Capitolo 19

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Il mio telefono comincia a squillare. Sullo schermo appare il nome di quello che, fino a qualche ora fa, consideravo mio amico. Rispondo, sperando di ottenere da questa conversazione ciò di cui ho bisogno: la verità.

-Ehi piccola.-

-Ciao.-

-Senti volevo invitarti ad andare a bere qualcosa, ti va?-

Ma è impazzito? Con il suo migliore amico in ospedale, mi invita a bere qualcosa? Già dalle prime parole intuisco che non vuole dirmi niente di Cameron, perciò arrivo al dunque.

-Non devi dirmi niente?-

-No, eccetto il fatto che sono passato di livello su Pokemon Go.-

Okay, riattacco.

-Ehi Valerie, ci sei?-

-Come hai potuto tenermi all'oscuro di tutto?- gli dico cominciando a far fuoriuscire le lacrime.

-Guarda che l'ho raggiunto da pochi minuti il livello 18, non credevo che ti interessasse molto, per questo io...- lo interrompo.

-Non me ne frega un cazzo di quel gioco! Intendevo di Cameron, che hai accompagnato tu stesso in ospedale, che tu hai informato Phil della sua mancanza a lavoro per il giorno dopo. Non me lo aspettavo da te e poi...- vengo a mia volta interrotta.

-Valerie, non darmi colpe che non ho. Fino a due giorni fa eri tu che non ne volevi sapere niente di lui. Non ti ho detto niente semplicemente perché non credevo che ti interessasse la sua salute.-

-Come puoi dirmi questo, dopo che mi hai accompagnata tu stesso, a casa sua, per parlargli? Non mi importa dici? Beh allora cosa ci sono andata a fare a casa sua? Nash tu sapevi fin dall'inizio che Cameron è importante per me, perché me lo hai fatto notare anche te più volte, ma perché non me lo hai detto?- e nel dirgli questo abbasso il tono della voce.

Devo sapere.

-Valerie, promettimi che non ti arrabbierai- mi dice con rassegnazione.

-Vai.-

-Promettimelo- ripete.

-Dimmi e basta. Non posso prometterti una cosa che non so se sarò in grado di mantenere.-

-E va bene. Non ti ho detto niente perché so che stavi già soffrendo molto per tua madre. Ma oltre a questo, non so se lui sia alla tua altezza. Si, ma aspetta, fammi finire. So che all'inizio ero io che ti incoraggiavo a dargli una possibilità, ma vista la sua reazione ad un tuo rifiuto, dubito che sia una persona su cui contare. Non voglio che tu finisca come tante altre ragazze. Sei importante per me, e non voglio assolutamente che tu soffra ancora. Hai bisogno di una persona che sappia proteggerti, farti stare bene, e non che sia la causa del tuo dolore. Deve farti sorridere, non piangere.-

-Ma Cameron mi fa stare bene- affermo ritornando con la mente a tutti i suoi sorrisi e i suoi sguardi, che erano per me una volta.

-Rispondi a questa domanda: ne vale la pena? Cameron, ne vale la pena?- mi domanda, con un tono fermo e serio, come se dalla sua risposta ne dipendesse la sua felicità, e non la mia.

Rifletto. Certo che ne vale la pena.

-Si.-

-Bene. Allora questa conversazione è finita.-

Dopo qualche secondo di silenzio sento dirgli

-Ciao Valerie.-

-Ciao Nash.-

Non so cosa fare. Sento di aver sbagliato troppe cose. Cosa ci faccio qui? Questa non è più casa mia. Non ha niente di mio. Non è il luogo che fa la casa, ma sono le persone che ami che ti fanno sentire al sicuro, a casa tua.

Attraction (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora