COSTRUIRE
CAPITOLO 22
Amina El Shaarawy nacque in una assolata a calda mattinata di fine maggio a Roma. In anticipo sui tempi...di parecchio anche...tre settimane prima del termine. Come se nostra figlia sapesse benissimo che due giorni dopo suo padre sarebbe partito per i mondiali in Russia. Lui era preoccupatissimo di non potermi essere vicino e Amina lo aveva aiutato nascendo in anticipo..nonostante questo nostra figlia era sanissima e pesava 2 chili e mezzo. Meno di qualsiasi altra bambina nel reparto, ma compensava lo scarso peso con due occhioni spalancati ereditati dal padre e un sorriso contagioso.
Gli ultimi 7 mesi erano stati un susseguirsi ininterrotto di gioie e momenti indimenticabili. Da quando avevo annunciato a Stephan di aspettare un figlio o figlia la nostra vita era stata contraddistinta da una nuova tranquillità e dai preparativi per la nascita e per il matrimonio.
Una sera ero tornata a casa dal supermercato e avevo trovato Stephan che trafficava in quella che era stata la camera degli ospiti e che ora sarebbe diventata la camera di nostra figlia. Mi aveva accompagnata a tutte le visite e quando avevamo scoperto di aspettare una femminuccia lui aveva fatto incetta di abitini rosa e aveva dipinto personalmente la cameretta montando poi il lettino, il cassettone e una sedia a dondolo che aveva posizionato vicino alla finestra. Quando avevamo sentito per la prima volta il battito del cuore di nostra figlia o quando avevamo visto sul monitor le prime immagini di quella che sarebbe diventata una componente fondamentale della nostra famiglia, avevamo pianto insieme. Avevamo realizzato che nel giro di qualche mese non saremmo più stati solo in due ma una nuova vita si sarebbe aggiunta alla nostra quotidianità. Avevamo scelto il nome Amina che in arabo significava "sincera" e "fedele", ci era sembrato un nome adatto per la nostra primogenita. Amina non sarebbe rimasta figlia unica come me ma fra un pò di tempo io Stephan le avremmo dato una sorella o un fratello.
Mia madre non aveva preso bene la notizia della gravidanza, così come quella del matrimonio a Luglio e praticamente io e lei eravamo arrivate ad essere due estranee. All'inizio avevo pianto...mi ero chiesta se in qualche modo avessi sbagliato e cosa avrei potuto fare per rimediare a quella situazione ma poi avevo capito che semplicemente mia madre mi incolpava per qualcosa...non sapevo neanche bene cosa...
La mia nuova famiglia era quella di Stephan, i suoi genitori, suo fratello e la sua ragazza, i suoi amici che mi avevano accolta come se facessi parte del loro "clan" da sempre. Per la prima volta mi ero sentita accettata per quella che ero, senza bisogno che mi nascondessi dietro qualcosa o qualcuno..loro mi volevano bene per quella che ero. A volte avevo ancora quei momenti in cui mi chiedevo che cosa ci facessi lì, per quale strano scherzo del destino un ragazzo bellissimo e ambitissimo da ragazze di mezzo mondo avesse scelto me...
Quando avevo iniziato a mettere su qualche chilo per la gravidanza, pochi in realtà perché ne avevo presi solo 9, passavo intere mezz'ore davanti allo specchio...guardavo il mio profilo cambiare, il mio viso farsi più pieno e gli occhi accendersi di una luce particolare. Sembrava un miracolo...io che avevo sempre pensato di non avere figli, ne stavo aspettando uno a 24 anni e non potevo essere più felice. Il ruolo di futura mamma mi piaceva..pensavo spesso a come sarebbe stato. Non solo a come sarebbe stata lei, al color degli occhi o alla forma del viso, ma soprattutto a come sarebbe stato essere mamma. Scoprii subito dopo il parto che Amina mi completava...come del resto faceva suo padre.
In quei 7 mesi io e il mio fidanzato, futuro marito, avevamo pensato spesso alla nostra vita da genitori. Quando vedemmo Amina per la prima volta, io che piangevo stordita e Stephan che aveva gli occhi lucidi e che a dispetto della strizza era stato con me in sala parto per tutto il tempo, capimmo che nostra figlia aveva ereditato per prima cosa i bellissimi occhi verdi del papà e poi il carattere della mamma...Ste mi sussurrò all'orecchio che ero stata bravissima e che sicuramente Amina sarebbe stata forte e testarda come me.
In quei mesi avevo analizzato spesso e volentieri quanto fossi cambiata e cresciuta da quando avevo scritto quel post a Stephan. La ragazzina insicura che ero stata aveva lasciato posto ad una donna che sapeva quello che voleva e che con determinazione ed un pizzico di follia aveva inseguito il suo sogno. Ero diventata una donna e Stephan era stato l'artefice principale del mio cambiamento. Mi aveva insegnato a credere in me, nelle qualità che avevo...a non sentirmi inferiore a niente e nessuno...mi aveva accompagnata passo passo in un processo che alla fine mi aveva fatta diventare la donna che lui avrebbe voluto avere al suo fianco per sempre. Se guardavo indietro, al periodo più brutto per me, al tentativo di suicidio e alla separazione da Stephan, erano comunque stati tasselli fondamentali per farmi diventare quella che ero.
Ora girare con Stephan per Roma, mostrando a tutti prima il pancione e poi nostra figlia non era più qualcosa che mi metteva paura o mi faceva pensare "oddio cosa diranno?"
In quei mesi andai sempre allo stadio e sostenerlo, creai con le altre wags un gruppo unito ed affiatato e mi feci aiutare e consigliare nei preparativi per il matrimonio. Decidemmo di sposarci a Villa Argentina a San Felice Circeo, con rito civile sulla spiaggia e ricevimento in quella bellissima location da favola.
Provai trecento vestiti, calcolando che avrei perso peso prima del matrimonio, causa anche ansia da preparativi e ansia da Mondiali oltre che ansia da neo mamma. Alla fine ne scelsi uno di lino,senza spalline e che mi arrivava fino ai piedi, con un corpetto tempestato di cristalli Swarovski e la gonna morbida, naturalmente sarei stata scalza. A completare il tutto una decorazione di fiori intrecciati fra i capelli raccolti che ora erano tornati al mio colore naturale. Per Amina, che avrebbe avuto un mese e mezzo scelsi una tutina bianca con un accenno di gonnellina...quella bimba era la dolcezza fatta persona e mi abituai ben presto ad averla attorno. Stephan parti per la Russia quando io e Amina tornammo a casa dall'ospedale...nostra figlia per fortuna non mi mostrò capricciosa e cosa fondamentale la notte mi lasciava riposare. Non seguire Ste in quella avventura, aggiunto al fatto che questa era la nostra prima vera separazione lunga, un pò mi pesò ma Skype accorciò di parecchio la distanza e potemmo parlare parecchio anche se attraverso lo schermo di un pc. Stephan era maturato e cresciuto tantissimo negli ultimi mesi..aveva definitivamente conquistato la piazza romana a suon di buone prestazioni e gol a raffica, era diventato uno dei giocatori fondamentali della nazionale italiana e il fatto di diventare padre lo aveva responsabilizzato molto. In quei mesi avevamo passato intere serate a fantasticare sul nostro ruolo di genitori e la nascita di Amina portò quella giusta dose di novità che non guastava mai in una coppia. A 25 anni diventare padre fu il coronamento di un'annata da incorniciare per lui..."Come stai?"
"Stanca...ma sto bene..veramente" guardai Stephan attraverso lo schermo del pc appoggiato sulle ginocchia. Ero sdraiata a letto, nella nostra stanza, e Amina dormiva nella stanza accanto. Stephan era in Russia nel ritiro della nazionale e fra pochi giorni avrebbe esordito in un mondiale, probabilmente da titolare.
"Tu piuttosto? Nervoso?"
"Un pò..vorrei che fossi qua con me..."
"Anche io vorrei essere lì a sostenerti ma...Amina è troppo piccola...hey, cos'è quella faccia?" avevo notato che il mio fidanzato era pensieroso e strano...sembrava preoccupato per qualcosa.
"Stavo pensando a due anni fa"
"Stephan...perché ti intristisci con ste cose? È passato...abbiamo una famiglia ormai e quel periodo della nostra vita è definitivamente concluso..non pensarci"
"Ti avrei voluta accanto a me all'Europeo. Quando lei è arrivata in Francia e poi tentavo di chiamarti e tu non rispondevi e poi ho saputo delle foto...ho fatto le valigie e sono andato in aeroporto"
"Cosa?" lo guardai sgranando gli occhi perché era una cosa che non mi aveva mai detto.
"Si...volevo tornare in Italia ma..."
"Stephan...non sarebbe comunque cambiato nulla...io ti avrei urlato dietro ugualmente e non ti avrei perdonato facilmente anche se fossi tornato subito indietro. Dovevamo stare separati per un pò prima di capire quanto contassimo l'uno per l'altra. Anche io dovevo...ok forse sarebbe stato meglio evitare lo spavento a Reny e tutto il resto...ma sento che tutto quello che ho passato, anche i momenti più brutti mi sono serviti...sono cresciuta Ste...la Marzia di adesso è una donna..e lo sono diventata grazie a te..Non solo perché sono stata solo con te nella mia vita"
"Sei stata solo mia"
"Solo tua...non posso dire lo stesso di te...ma ora sei mio e solo questo conta no?"
"Credo che non servirebbe a molto dirti che ti pensavo sempre anche quando stavo con lei.."
"No...ma mi stare bene in fondo...mi manchi amore"
"Pure tu...cosa ti manca di più?" Stephan mi fissò con i suoi bellissimi occhi verdi e mi fece il suo mezzo sorriso che adoravo e che avevo imparato con il tempo riservasse solo a me "Averti qua...che giri per casa...sapere che domattina mi sveglierò accanto a te..il letto è vuoto..."
"Se continui però salto sul primo aereo"
"Rimani lì..il tuo posto è lì adesso...accanto a me ci starai tutta la vita..."
"Mi sopporterai?"
"Ti ho scelto Stephan...anzi tu mi hai scelta..sei perfetto per me..in ogni cosa che fai, per quello che sei..per come sono io insieme a te...e poi abbiamo una bellissima figlia...aspetta che vado da lei e te la faccio vedere" presi in mano il pc e andai da Amina. Lei dormiva beata, nel lettino che sembrava troppo grande per lei..ma la culla non le piaceva e così si era abituata a dormire nel lettino, con i primi giochi intorno e con la giostrina degli animali che girava sopra di lei. Amina aveva due settimane e aveva progressivamente preso peso, stava bene, prendeva il mio latte e per il resto dormiva e si guardava attorno. Misi la telecamera del pc di modo che Stephan potesse vedere sua figlia. Lui sorrise "Vorrei essere lì con voi"
"E ci sei...sei sempre qua" in quel momento Amina aprì gli occhi e padre e figlia si guardarono, stessi occhi e stessa forma del viso, stesso sorriso e stessa espressione. Non c'erano dubbi che Amina fosse suo figlia...
Lei inclinò la testa e fissò rapita lo schermo "Ora mi sa che nostra figlia ha fame..ci sentiamo dopo per messaggio"
"Ok...ciao tesoro...ciao amore mio...vi amo.."
"Anche noi...vero Amina?" mandai un bacio a Stephan e poi spensi la connessione "Ora...signorina...hai fame?" posai il pc e presi in braccio Amina. Andai in salotto e mi sedetti sul divano. Mentre la allattavo, guardai attorno a me la casa che avevo contribuito a rendere insieme a Stephan la nostra casa....le nostre foto incorniciate o accattate anche solamente con lo scotch ai mobili...le cose che avevamo acquistato nel corso dell'ultimo anno, sia a Roma che durante il nostro viaggio in Egitto...i mille giochi della play e i miei mille libri...sul tavolino i fogli con gli ultimi dettagli del matrimonio..quella era la nostra casa..la nostra vita...quella che faticosamente avevamo costruito. Perché le cose più belle e più vere sono quelle per cui lotti quotidianamente, non quelle che ti vengono servite su di un piatto d'argento. Avevo lottato per ogni singola cosa..per ogni singolo tassello di quella che adesso potevo considerare una vita meravigliosa...
Era mia...la mia favola diventata realtà...una realtà che aveva superato ampiamente la fantasia..fissai Amina e le tracciai il profilo con un dito "Sei proprio uguale al tuo papà sai?" e pensare che 24 mesi prima la nostra storia muoveva incerta i primi passi e Stephan era ancora impegnato con la sua ex..la vita a volte sa sorprenderti e sa regalarti sempre nuove prospettive...
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COSTRUIRE
FanfictionUn "amore impossibile", il cuore che sceglie al posto tuo...un percorso da fare in due per COSTRUIRE qualcosa di magico