COSTRUIRE
CAPITOLO 12
Arrivai a Savona con un leggero ritardo....durante il viaggio mia madre mi aveva chiesto almeno 200 volte come stessi, se fossi sicura di quello che stavo facendo...io le avevo risposto che stavo bene, per quanto potessi stare bene in quella situazione e che ero sicura, sicurissima della mia decisione. Scesi a destinazione e percorsi il sottopassaggio...quando sbucai fuori mi schermai gli occhi per il sole che mi sbatteva in faccia, poi mi guardai attorno. Lo vidi subito ma mi incamminai lentamente. Stephan era appoggiato alla portiera dell'auto, con le mani in tasca e gli occhiali che gli coprivano gli occhi. C'era qualcosa di diverso in lui...un pò la postura, meno sicura e spavalda del solito, un pò il viso che sembrava più spigoloso, senza ombra di un sorriso. Quando mi trovai a un metro da lui, Stephan si tolse gli occhiali e li appoggiò sul cofano dell'auto. Entrambi ci guardammo senza dire nulla..non sapevo cosa fare..avrei voluto buttarmi fra le sue braccia, ma Reny aveva ragione, dovevo capire prima di tutto cosa volesse lui...dovevo farlo stare un pò sul filo del rasoio e comportarmi di conseguenza...
"Ciao"
"Ciao Stephan" mi schiarii la voce e poi dondolai sui piedi...i suoi denti tormentavano il labbro inferiore ed io rimasi a fissarlo.
"Grazie..di essere venuta..non me lo merito molto"
"Finiscila...entrambi abbiamo fatto i nostri errori ma se siamo qua...vuol dire qualcosa no?"
"Che vuol dire secondo te?"
"Che...non riesco a staccarmi da te...anche se sono stata malissimo non riesco a tagliarti fuori dalla mia vita..."
"Posso...ho voglia di abbracciarti...posso?" non risposi ma mi avvicinai...lasciai il borsone a terra e mi misi in punta di piedi appoggiandogli le mani sulle spalle. Non lo sfioravo da 8 mesi praticamente ma la scossa elettrica fu la stessa "Certo..." sentii le sue mani toccarmi esitanti la base della schiena, prima di attirarmi ancora più vicina a lui. Gli appoggiai la testa sulla spalla ed inspirai il suo profumo. Lui lasciò andare il fiato che aveva trattenuto e mi abbracciò più stretta. Ci aggrappammo letteralmente l'uno all'altra "Ho pensato che non avrei più potuto farlo..." la sua voce mi arrivò attutita ed io sorrisi anche se lui non poteva vedermi "Ho pensato di averti persa veramente..."
"Non mi perderai mai...ma abbiamo tantissimo di cui parlare...soprattutto della tua decisione di lasciare l'Italia...ma a me serve un caffè e devo mangiare qualcosa...devo fare tanti pasti, mangiare spesso..."
"Ok...ora ti lascio" ma mi tenne stretta ancora un pò ed io mi sentii finalmente leggera e libera...io e Stephan avremmo dovuto imparare di nuovo a fidarci prima di tutto di noi stessi e poi io di lui e lui di me ma ce l'avremmo fatta, ne ero sicura. Quando mi lasciò andare io gli lasciai un veloce bacio sulla guancia poi andai verso il lato passeggero e salii. Ci dirigemmo verso un bar sul mare, pur essendo marzo la temperatura era accettabile e Savona era bellissima. Ordinai un caffè, un succo di frutta ed una brioche...erano le undici e mezza ma avevo fatto colazione presto quella mattina e avevo fame. Stephan prese solo un caffè e poi mi portò verso un tavolino all'aperto, con vista sul mare "Quanto puoi rimanere?"
"Quanto voglio...non sto studiando, lavorando...sono uno spirito libero al momento..."
"Come stai?"
"Bene...non benissimo diciamo perché per stare veramente bene manca ancora parecchio ma...sto meglio...sto imparando a prendermi cura di me, come forse non ho mai fatto...sto cercando di capire cosa voglio fare...chi voglio essere..."
"E chi vuoi essere?"
La cameriera ci portò le ordinazioni ed io iniziai a mangiare la brioche. Mangiare per me non era come per altri un qualcosa di automatico...a volte avrei fatto passare ancora giornate senza mettere niente sullo stomaco. Ma ora sapevo che mangiare era una delle cose che mi avrebbe permesso di tornare a condurre una vita normale "So che non voglio essere quella che ero diventata a dicembre...ho tentato di uccidermi Ste...e non l'ho fatto solo per colpa tua e di lei...ma perché non riuscivo ad accettare la mia vita...mia madre che mi soffocava...tutto un insieme di cose che mi hanno portata al limite..voglio vivere la mia vita al 100%...e vorrei che tu ne facessi parte. Ma...dobbiamo andare piano...molto piano...io ho bisogno di fidarmi di me stessa prima di fidarmi di te"
"Ma io lascerò l'Italia"
"No che non lo farai...Non te lo permetterò Stephan..."
"Scusa?" lui si sporse sul tavolino e mi fissò come se fossi matta. Io bevvi il caffè e poi mi avvicinai a lui "So quanto hai lottato per arrivare dove sei...hai vinto un europeo a 23 anni..ti sei rialzato tantissime volte. Hai risposto alle critiche con i fatti e non con le parole..hai dimostrato di aver i coglioni Stephan. Ora dimostra di averli ancora una volta...riprenditi ciò che è tuo. Non permettere a nessuno di toglierti i tuoi sogni...io lo stavo facendo questo sbaglio...ho permesso che una ragazza mi distruggesse senza lottare..ma ora io voglio lottare...e lo farai anche tu...lotteremo assieme..."
"È stata colpa mia se sei quasi morta"
"Quasi...non sono morta...sono più forte adesso...vuoi che stia a Roma da te? Lo farò...vuoi che ti ripeta lo stesso discorso ogni sera? Farò anche quello....ti giuro che ci rialzaremo..assieme però..."
"Non..non le merito queste parole Marzia...ti ho mentito, ti ho fatto del male..come fai a stare ancora dalla mia parte?"
"Non è questione di stare dalla tua parte...è questione che io ti amo...non sono ancora pronta a buttarmi tutto alle spalle Ste...tu mi hai fatto male è vero ma...non ho smesso di amarti...se possibile ti amo ancora di più...e il discorso che ti ho fatto a luglio a Milano è ancora valido..amo Stephan...con i suoi difetti ma con una marea di pregi...sei un coglione ma sei...il mio coglione Stephan..." sorrisi ed anche lui distese le labbra "Quando la Roma tornerà ad allenarsi, andrai a Trigoria e correrai, suderai, ti ammazzarai su quel campo...tornerai a sorridere per te stesso e per i tuoi tifosi...segnerai di nuovo e di nuovo farai felice chi ti vuole bene e ti ama...non ti arrenderai Ste..altrimenti esco dalla tua vita e non mi vedi più. Io sono risalita e anche tu lo farai...chiaro?"
"Verresti a Roma?"
"Si...potrei trovare un lavoro..oltre che farti da strizzacervelli..."
"Ti prometto che..."
"Zitto" gli misi un dito sulle labbra "Non promettere nulla...so che ce la farai..." poi mi sporsi leggermente e gli sfiorai le labbra con le mie "Io sono con te...ma andiamo piano...capiamo se può funzionare...io non voglio essere il tuo più grande rimpianto ma la cosa più bella che ti sia capitata nella vita..."
"Lo sei" poi mi spiazzò prendendomi il viso con le mani e stampandomi un sonoro bacio sulle labbra. Io gli sorrisi poi dividemmo il succo di frutta guardando il mare...forse Reny non avrebbe approvato del tutto il mio comportamento ma ero felice e questo era l'importante.
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COSTRUIRE
FanfictionUn "amore impossibile", il cuore che sceglie al posto tuo...un percorso da fare in due per COSTRUIRE qualcosa di magico