Capitolo 25

11 1 6
                                    

Ormai sono passate due settimane, dall'ultima volta che ho visto mia madre. Hanno interrotto le cure, come avevo deciso. Il medico mi ha detto che non hanno notato segni di miglioramento, perciò non so che pensare. Forse potrebbe salvarsi, o forse no. Dentro sento solo un grande vuoto, un dolore incolmabile, ma forse va meglio così.

In questi giorni Cameron ha cercato in molti modi di sollevarmi il morale, ma è stato solo temporaneo. Non avere nessun familiare accanto è difficile, molto difficile. Ci si sente abbandonati a sé stessi. Sto cercando di tenere la mente occupata, per non dare la possibilità ai miei pensieri di impossessarsi di me. Nonostante sia cresciuta solo con mia madre, devo dire che ce la sto facendo. Sta andando meglio. Cameron sta con me praticamente sempre, e, quando non c'è lui, Dylan mi invita ad uscire. Spesso i suoi genitori mi invitano a cena, e sono ben felici di ospitare anche Cameron, che non vuole allontanarsi troppo da me.

A volte Dylan gli lancia delle occhiatacce e lui, in tutta risposta, mi stringe di più a sé, proprio come dei bambini. Però, tutto sommato, mi fanno sentire, almeno per qualche ora, il calore di una famiglia.

Sta sera Dylan mi ha invitata al cinema e anche se Cameron vorrebbe venire, gli dico di star tranquillo e andare a lavorare.

"Sei sicura? Guarda che Phil saprà anche cavarsela da solo" mi ripete ormai per la decima volta.

"Invece sono certa che ha bisogno di te."

"Non voglio lasciarti con quello..." e alzo un sopracciglio "... Dylan" si corregge.

"Lo conosco fin da quando eravamo piccoli, è un tipo apposto, stai tranquillo" lo rassicuro.

"No. Non sto tranquillo, perché è evidente che sia cotto di te."

"Ti sta accecando la gelosia Dallas?" lo prendo in giro.

"Non è vero."

"Bene. Allora vado. Per caso sai dove ho messo i tacchi? Non ricordo dove li ho lasciati..."

"Non ci pensare proprio! I tacchi te li scordi sta sera! Non li metti quando sei con me, e li metti per quello?"

"Ehi ehi! Scherzavo amore. Ci vediamo domani mattina" e mi avvio verso la porta.

"Aspetta..." e mi afferra per un braccio.

"Che c'è?"

"Me lo dai un bacio?" mi chiede allargando gli occhi.

"Solo se mi prometti che andrai al negozio" gli dico.

"Va bene."

"E che non mi seguirai."

"Okay, lo prometto. E ora dammi un bacio, che ti voglio" e detto ciò mi tira verso di lui.

"Contento?" gli dico ridendo.

"Molto" e spinge indietro le spalle, come se fosse soddisfatto.

Apro la porta.

"Così se quello prova a baciarti, sentirà il mio odore" mi urla prima che io chiuda.

"Dylan! Si chiama Dylan!"

"Lo so come si chiama, purtroppo."

Rido mentre mi avvio davanti al bar Trece & Co., come ci eravamo accordati io e Dylan.

Arriva perfettamente in orario e salgo nella sua macchina.

"Ha fatto storie?" mi chiede, ed io so a chi si riferisce.

"Non come mi aspettavo" gli dico, sorridendo.

"Bene. Perché deve mettersi in testa che non sei solo sua" e si gira, facendomi un sorrisino adorabile.

Attraction (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora