Capitolo 16

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"Non posso crederci! Valerie! Da quanto tempo!"

Non rivedevo Dylan dalle elementari. I suoi genitori ricordo che dovevano trasferirsi per lavoro, e così non l'ho più rivisto dalla quarta elementare. Ricordavo che si era trasferito da queste parti, ma non immaginavo proprio qui a San Francisco!

"Infatti! È passato tanto tempo dall'ultima volta! Eravamo ancora due bambini" gli rispondo, combattuta fra un sentimento di gioia e imbarazzo.

"Che stupido! Entra pure, fai come se fosse casa tua. Esattamente come quando da piccoli stavamo sempre l'uno a casa dell'altra" mi invita ad entrare ridendo.

"Grazie mille Dylan."

Ci sediamo sul divano e ci chiediamo come sono andati questi anni.

"Sono stato preso al Richmond Pert College! Non immagini la reazione dei miei! In quel momento credo che se gli avessi chiesto di comprarmi una Ferrari, me l'avrebbero regalata il giorno dopo! E tu invece? Come vanno le cose?"

"Come prima. Solo che ora ho un lavoro e una macchina. Si può dire che posso essere felice" rispondo sarcastica.

"Sono veramente contento di rivederti! Sei diventata sempre più bella! E pensare che prima eri solo un'adorabile mocciosetta."

È così strano riparlare della nostra infanzia con Dylan. Eravamo così legati da piccoli. Ricordo quanto avevo pianto il giorno in cui mi aveva detto di dover partire. Il mio cuore era andato in frantumi. Anche perché avevo una cotta per lui in terza elementare. Poi però ho capito che era più come un fratello per me.

"Ah ah ah! Simpatico!"

"Ma dimmi, cosa ti ha portata qui? La nostalgia dei bei tempi?" mi domanda sorridendo.

"Magari fosse per questo. Vedi mia madre è ricoverata in ospedale, e mi ha detto di venire qui, probabilmente per parlare con i tuoi genitori."

"Mio Dio! Valerie, è qualcosa di grave?" mi domanda preoccupato.

"Leucemia Dylan" gli rispondo abbassando lo sguardo.

"Vieni qui" e allarga le braccia per abbracciarmi.

In questo momento ho veramente bisogno di un abbraccio, soprattutto se dal mio caro amico.

"Andrà tutto bene, stai tranquilla."

Annuisco, non aggiungendo altro.

"Vieni con me, i miei genitori arriveranno fra poco."

Lo seguo su per le scale ed entriamo in una stanza, che immagino sia la sua.

"Qui ho conservato le nostre foto e i nostri ricordi di quando ancora abitavo a Holmes Chapel. I miei genitori, un anno dopo circa, mi avevano detto che anche tu ti eri traferita qui, ma avendo perso tutti i contatti, non sapevo come rintracciarti."

Osservo le nostre vecchie foto. Come eravamo piccoli! Mi scende una lacrima nel vedere tanti sorrisi impressi in uno scatto. Probabilmente quello è stato il periodo in cui ho sorriso di piu in tutta la mia vita. Ci sono sorrisi e facce buffe ovunque.

Sorrido e Dylan mi tira a sè, poggiandomi una mano sulla spalla.

Il rumore della porta che sbatte ci riporta alla realtà. Scendiamo e i genitori, non appena mi vedono, mi sorridono, come se, sapendo tutto quanto, tentassero di consolarmi.

"Valerie! Da quanto tempo!" mi dice la signora O'brien venendomi incontro per stringermi in un caloroso abbraccio.

"Siamo molto felici di rivederti Valerie. Vieni, accomodati in salotto" e nel dirlo, il signor O'brien mi indica il confortevole divano.

Attraction (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora