Capitolo 7

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Alle 5 del mattino arriviamo in ospedale. Cameron si è offerto di andare a chiedere in che stanza fosse ricoverata mia madre. È da 20 minuti che cerco un parcheggio per la mia macchina. Ovviamente Cameron ha trovato subito posto avendo una moto. Mi fa sorridere la bipolarità di quel ragazzo: un momento prima è un gentiluomo, poi cerca di incuterti paura e di nuovo torna il solito ragazzo premuroso e sorridente di sempre. Finalmente trovo un posto e parcheggio.

Mi affretto per entrare in ospedale e vedo Cameron in lontananza, seduto su una sedia. Non appena mi vede si alza e accenna un sorriso per me. Ricambio il gesto e mi avvicino a lui.

"Tua mamma si trova nella stanza 207 al secondo piano."

Annuisco e mentre saliamo non posso non trannermi dal chiedergli se sa qualcosa sulle condizioni di mia madre.

"Purtroppo, non essendo un parente, non mi hanno detto molto. Ma sono riuscito a strappare qualche informazione all'infermiera di turno con un sorriso e gli occhi dolci" ride mentre me lo dice.

Ecco il Cameron stronzo.

"Cosa ti hanno detto?" chiedo un po' spaventata.

"Che non è nelle migliori condizioni, ma che per il momento è tenuta sotto lo strettissimo controllo dei medici. Stanno valutando l'avanzamento della malattia. Se è in un primo stadio allora vale la pena provare con alcune sedute di chemioterapia, ma in caso contrario non avrà molti giorni."

"Come hai fatto ad ottenere tutte queste informazioni? Non sei un parente" domando cuoriosa.

"Diciamo che ho detto una mezza verità" dichiara guardandomi e accennando un sorriso.

Mentre cerchiamo la stanza, continua a ronzarmi per la risposta di Cameron.

"E la mezza bugia sarebbe?"

"Ho detto che ero il fidanzato di sua figlia, cioè tu mia cara" risponde divertito dalla mia espressione.

"Sai che sei un coglione?"

"E tu sai che sei bellissima?"

Questa risposta mi stupisce, ma preferisco lasciare la domanda in sospeso e scuotere la testa, ridendo.

Lui rimane serio e torna a concentrarsi su ciò che stiamo cercando.

Perché ha reagito così? Strano...

"Eccola! Stanza 207! " dico quasi urlando.

Ci avviciniamo e busso. Nessuna risposta.

"Forse starà dormendo, sai sono le 5:57 del mattino" suggerisce Cameron.

Annuisco e aspettiamo l'entrata di un'infermiera o un medico per accertarci di non disturbare il sonno di mamma inutilmente.

Mentre aspetto Cameron mi consiglia di dormire, ed è ciò che faccio.

"Guardami... guardami" sento dire alle mie spalle. Mi volto e non vedo nessuno. Sono sola. Nel buio più totale.
"Voltati... voltati". Sento continuamente il ripetersi di queste parole. Ma niente. Sono sola nel buio più oscuro. Adesso le voci si fermano e vedo una luce in lontananza. Una porta! Tento di avvicinarmi ma è come se non mi muovessi dal posto. Corro. Ma la luce sembra sempre più lontana. Mi fermo, tanto è inutile.
"Non arrenderti... non arrenderti". Provo a camminare di nuovo, e mi avvicino sempre di più verso la porta. Non appena mi ci trovo davanti, il bianco accecante non mi permette di vedere oltre. Faccio un altro passo ed entro nella luce. Tutto bianco. Un vuoto bianco. Sento un calore. Il calore di un abbraccio. Mi volto e sono sola. Mi volto ancora e vedo una figura. Una figura nera. Stringe le braccia attorno al mio corpo. Un abbraccio. Non appena entriamo in contatto qualcosa cambia. Non è più nera, ma bianca!
"Ho bisogno di te... ho bisogno di noi".

Attraction (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora