Capitolo 3

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Sento il vento che mi accarezza il volto, l'adrenalina che sale e la libertà che si staglia davanti a me. Non ho mai provato una sensazione del genere. Forse è questa la felicità, ma se pure non lo fosse, mi piacerebbe ugualmente. Cameron supera le macchine passando in mezzo ad ogni fessura anche se sottile. Mi stringo forte a lui per paura di cadere, e quando si accorge che ho paura, rallenta, ma non appena sente che la mia presa si fa più debole, come se lo facesse apposta, aumenta la velocità. Penso che lo faccia per non farmi staccare quel contatto che ho con lui ogni volta che ho paura, e perciò ho bisogno della sicurezza di un abbraccio. Forse lo faccio stare bene. Forse non sono pazza a pensare che potrei piacergli.

Ma che dico! Non posso e non devo piacergli. Siamo troppo diversi per stare insieme. Non sono fatta per avere una relazione, tanto meno amorosa. Non so amare me stessa figuriamoci gli altri. Non voglio essere la responsabile di dolori e sofferenze di una persona che non sia io. Egoismo? No credo sia solo altruismo.

Chi avrebbe il coraggio di amarmi e di essere amato da una persona come me? Apparentemente potrei dare l'impressione di una ragazza per bene, felice, sorridente e spensierata. Purtroppo, o per fortuna, non sono così.

Cameron mi riporta alla realtà quando si ferma. Osservo intorno a me. Non sono a casa mia.

"Cameron ma dove siamo?"

"Lo vedrai presto."

Incerta se fidarmi o meno, cerco di far finta che tutto vada bene e lo seguo. Mi porge la mano e istintivamente gliela stringo. Subito una scarica elettrica mi passa in tutto il corpo. Amo il senso di sicurezza che mi da questo ragazzo, quanto odio l'effetto che ha sui miei pensieri.

Entriamo in un locale molto accogliente. Dalle decorazioni direi che è un ristorante in stile retro e mi piace molto. Smetto di guardarmi intorno e torno a concentrarmi su Cameron.

"Perchè siamo qui?"

"Volevo portarti a pranzo fuori" mi dice accennando un mezzo sorriso che adoro.

"E se prima me lo avessi chiesto?" lo stuzzico.

"E se non avessi accettato?" ribatte.

"Sicuramente non saprai mai la mia risposta."

"Che ne pensi che pranzassimo insieme?" mi domanda come se stessimo recitando una scena comica.

"Purtroppo non posso più rifiutare, ormai siamo qui."

"Per fortuna non puoi più rifiutare, anche se non penso sarebbe stato un rifiuto" continua a stuzzicarmi.

"Non lo saprai mai."

Ci accomodiamo ad un tavolo e ordiniamo il nostro pranzo.

"Adesso abbiamo abbastanza tempo per parlare. Quindi dimmi cosa voleva spifferarmi Nash" dichiara lui sorridendo.

"Perchè vuoi saperlo da me? Potresti averlo chiesto a lui prima."

"Sono troppo gentile, per questo lo chiedo a te" mi fa l'occhiolino mentre mi dice questa frase.

E dopo una serie di ribattiti mi arrendo e confesso quell'imbarazzante accaduto. Mentre racconto sembra veramente interessato. Ogni volta che mi fermo per l'imbarazzo o indugio su qualche parola, mi incoraggia per spingermi a continuare. A fatica finisco di raccontarglielo e lui allunga il braccio e mi accarezza il braccio.

"Allora pretendo di vedere il tuo capolavoro Valerie."

"No! L'ho buttato" mento.

"Allora non ti dispiacerà se chiedo a Nash di controllare nella vostra aula di..." lo interrompo di colpo e ammetto che mi vergogno a fargli vedere il suo ritratto.

Lui si arrende e non insiste più. Finiamo il nostro pranzo fra una risata e un'altra. Insisto per pagare il mio pranzo ma mi impedisce di farlo e paga per entrambi. Esco e lo aspetto. Non appena mi raggiunge andiamo insieme a lavoro.

Io mi occupo di etichettare ogni CD mentre lui è dietro il bancone che mi osserva di sottecchi mentre mi occupo del mio compito. Anche io a volte lo guardo di sfuggita, e non posso far a meno di pensare a quanto quello sguardo riesca a catturare il mio interesse. E' così dannatamente tutto ciò che amo. Non sono semplici occhi marroni. Io in quegli occhi ci vedo riflessa me stessa felice. La felicità. Ogni sorriso con lui è sincero. Non posso fare a meno di lui e, sono quasi sicura che, nemmeno lui può fare a meno di me.

Finito il mio turno vado a prendere le mie cose ed esco. Cameron deve continuare a lavorare per il resto della giornata e quindi torno a casa da sola. Essendo venuta in moto con Cameron, non ho la mia bicicletta per tornare a casa e quindi vado a casa a piedi. In fondo una passeggiata mi farà bene per rimettere in ordine le idee.

Tornata a casa entro e saluto mia mamma con un bacio. La vedo più stanca del solito e le chiedo come sta. Non appena alza gli occhi e incontra il mio sguardo mi rendo conto che c'è qualcosa che non va. Ha il volto stremato e gli occhi gonfi e arrossati.

"Mamma cosa è successo?" le chiedo istintivamente.

"Tesoro, sto bene, sono solo un po' stanca. Vai a cambiarti, ti chiamo io quando è pronto da mangiare."

Accenna un sorriso. Il più falso che abbia mai visto. Ma mi costringo a crederle e salgo in camera mia. Mentre infilo qualcosa di più comodo, sento vibrare il mio telefono. Mi ricordo di non aver risposto al messaggio di Katalyn e quindi probabilmente sarà lei. Prendo il telefono in mano e sblocco lo schermo per leggere il messaggio.

*Numero Sconosciuto*

< Mi dispiace non averti accompagnata a casa. Rimedierò domani ;) >

E' Cameron.

< Tranquillo. Passeggiare non mi ha fatto male :) >

Rispondo.

< Domani passo a prenderti per andare a scuola se ti va. >

< Grazie, ma meglio di no, domani ho promesso a una mia amica di andare con lei.>

Mento perchè non lo conosco così bene, e non voglio avere brutte esperienze.

< D'accordo, allora ci vediamo al negozio :( >

Anche se vorrei passare più tempo con lui, mi costringo di non rimangiarmi ciò che gli ho detto.

"Valee è pronto!"

Scendo giù e mi siedo a tavola.

"Mamma c'è qualcosa che non va? Non mi sembra che tu stia molto bene."

"No tesoro te l'ho detto prima, sono solo molto stanca."

Questa risposta non mi convince, ma indagherò per conto mio.

Mi chiede come sia andata oggi a lavoro e alla fine ci mettiamo a parlare del più e del meno.

"Scusami tesoro ma devo andare a riposare. Buonanotte, a domani."

Ricambio e le schiocco un bacio sulla guancia.

Prima di salire lavo i piatti e riordino la cucina. Dopo entro nella mia stanza e vedo che la lucina del telefono, che mi avvisa delle notifiche, è attiva. Controllo e sorrido non appena leggo di chi è il messaggio.

*Cameron*

< Buonanotte baby :) >

< Buonanotte Cam >

Mi infilo nel letto e mi addormento con il sorriso stampato in faccia.

Attraction (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora