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a quelle parole mi crolla il mondo addosso,tra le mie paure già esistenti sottoforma di vocine nella mia mente sul fatto che non poteva esserci nulla tra di noi per il motivo che il suo era un mondo diverso dal mio,fin troppo,si aggiunge anche quella del fatto che non sarei rimasta a Liverpool per sempre,sarei partita tra un mese per tornare a Londra,nella mia città e questo Paul non lo sapeva.

lo guardo dritto negli occhi,anche se mi tremano  le gambe

"Paul..."

"non dovevo dire certe cose,scusami"

"il fatto è che anche io credo di provare le stesse cose per te"

a quelle parole gli spunta un sorrisone sul volto,è così bello

"ma.."

"cosa?"

"non può esserci nulla tra noi due"

abbasso il capo

"ancora con la storia della paura?delle altre?ti prego"

"no Paul,non è questo"

mi alzo di botto perché non me la sento di affrontare questo discorso,per una volta che potevo essere felice forse non posso e mi piange il cuore,sto malissimo ma lui non deve vedere ciò

"dove vai?"

non rispondo e vado via.

arrivo a casa con le lacrime agli occhi ed è ormai sera e Stacy è già a casa,vado dritta in camera con lei che mi segue preoccupata

"Alexa"

mi blocca

"parla,cosa succede?"

"Paul..."

rispondo piangendo

"cosa Paul?ti ha fatto qualcosa?lo ammazzo"

"no ma che,si è dichiarato,proviamo gli stessi sentimenti"

"ma è una cosa meravigliosa,perché piangi?"

"non possiamo stare insieme,non è per le mie stupide paure ma per il fatto che tra un mese partiamo e lui non lo sa,gli ho detto solo che non possiamo stare insieme"

Stacy mi abbraccia.

è il giorno dopo,scendo a fare colazione con Stacy ed è ormai è mattina inoltrata,suona il campanello.

Stacy guarda ed è Paul

"è lui.."

"no ti prego,non aprire"

"ma dai devi dargli spiegazioni,io esco adesso che così parlate"

non devo farmi vedere abbattuta,apre,saluta Stacy la quale va via e rimaniamo soli

"ciao.."

aggiunge venendomi a dare un bacio sulla guancia,inclino il volto leggermente verso di lui come per sentirlo parte di me ancor di più,non riesco a sembrare fredda e calma

"mi dai delle spiegazioni riguardo al fatto di ieri?" 

a questa frase cerco di essere dura,non voglio rimanga deluso dalla verità

"niente Paul,non possiamo stare insieme e basta"

"ci deve essere un motivo"

"si ma non importa"

"a me si,devo saperlo"

"vattene"

"ma cosa..."

"vai via!"

"non me ne vado,fino a quando non parli!"

non mi piace vederlo così,forse devo dirgli la verità,così faccio

"lo vuoi sapere questo fatidico motivo?non possiamo stare insieme perché io tra un mese parto,torno a Londra,sono qui solo per le vacanze"

"perché non me lo hai detto?"

chiede un po' infastidito

"non volevo,non pensavo si creasse questa situazione"

"non credo sia solo per questo,si può superare come ostacolo"

"pensa quello che vuoi"

"allora perché se è solo questo hai paura e dici che non potrà esserci niente?dimmelo!in due possiamo trovare il modo,io per quello che voglio il modo lo trovo sempre!"

inizia ad urlare  dando un pugno sul tavolo

regna poi il silenzio tra noi per alcuni secondi,ci guardiamo negli occhi e vedo le sue pupille dilatarsi,sento che fanno lo stesso effetto alle mie.

mi scende una lacrima,lui porta la sua mano sinistra sulla mia guancia per asciugarmi 

"è l'insieme a fare tutto,oltre il fatto che partirò quello che non si può superare è la tua popolarità che porta a tenerti impegnato,come faremo poi inoltre con la distanza di mezzo?"

"non piangere"

"vedi?neanche tu sai come fare"


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