Ovunque andrai

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L'ultima tappa del viaggio di Karine e Alexander era Parigi,la città dell'amore,della passione,ma a causa di alcuni inconveniente avevano dovuto fermarsi di più a Ravenna,a casa dei parenti di lei.
L'indomani sarebbero partiti per tornare a Londra ma quello che era successo negli ultimi giorni non era esattamente quello che avevano immaginato.
Lei aveva passato la maggioranza del tempo dagli zii,dai nonni,non l'avevano lasciata nemmeno un attimo.
Lui aveva cercato di darle il suo spazio, sapeva che non avrebbe visto i suoi parenti per molto tempo e quindi aveva lasciato passare.
Tutti adoravano Alexander,con lui si divertivano molto anche se non capivano perfettamente quello che diceva,una sera disse una parolaccia e tutti scoppiarono a ridere.

"Ti prego vieni con me"lo pregò Katrine,voleva fare un'ultimo giro in quella città meravigliosa ma lui pensava di passare quella giornata in un'altro modo,
"Non voglio"scosse la testa"Sono stanco,passa anche questa giornata con loro"
"Ma ci sono stata fin troppo"sbraitò,
"È colpa mia?"alzò il tono della voce, diventò una battaglia a chi urla di più,
"Sicuramente non mia" si voltò di spalle"Allora fai quel cazzo che ti pare".

Lei tornò dentro e mise a riscaldare del pollo già preparato,la casa era vuota.
"Io esco"disse Alexander,
Katrine non rispose,non riusciva a capire cosa stava facendo,non era la prima volta che usciva da solo,senza conoscere nessuno"Va dove ti pare"sussurrò,
"C'è l'hai con me?"domandò lui.
"No"replicò senza guardarlo in faccia.

Lo vide uscire dalla finestra,la sua pelle abbronzatissima non aveva nemmeno un graffio,lei lo odiava perché riusciva a mantenere tutta la sua bellezza anche ad una temperatura superiore ai quarantacinque gradi.

Corse a preparare le valigie,la loro vacanza perfetta si era trasformata in un'incubo.
Prese in mano il vestito rosso che le aveva comprato a Roma dopo averla fatta ballare ai piedi del Colosseo.

"Rimaniamo qui"disse Katrine saltellando,gli teneva la mano e non aveva intenzione di lasciarla,
"Solo un'altro giorno"le accarezzò i capelli,odoravano di lei.
"Voglio venire a vivere qui"mormorò,
"E lasciare Londra senza di te?"si avvicinarono sempre di più a un gruppo di musicisti di strada circondati da una ventina di persone,
"Ci penseremo"lo trascinò verso la musica e lasciò una banconota da dieci nel cappuccio di un violista,lui le sorrise,invitandola a ballare sulle note della loro musica,Katrine scosse la testa imbarazzata e si ritirò ma Alexander la stava aspettando,pronto per farla volteggiare,
Le prese la mano e la fece muovere al centro,Katrine gli pizzicò il braccio nudo"Come devo ballare?"bofonchiò, Alexander sussurro nel suo orecchio:"Muoviti con la stessa grazia con cui fai l'amore con me"tutti batterono le mani.

Piegò il vestito e lo mise nella valigia,toccò alla maschera di Venezia,comprata a pochi metri dal Palazzo Ducale.

"Non ci si può perdere"sostenne Alexander,erano le sette della sera e stavano ancora camminando in direzione di Piazza San Marco,
"E allora perché ci siamo persi?"lei continuava a sorridere,non gli importava quello che stava accadendo,dopo essere saliti sull'ennesimo ponte volle sedersi sulle scale per riposare,
"Coraggio bambina"la incitò lui,indossava dei pantaloncini fino al ginocchio bianchi,una canottiera verde e un cappellino grigio,
Katrine bevve un sorso di acqua e si rialzò"Andiamo"lo prese per mano,
"Hai fretta?"la avvicinò a sé e la baciò,le sue labbra erano dolci e allo stesso tempo amare.
Qualcuno gridò Rialto e lei spalancò gli occhi"Tesoro,è la strada giusta"

Aprirono la porta della sua camera,era sua nonna,lei cominciò a piangere,
"Oh"le si avvicinò, stringendola"È successo qualcosa con Alexander?"
"Mi nasconde qualcosa"singhiozzò "Secondo me ha un'altra"
"E come potrebbe?"aveva lo stesso calore di sua mamma"Se non sa nemmeno parlare l'italiano"
"Non serve parlare per tradire una persona"
"Katrine,piccola Katrine"le asciugò le lacrime"Lui ti ama così tanto,e un uomo innamorato non tradisce"

Katrine consumò il suo pranzo e la sua cena in silenzio,non proferì parola, Alexander non tornava e lei cominciò a temere il peggio,non riusciva a fare altro che pensare a lui,nella sua mente c'era Alexander,Alexander e solo Alexander.

Quando finalmente lui tornò Katrine tirò un respiro di sollievo,scese le scale e guardò l'orario,era mezza notte e la casa era priva di rumori.
Aprì la porta e se lo ritrovò a una decina di metri di distanza,era furiosa,sapeva che avrebbe potuto mandare tutto a rotoli ma non riuscì a contenersi e l'affrontò. 

"Dove cazzo sei stato?"gridò,non aveva paura di svegliare i suoi nonni,
"In centro"disse solo due parole,due parole che scatenarono il fuoco nel cuore di Katrine,
"Riuscirai sempre a deludermi eh?"non sapeva se gridare o piangere"Dimmelo se sono troppo affannosa,urlami quelle brutte parole che hai imparato ma dimmi qualcosa,voglio la verità"
"Vuoi la verità?"sorrideva,aveva un sorriso malefico.
"Ne hai abbastanza,Alexander?"si scaraventò su di lui,
"Non ancora"si abbassò alla sua altezza e poi sempre più giù,si mise in ginocchio ma lei continuava a non capire,
"Anche se ti metti in ginocchio non ti perdonerò"sibilò"Non l'avrai vinta"
"Non voglio chiederti perdono"disse con gli occhi che illuminavano tutta Ravenna"Voglio chiederti la mano".

Katrine era incredula,non riusciva a respirare,cominciò a piangere e a singhiozzare,dovette piegarsi ma lui le chiese di rialzarsi"Non si è mai vista una proposta di matrimonio in cui sono entrambi inginocchiati"sorrideva con eccessiva spontaneità,le sue gambe iniziarono a tremare"L'originalità è il nostro forte,giusto?"allungò la mano per asciugarle le lacrime"Ti amo così tanto Katrine"guardò la terra ma poi riprese a scrutarla in viso,aveva troppa voglia di amarla"Non puoi capire quanto è stato difficile comprarti l'anello perfetto in una città di cui non conosco la lingua"mosse le dita all'interno della sua tasca e tirò fuori una piccola scatolina rossa,lei ancora non si rese conto quello che stava per accadere, piangeva in modo così rumoroso che quasi non riusciva a sentire quello che gli stava dicendo"Io ti giuro che ci ho pensato giorno e notte a quello che avrei potuto dirti in questo momento ma non sono riuscito a trovare nessuna parola che potesse descrivere quello che provo per te,dirti ti amo è poco perché io amo anche il fatto di amarti"fece una pausa e gli strinse la mano,lei si coprì la bocca con l'altra"Voglio viverti in tutte le tue fasi e sfumature e voglio avere dei figli nostri,voglio svegliarmi la mattina con te al mio fianco e addormentarmi con la stessa immagine"respirò piano"Lo so che potrebbe essere troppo presto,hai diciotto anni ma dannazione,non possiamo aspettare"accarezzò la sua mano"So anche che ti avevo promesso la torre Eifel e un diamante di Tiffany,ma spero che ti vada bene ugualmente perché io diventerei tuo marito oggi stesso,ora,in questa città per me ancora un po sconosciuta perché anche se continui a piangere e questa cosa mi preoccupa un po,ecco io voglio sposarti,semplicemente"estrasse l'anello con un grosso diamante al centro, brillava quasi quanto la ragazza davanti a lui"Ricapitolando,Katrine Felt"si schiarì la voce"Vuoi diventare mia moglie?"
Lei tremò,cercò di muovere la lingua ma non ci riuscì,era troppo scossa"Si,si"annuì e cadde a terra,non riuscirono nemmeno a infilare l'anello,si baciarono e si abbracciarono sotto la luna della città che aveva finalmente incoronato il loro sogno.

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Okey,io sono ancora un po sconvolta,non so voi.
E vissero per sempre felici e contenti..eh no,mi perdonerete se gli metterò ancora un po i bastoni tra le ruote,vero?
A voi i commenti.
Vostra marghe❤️😘

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