Capitolo 9 - Lorenzo's pov

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Non potevo credere che l'appuntamento fosse andato così. Doveva essere una serata indimenticabile e, ovviamente, lo è stato per entrambi. Negativamente. Indimenticabile in senso negativo. Il sogno di molti ragazzi.

In più Piero era ormai a conoscenza di ciò che provavo per Francesca, e avrei dovuto fare qualcosa per evitare che la notizia si diffondesse. Così, il giorno dopo l'appuntamento avevo preso una decisione: incontrare Piero e parlare un po' con lui.

Gli avevo mandato un messaggio e, dopo una ventina di minuti, era arrivato a casa mia.

«Lorè, chi fu?» aveva esordito lui, con disinvoltura.

«Dai, mbare, come se non lo sapessi.» Usavamo spesso qualche parola in siciliano, giusto per non dimenticare le nostre origini. «Scherzi a parte, Pié, vorrei chiederti di non dire a nessuno quello che provo per Francesca. Non ho voglia di far sapere agli altri cosa provo, tu sai che per queste cose sono molto... riservato. E poi, visto il piccolo incidente verificatosi al nostro primo, e mi sa anche ultimo, appuntamento... non mi va di...»

Avevo lasciato la frase in sospeso perché avevo visto il mio interlocutore ridere. All'inizio mi ero arrabbiato perché era un discorso serio, poi avevo riflettuto quanto io avessi parlato e mi ero reso conto di fare dei piccoli salti mentre provavo a spiegarmi. Ripensandoci, anche a me sarebbe venuto da ridere.

Piero aveva ribattuto con un semplice «Ho capito tutto. Tranquillo, sai che di me puoi fidarti. Ma non dire che quello era il vostro ultimo appuntamento, potete sempre rimediare con un'altra uscita.»

Non seppi spiegare il motivo, ma forse in fondo non mi sembrava poi tanto convinto.

***

Era passata ormai più di una settimana dal giorno dell'appuntamento. Nel frattempo Marco e il suo capo avevano assunto un investigatore privato in modo da cercare di scoprire qualcosa di più sulle rapine che si erano fino ad allora verificate, ed erano sempre più impegnati con il lavoro. Mio cugino mi aveva raccontato che inizialmente il signor Venditti era intenzionato a non dire niente a nessuno, ma poi si era deciso a parlarne almeno con lui per avere un punto di appoggio.

Quella sera, quando Marco tornò, stavo già preparando la cena. Quella volta era toccato a me cucinare per entrambi dato che lui e il suo capo si erano intrattenuti più del previsto a parlare dell'investigatore, il quale, a quanto pare, non aveva ancora conosciuto mio cugino.

Neanche il tempo di rientrare che lo sentii sospirare pesantemente. «Non ne posso più. Dimmi almeno che hai preparato qualcosa di buono!»

Ridendo, risposi. «Marcolino mio, di buono non so fare proprio niente e lo sai! Però ho già messo la pasta in pentola, quindi vai a lavarti le manine e la cena sarà già pronta!»

A quelle parole Marco comprese che avevo proprio voglia di scherzare, quindi scomparve per un attimo accennando una risata, per poi tornare e chiacchierare un po'.

«Allora, che ha scoperto l'investigatore?» chiesi io, totalmente interessato a quella strana storia.

«Niente. Ecco cosa ha scoperto: niente. È inconcepibile che quell'uomo non abbia ancora dei sospetti. Perché lo stiamo pagando, allora?» ribatté mio cugino, adirato.

«Sembra di essere in un film» commentai io provando a smorzare un po' la tensione, ma Marco rimase impassibile.

Poi continuai. «Senti, sicuramente ha bisogno di tempo: non mettetegli fretta, altrimenti non farà bene il suo lavoro. È uno dei migliori nel suo campo, sono sicuro che è consapevole di ciò che fa.»

Marco sembrò convincersi e mi mandò un bacio con la mano, seguito da una risata da parte di entrambi.

«Tu? Che mi racconti riguardo all'appuntamento? Hai deciso se uscire di nuovo con lei o no?» mi domandò mio cugino, cambiando argomento. A volte sembrava proprio leggermi dentro, infatti io tacqui, non sapendo cosa rispondere.

A quel punto lui proseguì. «Non posso convincerti se non vuoi, ma credo che dovresti uscire di nuovo con Francesca: una seconda opportunità si dà a tutti, soprattutto se quell'appuntamento non è andato male per colpa vostra! Non ti sei mai fatto spaventare da queste cose, quindi buttati! Lorè?»

Scossi la testa, sorridendo. «Marco, temo tu mi abbia appena convinto a chiederle un altro appuntamento!»

Lui ricambiò il sorriso, fiero del suo lavoro, ma io continuai dicendo che mi avrebbe portato sulla coscienza se qualcosa fosse andato male di nuovo.

Quella sera compresi quanto fossi fortunato ad avere un cugino come lui che, nonostante la differenza di età, riusciva a capirmi meglio di chiunque altro.

[Scritto da GiuliaUJ]

***

Buonasera a tutti, rieccoci qui!

Vi faccio una domanda... Voi preferite Francesca e Lorenzo o Francesca e Gianluca? O nessuna delle due? :')

Questo è un capitolo di transizione, ma nel prossimo uscirà fuori qualcosa di davvero inaspettato.

Se il capitolo vi è piaciuto non dimenticatevi di lasciare una stellina e/o un commento :)

Grazie mille e a venerdì! 

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