Dopo il fuoco

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Katrine aveva compiuto diciassette anni da poco e la prima cosa che fece fu iscriversi a scuola guida.

Quel pomeriggio però toccò ad Alexander tenerle una lezione.

Salirono in auto e si misero entrambi la cintura di sicurezza.
Katrine era al comando"Ok la chiave"disse infilandola"E ora andiamo"mormorò,il motore partì e lei fu euforica,
"Brava"le batté le mani"Vuoi un biscotto?"chiese ironico,
"Smettila"lo ammonì.
Tutto andò liscio finché si ritrovarono un'altra macchina davanti e la strada le pareva troppo stretta"Non ci sto"piagnucolò lei,
"Si che ci stai"la incoraggiò"Vai"
"Nono"chiuse gli occhi,
"Katrine"la riprese"Vai avanti oppure fermeremo la circolazione"
"Ok"fece un respiro e superò l'auto,un'altro grido di gioia uscii dalla sua bocca,ora però era diventata troppo sicura di se.

"È troppo piccolo!"tuonò lui,
"È un parcheggio perfetto"rispose con lo stesso tono,
Ormai aveva fissato quel buco e li avrebbe parcheggiato la macchina di Alex,a costo di romperla,lui però non lo sapeva.
Un botto colpi l'auto durante la manovra, urtò un motorino,Katrine si morse il labbro"Lo sai che ti amo vero?"disse con un tono sdolcinato,
Lui si coprì il viso con entrambe le mani"Un giorno ti ammazzo,lo giuro"

Portarono l'auto dal meccanico e chiamarono un taxi per andare a casa di Jasmine.
Fortunatamente l'insegnate di guida non c'era altrimenti la patente per lei sarebbe rimasta solo un sogno.
"È solo un graffietto"bisbigliò lei in taxi,
"Un graffietto che stava per costarmi la cosa più preziosa che ho"incrociò le braccia,
"Io?"chiese,
"L'auto"sottolineo lui mostrandole la lingua.

Il taxi gli lasciò a metà strada a causa del traffico, il sole stava per addormentarsi e Katrine saltellava da un lato all'altro della strada e ad Alexander pareva un angelo,con il tramonto addosso era ancora più bella,faceva ondeggiare i capelli chiarissimi,che le arrivavano poco sopra il sedere,avrebbe voluto suonarli,come le corde di un violino.
Si accese una sigaretta e la ammirò.

Di tanto in tanto si girava e gli sorrideva,era splendente,truccata dall'arrivo dell'estate e vestita con un abitino color lampone,a malapena le copriva la parte alta delle cosce.
Fece una capriola che le sollevò l'intero vestito"Sei scema?"chiese lui"Hai solo le mutande sotto"
"E allora?"spalancò gli occhi"Chi mi avrà mai visto?"
"Tutti"tuonò lui"Non puoi andare in giro con quel vestito"
"E perché?"domandò innocua,Katrine non era esibizionista e Alexander lo sapeva bene,ma non sopportava il fatto che fosse così ingenua,più cresceva più era convinta che il mondo fosse un luogo sicuro.

Gli uomini non avevano problemi a guardarla per strada ne quando aveva quattordici anni e nemmeno ora che ne aveva diciasette,la cosa che aveva fatto impazzire il suo fidanzato era il fatto che loro lo facessero anche davanti ai suoi occhi ed era proprio questo il  motivo per cui Alexander fece una sceneggiata a un uomo sulla cinquantina brizzolato che si era dimostrato un po incuriosito da Katrine"Che cazzo guardi?"lo prese per la camicia,
"Alex lascialo"Katrine tentò di fermarlo ma lui era più furioso che mai,
"Non stavo guardando"balbetto lui"È solo che lei è vestita come.."aveva paura di continuare,Alexander stava per rompergli la mandibola.
"Come cosa?"bisbigliò a pochi centimetri dal suo viso,non gli importava che avesse una ventina di anni più di lui,era furibondo,
"Lascialo subito"lo bloccò lei per le braccia"È colpa mia,chi non guarderebbe una ragazza che fa una capriola e mostra tutte le gambe?"chiese,voleva che quella situazione finisse ed era pronta a prendersi tutta la colpa,
Alexander fulminò l'uomo e lo lascio andare,scappò subito via e loro rimasero immobili sul marciapiede"Ti rendi conto di quello che fai vero?"domandò Alexander scrutandola in viso,era rossa come un pomodoro.
"Si"annuì e continuarono a camminare.

Alexander non poteva essere arrabbiato con lei,anche se gli aveva distrutto la macchina e andava in giro poco coperta, prima di entrare in quella casa cercò la sua mano e ancora una volta la trovò.

Arrivati a destinazione, suonarono e la madre di lui salutò entrambi con un abbraccio, senza proferire inutili parole li accolse all'interno della sua dimora.

"Come mai siete in ritardo?"li prese a braccetto,
'Perché Katrine mi ha distrutto la macchina e si veste come una poco di buono' pensò Alexander ma disse solamente:"Problemi di trasporto"
"Non voglio sapere altro"rispose sua madre.
"Dov'è tuo marito?"chiese Katrine una volta in tavola,
"A Parigi con Lucas,per lavoro" mormorò come se si vergognasse,suo figlio sorrise.

Tra Lucas ed Alexander c'era una grande ostilità,più volte il primo aveva fatto commenti poco rispettosi verso la sua ragazza e ovviamente Alexander aveva agito d'impulso arrivando anche alle mani.
Da quel giorno i due non si erano più visti anche se Katrine aveva cercato di mediare.

"Allora ragazzi miei,vi piace il Shepherd's Pie?"domandò con voce grave,
"Cos'é?"bofonchiò Katrine,gli altri due la fissarono"Che c'è?"
"Vivi in Inghilterra e non sai cos'è?"spalancò gli occhi Alexander, voleva farla sentire a disagio.
"Prepara le stomaco stai per scoprire il tuo piatto preferito"sottolineò Jasmine.

Terminata la cena raggiunsero il retro della casa dove il giardino era enorme,forse più grande della villa stessa.
"Viva i soldi"borbottò Alexander con un po di ironia,
Sua madre non ci fece caso,gli sorrise come se avesse fatto una battuta.
Jasmine era sempre molto cauta con lui,sapeva che aveva preso il carattere da suo padre e quell'uomo lo conosceva molto bene.
"Aspettatemi dove volete,torno subito,devo fare una telefonata"spiegò velocemente allontanandosi,
"Sei un mascalzone"lo sgridò Katrine,
"Perché?"
"Devi essere più buono con tua madre"si fermò come se fosse stata colpita da una folgorazione"Oddio"
"Che c'é?"
Corse verso un'amaca, Katrine amava sdraiarsi sulle cose che penzolavano.
Si sedette e iniziò a dondolarsi,
"Fammi spazio"la raggiunse Alexander,
Si sdraiarono uno accanto all'altro senza toccarsi"Scusami per la macchina"affermò Katrine"E non mi vestirò mai più così"
"Ok"lui chiuse gli occhi e sentì le labbra di lei sulla sua bocca,le accarezzò i capelli.
"Ti voglio bene"si staccò per guardarlo in faccia nella notte,
"Lo so,lo so"strofinò le nocche sul suo viso e poi spostò la mano sulle sue gambe,Katrine le baciò il pomo d'Adamo.
Erano troppo scandalosi per trovarsi in casa altrui.
"Ho paura che venga tua madre"bisbigliò nella bocca di lui,
"Tranquilla,anche lei fa queste cose"la baciò come se non avesse mai provato la sua bocca.
La circondò con le gambe e le braccia,e cercarono di guardare le stelle un po offuscate e nascoste,la pioggia aveva cominciato a scendere ma nessuno dei due voleva muoversi.
"Dovremmo rientrare"disse Katrine e il suo cellulare iniziò a squillare,
"Ti prego non rispondere"si sedettero entrambi,ormai quel momento di magia era terminato.
"Devo"si giustificò"È jes"accettò la chiamata,
"Kat"Jessica respirava a stento,sembrava avesse i coniati di vomito"È successe una cosa,non pensavo sarebbe successo e sono da sola a casa"balbettò,
"Stai tranquilla,dimmi tutto"cercò di calmarla, Alexander si accese una sigaretta,
"No,non posso,voglio Tod,dov'è Tod?"piagnucolò,
"Oh dio Jessica,spiegami quello che ti è successo"si tappò un orecchio"È capitato qualcosa a Tod?"
Erano entrambe troppo sconvolte per parlare, Alexander prese il telefono"Aspettaci,tra poco saremo a casa tua"
Jess iniziò a ridere e disse:"È il giorno più bello della mia vita"
Ora Alexander aveva capito,staccò la chiamata e sorrise.
"Perché sorridi?"Katrine lo fissò,
"Andiamo a recuperare Tod a lavoro"le prese la mano,
"No"si bloccò lei incrociando le braccia"Sono stanca di essere sempre quella che non sa niente,quella a cui nascondete le cose e giudicate troppo piccola,ho diciassette anni cazzo,non sono più una bambina"
Alexander rise fragorosamente e prendendole il viso tra le mani bisbigliò:"Tranquilla tesoro tra un po non sarai tu la più piccola del gruppo"le baciò la fronte.

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