo giorno da persone molto qualificate"
"Giorno dopo giorno?"giro per la piccola stanza"Quanti giorni?"
"Pochi piccola mia"afferma papà,
"Sentite signori"mormora il dottore con un tono più caldo"Come medico posso consigliarvi i centri migliori in cui Katrine potrebbe seguire una terapia,ma essendo lei ancora molto giovane la cura non potrà durare poche settimane"
"Mesi?"domando esasperata,
"Katrine è per la tua salute"mi rimprovera papà,
"Se deciderete di procedere in questo modo non potrete vedere vostra figlia per tutta la permanenza nel centro"afferma il dottore e da conferma al mio peggiore incubo,
"Oh mio dio"mamma sorregge la testa su una mano,
"Non entrerò mai in quel ospedale"confesso decisa"Scordatevelo, toglietevelo dalla testa"
Il medico mi fissa come se capisse le mie emozioni.

"Dottore"borbotta papà"Non si può intervenire con dei farmaci?"
"Come ho già detto si potrebbe provare ma la riuscita è abbastanza scarsa"Si schiarisce la gola"Ora vi parlo da padre e non da medico,Katrine"mi scruta in viso"Hai sedici anni,hai ancora tutta la vita davanti,vuoi continuare ad aver paura che una crisi ti colpisca all'improvviso? Se deciderai di entrare in questo centro avrai intorno a te persone consapevoli di cosa provi, il tempo passerà veloce e quando uscirai potrai proseguire il resto della tua vita in serenità"
"Quanti mesi?"insisto con un tono disperato,
"Questo varia dalla riuscita della terapia"aggiunge"Come minimo sei mesi"
Le sue parole continuano a riecheggiare nella mia mente, sei mesi,sei cazzo di mesi,sei fottuti mesi chiusa in un ospedale senza vedere la mia famiglia,i miei amici,Alex.
Esco da quella piccola stanza per prendere un po di aria,sto impazzendo.
Non posso credere che potrei perdere sei mesi della mia vita chiusa in un'ospedale.
"Kat"mi raggiunge Jes affiancata da Tod"Cos'hanno detto?"
"Vogliono chiudermi in un'ospedale psichiatrico per sei mesi"realizzo e una volta detto sembra la cosa peggiore al mondo,
"Davvero?"mi guarda scossa,
"E la verità è che io non ci voglio andare"
"È per te Katrine"dice Tod,
Tutti sostengono che tutto questo migliorerà la mia salute, ma più continuo a pensarci,più mi sento male.
"Potremo venire a farti visita?"mi chiede Jessy,
Scuoto la testa e le lacrime si fanno spazio nel mio viso,
"Ti prego non piangere"la mia migliore amica mi abbraccia e piange insieme a me.
Sentiamo una porta aprirsi,ci stacchiamo e nascondiamo il pianto,
"Quindi vi aspetto fra un paio di giorni per la vostra decisione"confessa il dottore seguito da mamma e papà distrutti quasi quanto me.
"Katrine pensa al tuo futuro"il medico mi stringe nelle spalle mentre guardo il vuoto.

"La mia piccola"borbotta mamma per poi cominciare a piangere,papà la stringe al petto e questa visione mi da un po di solievo,
Usciamo dall'ospedale quando ormai il sole è scomparso e la luna ha preso il suo posto,un giorno normale per sette miliardi di persone al mondo,ma non per me,non oggi.

Questa è una giornata di sconfitte,una giornata che ha segnato per sempre la mia vita.
Il cellulare mi vibra nella tasca,lo prendo e vedo le decine di chiamate perse da Alex.
"Ti portiamo da lui"sussurra Tod,
"Mamma?"la fisso interrogativa,
"Vai"annuisce.

"Chiamami dopo,ti prego"bofonchia jes,poi il suo fidanzato mi parcheggia davanti alla casa di Alex"Buona fortuna"dice.
"Grazie ragazzi"gli stringo le mani e scendo,suono il campanello,mi apre.

Salgo le sale e me lo ritrovo davanti,ha gli occhi luminosi.
La sua maglietta azzurra sottolinea il suo sguardo vivace che enfatizza non appena mi vede"Ma dove sei stata?"mi stringe baciandomi la nuca,mi trattengo nelle sue braccia per una manciata di secondi in più, probabilmente la sua stretta potente e accogliente sarà la cosa che mi mancherà di più.
"Mi hai fatto preoccupare tanto,piccola"sottolinea,io sto in silenzio,non ho davvero niente da dire.
Mi fa entrare e chiude la porta"Poi non capisco tutto questo mistero,ho chiamato tutti,nessuno mi ha risposto"continua"Cosa c'è?"
"Dobbiamo parlare"affermo con tono solenne,
"Mi stai facendo preoccupare"ammette scrutandomi in viso,lo faccio sedere su una sedia,io gli sto davanti e gli prendo le mani.
Mi schiarisco la gola"Sono stata in ospedale"spiego e al suono di quella parola mi fissa con più attenzione,il suo petto si sgonfia con più potenza.
"Non fare scherzi Katrine"mi avvisa come in una supplica,
"Non è una scherzo"singhiozzo affannosamente,cado con le ginocchia a terra,sento il mio corpo pesare,guardo il pavimento.
Mi alza il viso con un dito"Ti prego,parla!"
Tiro su col naso"Ho avuto le convulsioni questa mattina"i suoi occhi mi divorano anche l'anima"È successo tutto velocemente,ero a scuola all'improvviso ho iniziato a tremare e ho perso coscienza cadendo a terra"faccio una pausa"Pensavo che non sarebbe più successo ma poi questo pomeriggio è accaduta la stessa cosa"balbetto"È arrivata l'ambulanza e il dottore dopo avermi visitata mi ha detto che.."mi manca il fiato,
"Che?"chiede serio"Parla"tuona,
"Che non sono guarita dall'incidente e probabilmente andrò in un'ospedale specializzato per sei mesi"sento che le mura di questa casa iniziano a rimpicciolirsi.

"Non può essere"si alza in piedi,ha gli occhi stralunati"Maledizione"colpisce un vaso di porcellana mandandolo in frantumi.
"È così"mi stringo nelle spalle.
"Quando?"domanda,
"Tra un paio di giorni"rispondo"Ma devo ancora decidere se accettare o meno"
"Decidere?"sibila"Credi davvero di avere la possibilità di decidere sulla tua salute?"mi si affianca"Non posso vederti così"
"Come faremo?"lo guardo negli occhi,
"Non lo so"confessa"Quanto rimarresti li?"
"Sei mesi"aggiungo"Minimo"vedo la sua espressione spegnersi"Ma Alex io sono disposta a non andare,per noi"
"Lo so che sei disposta a farlo"sorride debolmente,
"Dimmi che vuoi che rimanga"
"Non lo voglio"
"Dimmelo,ti prego"non freno più le lacrime che cadono come meteoriti sulla sua pelle,
"Shh"le asciuga,
"Ti prego,perdonami"
"Smettila"dice"Un buon soldato non piange mai"
"Non farmi andare,per favore"
"Zitta e dimmi che starai bene,assicurami che questi mesi passeranno veloci e non appena ci rivedremo mi saluterai con un bacio sulle labbra"
"No"mugolo,
"Promettimelo Katrine"
"Te lo prometto,Alexander"affermo con voce rauca"Sei e sempre sarai in prima linea"
"Bravo soldato"mi bacia la bocca"Ora ti riporto a casa"
Guida fino a casa mia e mi lascia scendere,senza toccarmi,senza parlarmi.

Cammino verso casa con passo fermo mentre il mio cuore penzola sul filo del rasoio,sento come se durante tutto questo tempo mi avesse nutrito con il suo amore e ora non posso fare a meno di esserne ossessionata, forse è proprio questo il problema,io sono assetata di lui e qualcosa mi dice che lo sarò per sempre.

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