Capitolo 20

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Per fortuna oggi il professore interroga, perché se avesse spiegato qualcosa non ci avrei capito niente. La mia attenzione è incentrata tutta sul mio telefono, nella speranza che mi arrivi un messaggio o una chiamata dalla madre di Cameron.

"Signorina Ross a quanto pare non ha bisogno di ascoltare i suoi compagni ripetere la lezione di oggi. Presumo quindi che lei sappia tutto."

Ma perché i professori pretendono che prestiamo attenzione agli interrogati? Già di per sé è snervante starsene qui, seduti, e non poter dire una parola, poi, come se non bastasse, ci si mettono pure con il richiamo dell'attenzione generale. Giuro che non li capisco.

"Mi dica la sua opinione al riguardo. Siamo tutti molto curiosi di sapere la sua, signorina" prosegue istigandomi.

Ed ecco che l'attenzione di tutta la classe è puntata su di me. Il professore, soddisfatto, incrocia le braccia al petto, come se credesse di aver dimostrato la sua superiorità e, solo grazie a lui, di aver rivelato tanto interesse da parte di tutti. La cosa che non sa è che tutti si aspettano una mia figuraccia.

"Non credo le piacerebbe la mia opinione" ribatto più calma possibile.

"Sicuramente perché non ne ha una."

Ora basta.

"Beh non penso che la sua mente chiusa possa reder abbastanza merito alla mia opinione, ma se insiste tanto, allora le fornirò la mia. Non credo che lo stesso criterio, che viene applicato nella sua materia, possa essere applicato nella vita umana. Secondo l'universale e indiscussa teoria, gli opposti si attraggono, ma, il mio umile giudizio, è contrario. Poiché si può essere attratti da una persona diversa da noi, che ci sappia compensare nelle nostre mancanze, non credo possano piacersi e resistere a lungo all'attrazione avuta dal principio. Perciò la mia teoria è: gli opposti si attraggono, ma amano i propri simili" rispondo marcando bene le ultime parole.

Il professore cade in un silenzio che rivela la sua umiliazione. Non so se sia dovuta alla mia impertinenza o alla mia opinione logica, fatto sta che ho lasciato a bocca aperta tutti quanti.

Suona la campanella e, come se non fosse accaduto niente, esco fuori dall'aula. Poso delle cose nell'armadietto e mi accorgo, solo quando sto per chiuderlo, che c'è un post-it sull'anta.

Un numero di telefono.

Giro e rigiro più volte il foglietto, ma non trovo niente oltre questo numero.

Mi reco verso l'uscita e sento una voce alle mie spalle.

"Ross, non così in fretta."

"Si?" rispondo girandomi su se stessa per vederlo meglio.

"Sono rimasto molto colpito dalla sua esposizione, e se solo avesse espresso lo stesso concetto con meno esuberanza, probabilmente ne avremmo discusso civilmente" mi dice il signor Keel.

"Mi dispiace se il mio modo di esprimermi le è sembrato inadatto al contesto, però non ho saputo dirlo meglio" mi affretto a rispondere per andarmene il più presto possibile.

"Provvederò a permetterle l'apprendimento di un tono più adeguato" dice accennando ad un secondo fine alla parola 'adeguato'.

"Buona giornata" mi svincolo da quella situazione.

"Altrettanto" sento rispondermi.

Oggi è il mio giorno libero in negozio, perciò mi precipito a casa per prendere la macchina e andare dritta in ospedale. Gina non mi ha fatto sapere niente, ma spero di trovarlo in condizioni migliori di ieri.

"Maledizione" impreco a bassa voce.

Non ho fatto benzina ieri e sono a secco. Con la bicicletta ci vorrebbe più di un'ora. Devo trovare un modo più veloce per arrivare lì.

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