COSTRUIRE
CAPITOLO 7
Ci sono decisioni che prendi in un attimo...quella di donare la mia prima volta a Stephan non aveva avuto neanche bisogno di un secondo di riflessione. Sapevo in cuor mio che solo lui avrebbe reso speciale quel momento. Avrebbe reso la mia prima volta perfetta...
E non maledissi più il fatto di essermi innamorata di lui. Non avevo avuto semplicemente altra scelta...non avevo scelto razionalmente di provare quei sentimenti...erano arrivati ed io avevo solo dovuto prenderne atto. Non sapevo neanche quando avessi iniziato a provarli, né cosa fosse scattato..sapevo solo che tutto quello che era successo mi aveva portato ad essere lì con lui in quel momento.
"Andiamo di là ok?" annuii e mi alzai dal divano poi allungai la mano e strinsi la sua. Mentre ci spostavamo in camera, Stephan spense le luci. La sua stanza da letto era grande quanto tutto l'appartamento dove abitavamo io e mia madre. Lui appena arrivati mi aveva detto che settimanalmente suo fratello e la sua ragazza andavano lì e arieggiavano la casa ma lui aveva deciso che probabilmente era ora di metterla in vendita, forse per chiudere definitivamente un capitolo della sua vita. Mi mossi verso la finestra e guardai la strada sottostante ma quello che attirò la mia attenzione fu San Siro che si vedeva poco distante.
"Quando eri a Milano non ho mai avuto il coraggio di cercarti...o semplicemente di scriverti un messaggio. E mi sono detta che quando te ne fossi andato da Milano mi sarebbe passata. E nel frattempo ho pure avuto un ragazzo...Luca...ma tu eri sempre nella mia testa e nel mio cuore. C'eri solo tu...ci sei stato sempre e solo tu"
La stanza era in penombra, solo le luci che provenivano da fuori disegnavano i contorni dei mobili, del letto e di noi due. Io che guardavo fuori dalla finestra e lui che si avvicinò a me e mi mise le mani sui fianchi e il mento appoggiato alla testa. Era uno di quei momenti che avevo immaginato tante di quelle volte che ora faticavo a distinguere tutti i miei sogni dalla realtà. Sembrava fin troppo bello...
"Non posso dirti di provare lo stesso perché io ti conosco da poco tempo invece tu hai imparato a conoscermi già da parecchio tempo. E vorrei dirti che andrà tutto bene e col passare dei giorni e poi dei mesi io arriverò a provare quello che provi tu. Ma non ho la sfera di cristallo. E ho imparato che spesso è meglio prendere le cose come vengono, senza analizzarle troppo. Ma.." Stephan mi girò e poi incatenò i suoi occhi ai miei "...mi piaci, veramente tanto...mi piaci fuori ma mi piaci soprattutto dentro. Come pensi e ragioni...quello che riesci a trasmettermi con questi occhioni...e ti giuro che cercherò in ogni modo di renderti felice. Ma il mondo che ruota attorno a me non è facile e per quanto io possa proteggerti...potrebbero farti del male.."
"Lo so...ma io...ti amo Stephan...veramente. E nessuna cattiveria potrà mai allontanarmi da te" lo abbracciai e cercai di fargli capire quanto contassero per me le sue parole. Le sue mani che percorrevano la mia schiena e il suo respiro che mi solleticava i capelli...quello era quello che volevo. Vivere lui al 100%. Gli strofinai il naso sul collo e lo sentii ridacchiare. Stephan spostò le mani sotto la mia maglietta e quel singolo contatto mi riscosse. L'atmosfera cambiò, divenne elettrica e lo sentii dalla punta dei capelli alle dita dei piedi. Mi misi leggermente sulle punte e lo baciai lungo il collo, per poi risalire alla linea della mascella...quando trovai la sua bocca iniziai a baciarlo lentamente e fu un bacio diverso. Pieno di aspettativa e di quel sottile strato di imbarazzo che ci doveva essere. In fondo sarebbe stata la nostra prima volta ed era normale. La maglietta mi risalì ed io alzai istintivamente le braccia per farmela sfilare. Indossavo un semplice reggiseno di colore nero ma non mi importava. Perché il modo in cui lui mi toccava e baciava spazzava via tutto il resto. Tutte le insicurezze e le paure, tutte le paranoie...lasciando solo la mia pelle ipersensibile, come se dovunque lui passasse mi riportasse poco a poco in vita. Mi allontanai leggermente e mordendomi il labbro sfilai la sua maglia. Registrai ogni particolare, guardai ogni singolo muscolo...era ancora più bello di quanto avessi immaginato.
"Sei bellissimo lo sai?"
"Non è vero..." io lo guardai dubbiosa. Con solo un paio di pantaloni della tuta addosso era spettacolare. E per quanto mi ripetessi "Marzia...calma...respira..." avevo la tachicardia, le mani mi tremavano e la gola era secca. Deglutii e alzai le mani per posargliele sulle spalle "Non so che fare...cioè...hai capito no?"
"Facciamo così...respira...e cerca di vivere ogni istante..." Stephan mi allontanò leggermente ma prima mi diede un bacio sulla punta del naso e un buffetto sulla guancia. Si inginocchiò davanti a me e mi sfilò i leggins che indossavo. Si mosse lentamente...e quando si rialzò mi fece scorrere le mani prima sulle gambe, poi sulla vita e poi lungo le braccia. Spostandosi dietro di me sganciò il fermo del reggiseno e poi me lo sfilò. Baciandomi il collo mi strinse a sé da dietro ed io mi abbandonai. Portai le mani dietro e gliele feci passare fra i capelli. Chiusi gli occhi e capii di cosa parlavano le mie amiche quando dicevano di sentirsi totalmente in balia di un'altra persona.
"Ho bisogno di te"
"Di cosa hai bisogno?" la sua voce roca mi vibrò in tutto il corpo. Di cosa avevo bisogno??
"Voglio sentirti mio anche se solo per una notte...non mi importa di tutto il resto.." buttando all'aria le paure mi girai e lo baciai poi indietreggiai finendo a ridosso del letto. Mi sedetti e poi gli abbassai i pantaloni della tuta. Dio se era uno spettacolo quel ragazzo. Non c'era una singola parte di lui che non mi piacesse ma che soprattutto non mi eccitasse. Non avevo mai sentito l'esigenza come in quel momento di stare con una persona. E pensare che i miei precedenti ragazzi non erano proprio da buttare. Certo, nulla in confronto a lui ma non certo dei ragazzi brutti. Ma nessuno di loro mi aveva mai fatto desiderare di andare fino in fondo. In quel momento invece lo volevo...da morire. Mi lasciai cadere all'indietro e lui si sdraiò vicino a me. Riuscivo a distinguere il suo contorno e allungai la mano per sfiorargli il viso. Lui girò la testa e mi baciò il palmo della mano prima di abbassarsi e baciarmi il collo, il seno, la pancia...mi mossi nervosa ma non perché non fossi convinta ma perché semplicemente ero vicina al limite. Gli presi il viso e lo riavvicinai alle mie labbra. Non avvertire più nessuna barriera fra di noi, il contatto diretto del suo petto con il mio seno, sentire il suo cuore che galoppava al ritmo del mio...le sue mani che vagavano sul mio corpo ed io che non riuscivo a non toccarlo, come se mi dovessi accertare che fosse reale.
I nostri baci si fecero frenetici, i nostri respiri divennero sempre più affannati e i nostri corpi si cercarono sempre più. Allargai le gambe cercando di attirarlo ancora più a me...mi strusciai contro di lui e gemetti sulla sua bocca "Per favore..."
"Per favore...cosa?"
"Voglio fare l'amore con te"
"Da qui non si torna indietro...sei sicura?" ero realmente sicura? Al 100%...anche se quella notte non ci avrebbe sicuramente portati dritti all'altare, anche se ci sarebbero state sicuramente delle difficoltà, anche se le mie paranoie si sarebbero fatte inevitabilmente sentire...lo volevo...
Annuii con la testa, poi lo guardai alzarsi, andare verso il borsone che aveva lasciato in un angolo e frugare in una tasca "Non voglio sapere i motivi per cui ti porti quelli nel borsone della nazionale" lo dissi scherzando ma la mia mente viaggiò in trecento direzioni. Chissà quante ragazze...non ci dovevo pensare ma era inevitabile....e soprattutto un volto mi balenò davanti agli occhi. Strinsi i pugni afferrando il tessuto blu delle lenzuola...presi un bel respiro e cercai di non pensarci. Stephan posò sul comodino la scatoletta e mi guardò "Non ti chiedo a cosa pensi perché lo so già"
"Leggi anche nella mente adesso" incrociai le braccia sul petto cercando di coprirmi...
"Non permettere che...qualunque cosa tu stia pensando...ti blocchi..." gli presi le mani e intrecciai le sue dita alle mie prima di sorridere debolmente. Mi misi seduta e ripresi a baciarlo...da quel momento sgombrai la mente, e lasciai prevalere l'istinto e quello che sentivo. Stephan si sfilò l'ultimo indumento che ancora indossava e poi mi spogliò. Quando scartò il preservativo il cuore minacciò di esplodermi nel petto. E quando finalmente entrò dentro di me, dapprima lentamente e dopo un mio cenno con più convinzione, pensai che non ce l'avrei fatta a contenere tutte le emozioni. Una lacrima solitaria mi rotolò lungo la guancia...Non per il dolore ma perché era tutto troppo perfetto.
Nessun racconto in nessun libro, nessuna scena di nessun film, nessuna descrizione di nessuna mia amica...niente fu paragonabile a quello che provai. Ogni bacio, ogni carezza, ogni sua spinta, ogni nostro gemito e i nostri nomi che entrambi ripetemmo all'infinito..tutto quello contribuì a rendere la mia prima volta...memorabile...
Una cosa però la rese da favola...lui...L'8 giugno 2016 persi la verginità...avrei voluto scrivere nel mio diario anche l'ora precisa...la fissai verso le cinque di mattina circa....alle dieci, dopo aver chiuso gli occhi forse un'ora, mi ritrovai a fissare il soffitto della sua camera da letto mentre il sole inondava la stanza. Mi girai verso di lui che era sdraiato accanto a me con un braccio attorno alla mia vita. Il lenzuolo lo copriva dalla vita in giù ed io per un momento valutai la possibilità di rimanere lì in eterno. Ma mia madre aspettava mie notizie. Scivolai fuori dal suo abbraccio e mi sedetti sul letto. Indossai mutandine e reggiseno che recuperai da terra e la sua maglia. Poi cercando di non fare rumore tirai leggermente le tende per ombreggiare la stanza e uscii socchiudendo la porta. Il mio cellulare giaceva sul ripiano accanto alla porta, vicino al suo. Presi il mio telefono...con un sospiro lo sbloccai e notai le circa 9 chiamate di mia madre, i due messaggi di Reny e un sacco di notifiche. Richiamai mia mamma "Dove sei?"
"A...Milano..."
"Scusa ma come fai ad essere già a Milano?"
"Sono tornata ieri sera...cioè stanotte dopo la partita..."
"Mi dici dove sei"
"A casa...di un ragazzo"
"Uno che hai conosciuto a Roma? Un tuo amico di Milano? Chi diavolo è?"
"È un ragazzo...poi te ne parlerò"
"No me ne parli adesso...stai facendo un pò troppi colpi di testa ultimamente Marzia. Prima lo stage e fin lì ci posso arrivare, insomma hai buonissimi voti e sono contenta che te l'abbiano offerto. Poi questo viaggio anticipato a Roma ma anche lì lo posso capire...devi familiarizzare con la città. Ma il resto...la tua amicizia con Reny che diciamolo ha un pò troppo la testa sulle nuvole per quanto mi riguarda..poi questi biglietti spuntati da chissà dove per la partita della nazionale...adesso sei a casa di un ragazzo a Milano..."
"Vuoi sapere chi è? Un giocatore della nazionale"
"Oddio Santo Marzia...ancora con sta fissa?"
"Mamma devo dire che sai come rovinarmi la giornata...si è la mia fissa...e allora? Sono a casa sua e quando stasera tornerò te ne parlerò. Ma non mettere in mezzo lui o Reny...qui c'entrò io. È la mia dannata vita e se ho scelto Reny come migliore amica o lui come ragazzo fattene una ragione mamma...ok?" Poi chiusi la telefonata...
"Cazzo..." sbattei il telefono sul tavolino tanto forte che pensai di aver incrinato lo schermo. Avevo fatto per 23 anni la ragazza brava e giudiziosa...ma quella era la mia vita dannazione...
"Per fortuna il tavolo non è di vetro altrimenti lo avresti sfondato" mi girai verso il corridoio e fissai Stephan che era appoggiato al muro con solo i pantaloni addosso "Scusa..mia madre"
"Ho sentito...problemi?"
"Si ma li risolverò stasera quando andrò a casa...cioè fino a quando possiamo stare assieme?"
"Le cinque circa..." si mosse verso la cucina ma io lo anticipai "Caffè? Scusa se ti ho svegliato, non hai dormito praticamente"
"Tranquilla...veramente...se avessi voluto dormire te lo avrei detto" mentre io trafficavo con la macchinetta, lui mi lasciò un bacio sulla guancia prima di appoggiarmi la testa sulla spalla e le mani sui fianchi. Anche appena sveglio era bellissimo, solo con i capelli meno perfetti..sapendo che si sarebbe arrabbiato glielo feci notare prima di scompigliarglieli ancora di più con le mani "Stronza"
Io gli feci una linguaccia e lui mi pizzicò il fianco. Risi e scossi la testa...pensavo ci sarebbe stato imbarazzo, invece tutto era...normale...qualcosa a cui avrei voluto abituarmi. Quando gli porsi il caffè lui mi baciò prima di guardarmi fisso negli occhi "Ti sei pentita?"
"Ma sei matto?" buttai giù il caffè bollente ed amaro e poi poggiai la tazzina "Non pensarlo neanche...tu invece?"
"No...no Marzia...però...ho ascoltato la conversazione con tua madre e...come ti ho detto ieri questo mondo è...non ti dà tregua...qualsiasi cosa tu legga o veda..sui giornali, su Internet..foto, notizie..la maggior parte sono ingigantite..."
"Ma le foto non mentono...stai cercando di dirmi qualcosa? Dimmela adesso...perché detta dopo sarebbe peggio...sono una che difficilmente perdona..e per quanto ti possa amare essere presa per il culo..non lo sopporto..."
"Ti sto solo dicendo che...credi a quello che è successo stanotte e a questo" mi baciò..un bacio che spazzò via i dubbi..almeno per quel giorno lui era ancora mio e non avrei permesso a niente o a nessuno di portarmelo via...
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COSTRUIRE
FanfictionUn "amore impossibile", il cuore che sceglie al posto tuo...un percorso da fare in due per COSTRUIRE qualcosa di magico